Anche oggi voglio esprimere la più completa solidarietà con i precari della scuola che stanno manifestando, alcuni anche con lo sciopero della fame, di fronte a Montecitorio. Una Camera dei deputati priva di ogni legittimità democraticaha votato oggi la fiducia sul decreto sviluppo: le norme lì contenute sono l’ennesima coltellata per i precari della scuola.
L’art. 9, comma 18, esclude il comparto scuola dall’applicazione della direttiva europea per la tutela dei precari. In base a quella direttiva, dopo tre anni i contratti a tempo determinato dovrebbero automaticamente essere trasformati in assunzioni a tempo indeterminato. Con un tratto di penna, il Governo ha cancellato questa tutela per 65mila precari della scuola. Questa norma basterà a vanificare ogni possibile intervento della magistratura in difesa dei diritti dei lavoratori precari della scuola. Il ministro Brunetta potrà continuare a insultarli, definendo “la parte peggiore di questo paese” proprio chi, spesso con enorme sacrificio, permette alla scuola di andare avanti e per questo andrebbe invece ringraziato.
Il nostro emendamento per abolire questa norma odiosa non è stato approvato, così come non è stato approvato quello con cui chiedevamo di riaprire le graduatorie a esaurimento per i neo-abilitati.
In questo caso un emendamento identico era stato presentato anche da un deputato del Pdl e la maggioranza aveva detto che lo avrebbe approvato. Anche se capivamo benissimo che era un contentino grazie al quale il Pdl cercava di mascherare la sua politica contro i precari, saremmo stati lo stesso soddisfatti perché almeno per ventimila lavoratori le cose sarebbero cambiate in meglio. Invece al governo e alla maggioranza anche questo è sembrato troppo, all’ultimo momento hanno cambiato idea e hanno respinto l’emendamento.
Noi continueremo la battaglia al loro fianco, perché colpire i precari della scuola vuol dire essere due volte colpevoli: una volta per il danno che si fa a oltre 250mila lavoratori per lo più giovani, e un’altra per quello che si fa alla scuola, cioè all’istruzione e alla formazione dei nostri figli, al futuro di tutto questo Paese.
Di Pietro
L’art. 9, comma 18, esclude il comparto scuola dall’applicazione della direttiva europea per la tutela dei precari. In base a quella direttiva, dopo tre anni i contratti a tempo determinato dovrebbero automaticamente essere trasformati in assunzioni a tempo indeterminato. Con un tratto di penna, il Governo ha cancellato questa tutela per 65mila precari della scuola. Questa norma basterà a vanificare ogni possibile intervento della magistratura in difesa dei diritti dei lavoratori precari della scuola. Il ministro Brunetta potrà continuare a insultarli, definendo “la parte peggiore di questo paese” proprio chi, spesso con enorme sacrificio, permette alla scuola di andare avanti e per questo andrebbe invece ringraziato.
Il nostro emendamento per abolire questa norma odiosa non è stato approvato, così come non è stato approvato quello con cui chiedevamo di riaprire le graduatorie a esaurimento per i neo-abilitati.
In questo caso un emendamento identico era stato presentato anche da un deputato del Pdl e la maggioranza aveva detto che lo avrebbe approvato. Anche se capivamo benissimo che era un contentino grazie al quale il Pdl cercava di mascherare la sua politica contro i precari, saremmo stati lo stesso soddisfatti perché almeno per ventimila lavoratori le cose sarebbero cambiate in meglio. Invece al governo e alla maggioranza anche questo è sembrato troppo, all’ultimo momento hanno cambiato idea e hanno respinto l’emendamento.
Noi continueremo la battaglia al loro fianco, perché colpire i precari della scuola vuol dire essere due volte colpevoli: una volta per il danno che si fa a oltre 250mila lavoratori per lo più giovani, e un’altra per quello che si fa alla scuola, cioè all’istruzione e alla formazione dei nostri figli, al futuro di tutto questo Paese.
Di Pietro
Nessun commento:
Posta un commento