Scritto da Mattia Sguazzini
Parla Ezio Cartotto, ex esponente della Democrazia Cristiana milanese, e descrive l’ascesa di Berlusconi, partendo dalla Banca Rasini e arrivando alla costruzione di Milano 2, passando per la loggia P2 e Monte dei Paschi di Siena.
Il periodico “L’Espresso” riporta che Cartotto ha consegnato alla Procura di Firenze un baule pieno di documenti che dimostrerebbe la veridicità della tesi avanzata da Cartotto sull’ascesa di Silvio Berlusconi.
Il periodico “L’Espresso” riporta che Cartotto ha consegnato alla Procura di Firenze un baule pieno di documenti che dimostrerebbe la veridicità della tesi avanzata da Cartotto sull’ascesa di Silvio Berlusconi.
Cartotto era un consulente di Marcello Dell’Utri e ha assistito Berlusconi per superare gli ostacoli delle normative urbanistiche da poco in vigore, all’epoca della costruzione di Milano 2. Cartotto, secondo le sue dichiarazioni, fu molto vicino a Silvio Berlusconi, tanto da essere suo confidente di sfoghi e particolari che ora rivela ai pm della Procura e ai giornali.
Dell’Utri aveva portato Cartotto anche all’interno di Forza Italia, per riuscire a costruirla, vista la sua preparazione da politologo.
La posizione di Cartotto lo portò a dichiarare ai magistrati, già alla fine degli anni ’90 dei famosi “pacchi di soldi provenienti da Palermo negli anni ’70 e divisi con Dell’Utri”. Non fu data importanza alle sue dichiarazioni all’epoca, ma oggi potrebbero riacquistare peso.
Dell’Utri aveva portato Cartotto anche all’interno di Forza Italia, per riuscire a costruirla, vista la sua preparazione da politologo.
La posizione di Cartotto lo portò a dichiarare ai magistrati, già alla fine degli anni ’90 dei famosi “pacchi di soldi provenienti da Palermo negli anni ’70 e divisi con Dell’Utri”. Non fu data importanza alle sue dichiarazioni all’epoca, ma oggi potrebbero riacquistare peso.
Carlotto racconta la storia partendo proprio dalla banca milanese: “La banca fondata dai nobili Rasini fu acquistata nei primi anni ’70 da Giuseppe Azzaretto, affarista di Misilmeri, periferia di Palermo, in realtà era controllata da Andreotti, era la sua banca personale”. Carlotto dipinge Andreotti come amico stretto del proprietario della Banca Rasini: “Andreotti andava in vacanza tutti gli anni nella villa degli Azzaretto in Costa Azzurra”.
Quando la banca passò di proprietà, fu acquistata da Nino Rovelli, “industriale legatissimo ad Andreotti”, nonché avvocato di Cesare Previti.
Proprio da quella banca partirono i primi finanziamenti per l’attività imprenditoriale di Slvio Berlusconi.
La “faccenda” di Milano 2, invece, implica anche altre finanziarie, soprattutto per l’aumento di capitale del progetto nel 1973: “Berlusconi figurava come dipendente della Edilnord e la società era controllata da finanziarie svizzere intestate a una domestica e a un fiduciario”.
Ma come mai Cartotto ha questi documenti e, soprattutto, li ha conservati sino a oggi senza rivelarli?
Risponde direttamente nelle sue parole al periodico dicendo di aver conservato tutte le carte “per dimostrare che Berlusconi ha raccontato bugie fin dall’inizio”. La rottura del silenzio è dovuta a una ripicca: “Al processo di Palermo rivelai ai giudici che Dell’Utri mi aveva chiesto voti per Vito Ciancimino. Dell’Utri si arrabbiò e si lamento con Berlusconi”.
La “faccenda” di Milano 2, invece, implica anche altre finanziarie, soprattutto per l’aumento di capitale del progetto nel 1973: “Berlusconi figurava come dipendente della Edilnord e la società era controllata da finanziarie svizzere intestate a una domestica e a un fiduciario”.
Ma come mai Cartotto ha questi documenti e, soprattutto, li ha conservati sino a oggi senza rivelarli?
Risponde direttamente nelle sue parole al periodico dicendo di aver conservato tutte le carte “per dimostrare che Berlusconi ha raccontato bugie fin dall’inizio”. La rottura del silenzio è dovuta a una ripicca: “Al processo di Palermo rivelai ai giudici che Dell’Utri mi aveva chiesto voti per Vito Ciancimino. Dell’Utri si arrabbiò e si lamento con Berlusconi”.
Cartotto è stato anche recentemente interrogato dai pm che indagano sulla trattativa Stato-Mafia. Visto che il consulente della Procura di Palermo degli anni ’90, Francesco Giuffrida, aveva riscontrato un trasferimento totale, in 8 anni, di 113 miliardi di lire alle holding Fininvest, è anche probabile che, viste le “conoscenze” di Cartotto, sia stato interrogato a riguardo.
Tuttavia, la DIA aveva intercettato l’ex DC il 25 novembre, quando cercò di contattare Berlusconi per fargli presente che era stato contattato dai pm, ma dovette accontentarsi di parlare con la segretaria” Credo che riguardino sempre quel famoso problema degli accordi tra la mafia, ecco… io non riesco a capire perché questi signori si ostinino a chiedere a me cose che io non sono assolutamente in grado di sapere. Né in un senso, né in un altro”.
A che gioco starà giocando Cartotto?
Tuttavia, la DIA aveva intercettato l’ex DC il 25 novembre, quando cercò di contattare Berlusconi per fargli presente che era stato contattato dai pm, ma dovette accontentarsi di parlare con la segretaria” Credo che riguardino sempre quel famoso problema degli accordi tra la mafia, ecco… io non riesco a capire perché questi signori si ostinino a chiedere a me cose che io non sono assolutamente in grado di sapere. Né in un senso, né in un altro”.
A che gioco starà giocando Cartotto?
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