B. si è riempito le tasche di soldi anche e soprattutto con le sue TV
allora che bisogna fare, BOICOTTIAMO LE SUE TV, NON GUARDATE PIU' RETE 4, CANALE 5, ITALIA 1
a parte che fanno dei programmi ridicoli (ora non so quali perchè io già non li vedo più da un pezzo)
che servono solo per plagiare chi li guarda: veline, velone, letterine, TG bugiardi e faziosi e tanti altri programmi che rincoglioniscono le persone tenendole alla larga dai veri problemi del paese.
Lui vorrebbe chiudere Annozero, Ballarò ecc. non solo perchè secondo lui sono faziosi ma anche perchè gli portano via un casino di ascoltatori dalle sue TV e la gente si rende conto di quello che veramente avviene in Italia con le trasmissioni di Santoro, Floris, Gabbanelli (Report).
Sono graditi commenti e ampie divulgazioni. Grazie
domenica 18 luglio 2010
ITALIA DEI VALORI - PROPOSTA DI PROGRAMMA SULLA POLITICA ESTERA E INTEGRAZIONE EUROPEA
Contribuire al multilateralismo e privilegiare la risoluzione diplomatica dei conflitti
Riformare l’ONU superando logiche proprie del tempo della guerra fredda e liberando l’azione della stessa da condizionamenti e veti che ne riducono l’efficacia
Realizzare una scelta chiara di politica estera e commerciale internazionale, che sia rispettosa di diritti umani e ambiente
Rafforzare in senso democratico le istituzioni europee
Costruire un’unica politica estera europea
Rafforzare i poteri della Authority di vigilanza europea per il controllo e la supervisione dell’operato delle banche, incluse le Banche Centrali
Istituire un corpo di esercito europeo con l’obiettivo di finanziare le missioni di pace all’estero e ottimizzare le spese militari secondo una linea omogenea di intervento che realizzi una reale presenza politica internazionale
Applicare le sentenze europee entro 60 giorni dalla loro approvazione
Intensificare i rapporti internazionali per migliorare il rispetto delle libertà civili e dei diritti umani in ogni Paese
Ecco i verbali delle intercettazioni «Tu devi intervenire sulla Commissione...»
Il controllo degli apparati giudiziari, Tribunali, Csm, Corte di Cassazione e Consulta, è uno dei principali obiettivi di questa Loggia P3 che sembra non inventare nulla rispetto alle vecchie gesta di quella che fu la Loggia P2 . Contattare per poi controllare le toghe era la mission dell’ex ragioniere promosso giudice sul campo per via di qualche incarico nella Commissioni Tributarie Pasquale Lombardi. «Pasqualì», nelle intercettazioni, 77 anni, di Benevento con una irrefrenabile loquacità al telefono e un irresistibile accento campano, s’era inventato uno strumento perfetto, Il Centro Studi Diritti e Libertà , promotore di convegni e incontri tra toghe in tutto il paese. Le quindicimila pagine dell’inchiesta «Insider» del nucleo operativo dei carabinieri coordinati dall’aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo e dal sostituto Sabelli pullulano di nomi di magistrati e guidici. Ruoli di primo piano nella presunta loggia sembrano averli il sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo e il capo degli ispettori del ministero della Giustizia Arcibaldo Miller. Sembra quasi che prendano ordini da Lombardi e soci. La riammissione della lista Formigoni alle regionali di marzo scorso è uno degli episodi più illuminanti. Il governatore preme con Martino per avere garanzie che la Corte d’Appello faccia il suo dovere e dia il via libera alla lista («Ma Lombardi è in grado di agire? chiede in una nervosa telefonata del primo marzo). Seguono telefonate frenetiche tra Lombardi. «Ho già chiamato Fofò e gli ho detto di chiamare questi quattro stronzi della Commissione elettorale...» dice al magistrato Gaetano Santamaria. Fofò è Alfonso Marra nominato presidente della Corte d’Appello di Milano grazie alle pressioni sul Csm da parte del gruppo. Il 2 marzo sempre Lombardi insiste con il sottosegretario Caliendo: «Tu devi intervenire dopo nella Commissione che deve vedere il ricorso . «Sì, ma non lo fa, già c’ho parlato » replica Caliendo. E Lombardi: «Embè, è fesso allora, che cazzo, chiamatello... ». Gli sforzi saranno inutili. Il 3 marzo il ricorso sarà rigettato per colpa di «di tre giovani che non sanno prendere manco il pedalino per il mamico giusto » (Lombardi). Martino si vendica cancellando il convegno, lo stesso a cui Lombardi aveva invitato anche il procuratore di Firenze Giuseppe Quattrocchi, toga nel mirino della presunta loggia per via dell’inchiesta sul G8. La vendetta del gruppo pretende a questo punto un’ ispezione ministeriale a Milano. Il 5 marzo 2010 Arcibaldo Miller, capo degli ispettori del ministro Alfano, spiega a Martino come si fa: «Denunzino che hanno fatto imbrogli nel senso che hanno travisato i fatti. In base a questo devo no fare un esposto in cui dicono che i giudici della Corte d'Appello hanno fatto delle irregolarità e chiedono un intervento di controllo al Ministro della Giustizia ». Lombardi e Martino seguono passo dopo passo la stesura dell’esposto con gli uffici di Formigoni finchè il plico, dopo correzioni e integrazioni suggerite a turno da Caliendo e Miller, viene recapitato al dottor Macchiarola al ministero della Giustizia. Nei gionri a seguire Lombardi e Martino pressano Caliendo e Miller per ottenere gli ispettori. «Non lo so Pasqualì! - replica Caliendo il 12 marzo - ho chiamato ieri sera, ho parlato di nuovo con il Ministro, col suo segretario e mò vedono loro eh...L’ho chiesto trenta volte. Ho detto che bisogna farlo ». E’ un crescendo di telefonate dall’11 al 22 marzo. Non se ne farà poi nulla. Con grande rammarico di Formigoni che il 23 marzo dice a Martino: «Ho ricevuto questa mattina una telefonata da colui che si è impegnato a correre velocemente sabato e invece mi dice che non cammina affatto nè veloce nè piano e che è stato consigliato a stare fermo dallo stesso Arci (Miller, ndr) perchè sarebbe un boomerang pazzesco». La telefonata di cui Formigoni dà conto a Martino è con un certo Angelino. Probabilmente lo stesso ministro Alfano.
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