lunedì 24 dicembre 2012

Libertà è partecip/Azione diretta: Un anarchico dimenticato - Nestor Machno

Libertà è partecip/Azione diretta: Un anarchico dimenticato - Nestor Machno: Nestor Machno nasce a Huljaj Pole nel distretto di Aleksandrovsk in Ucraina, il 27 ottobre 1889. Discendente da una famiglia di umili co...

BUON NATALE !!!

Gesëebende Kersfees
Een Plesierige Kerfees
Gezur Krislinjden
Rehus-beal-ledeats
I'd milad said oua sana saida
Idah Saidan Wa Sanah Jadidah
Feliz Navidad Y felices año Nuevo
Shenoraavor Nor Dari yev Pari Gaghand
Tezze Iliniz Yahsi Olsun
Selamat Hari Natal
Heughliche Winachten un 'n moi Nijaar
Zorionak eta Urte Berri On!
Shuvo Naba Barsha
Vesele Vanoce
Boas Festas e Feliz Ano Novo
Nedeleg laouen na bloavezh mat
Tchestita Koleda; Tchestito Rojdestvo Hristovo
Bon Nadal i un Bon Any Nou!
Yukpa, Nitak Hollo Chito
Feliz Navidad
Kung His Hsin Nien bing Chu Shen Tan
Gun Tso Sun Tan'Gung Haw Sun
Feliz Navidad y próspero Año Nuevo
Sung Tan Chuk Ha
Nadelik looan na looan blethen noweth
Pace e salute
Rot Yikji Dol La Roo
Mitho Makosi Kesikansi
Sretan Bozic
Prejeme Vam Vesele Vanoce a stastny Novy Rok
Glædelig Jul
Christmas-e- Shoma Mobarak
Mo'adim Lesimkha. Chena tova
Rehus-Beal-Ledeats
Jutdlime pivdluarit ukiortame pivdluaritlo!
Gajan Kristnaskon
Ruumsaid juulup|hi
Gledhilig jol og eydnurikt nyggjar
Cristmas-e-shoma mobarak bashad
Zalig Kerstfeest en Gelukkig nieuw jaar
Maligayan Pasko
Hyvaa joulua
Joyeux Noel
Legreivlas fiastas da Nadal e bien niev onn
Noflike Krystdagen en in protte Lok en Seine yn it Nije Jier!
Bo Nada
Nollaig chridheil agus Bliadhna mhat ùr!
Nadolig Llawen
Shinnen omedeto. Kurisumasu
Kala Christouyenna!
Barka da Kirsimatikuma Barka da Sabuwar Shekara!
Mele Kalikimaka
Shub Naya Baras
Mithag Crithagsigathmithags
Selamat Hari Natal
Merry Christmas
Nollaig Shona Dhuit, o Nodlaig mhaith chugnat
Ojenyunyat Sungwiyadeson honungradon nagwutut, Ojenyunyat osrasay
Gledileg Jol
Buon Natale o Buone feste natalizie e Buon Anno nuovo
Natale hilare et Annum Faustum
Prieci'gus Ziemsve'tkus un Laimi'gu Jauno Gadu!
Linksmu Kaledu
Wjesole hody a strowe nowe leto
Sreken Bozhik
Selamat Hari Natal
LL Milied Lt-tajjeb
Nollick ghennal as blein vie noa
Meri Kirihimete
Shub Naya Varsh
Prejeme Vam Vesele Vanoce a stastny Novy Rok
Merry Keshmish
God Jul o Gledelik Jul
Pulit nadal e bona annado
Vrolijk Kerstfeest en een Gelukkig Nieuwjaar! or Zalig Kerstfeast
Bon Pasco
Bikpela hamamas blong dispela Krismas na Nupela yia i go long yu
Christmas Aao Ne-way Kaal Mo Mobarak Sha
En frehlicher Grischtdaag un en hallich Nei Yaahr!
Feliz Navidad y un Venturoso Año Nuevo
Wesolych Swiat Bozego Narodzenia or Boze Narodzenie
Boas Festas e Feliz Natal
Mata-Ki-Te-Rangi. Te-Pito-O-Te-Henua
Bellas festas da nadal e bun onn
Sarbatori vesele
Pozdrevlyayu s prazdnikom Rozhdestva is Novim Godom
Hristos se rodi
Buorrit Juovllat
La Maunia Le Kilisimasi Ma Le Tausaga Fou
Bonu nadale e prosperu annu nou
Nollaig chridheil huibh
Subha nath thalak Vewa. Subha Aluth Awrudhak Vewa
Vesele Vianoce o Sretan Bozic. A stastlivy Novy Rok
Vesele Bozicne. Screcno Novo Leto
Feliz Navidad
God Jul and (Och) Ett Gott Nytt År
Maligayamg Pasko. Masaganang Bagong Taon
Sawadee Pee Mai
Nathar Puthu Varuda Valthukkal
Froehliche Weihnachten
Neekiriisimas annim oo iyer seefe feyiyeech
Noeliniz Ve Yeni Yiliniz Kutlu Olsun
Srozhdestvom Kristovym
Kellemes Karacsonyi unnepeket
Naya Saal Mubarak Ho
Chung Mung Giang Sinh
E ku odun, e ku iye 'dun
Cestitamo Bozic

domenica 23 dicembre 2012

Il colpo di stato di Mario Monti

Paolo Becchi

  Il governo Monti è destinato a «passare alla storia» più di quanto non lo sia il decennio berlusconiano appena trascorso. Ciò che, infatti, è avvenuto con il conferimento dell’incarico ad un tecnico di Bruxelles non è stato che un "coup d’état" deciso da «poteri forti» in parte estranei al nostro Paese e guidato dal presidente della Repubblica.

  Certo non un colpo «alla sudamericana», un golpe, con tanto di ingresso di fucili e militari nell’emiciclo del Parlamento. «Colpo di Stato», del resto, non indica di per sé un rivolgimento violento, quanto un’«esecuzione che precede la sentenza», come lo definì il libertinoNaudé, che coniò l’espressione a metà del Seicento.

  Cosa significa? E cosa è accaduto in Italia, in questi mesi? Semplicemente quello che tutti (o quasi) si ostinano a negare. È accaduto che, con una manovra di palazzo, è stata realizzata la transizione costituzionale dalla Seconda alla Terza repubblica, da un sistema politico bipolare ad un ridimensionamento del potere dell’Assemblea a favore del presidente della Repubblica, dal parlamentarismo ad un presidenzialismo ancora da definire nei suoi contorni istituzionali, ma di fatto già all’opera con questo «governo del presidente». Non vi è infatti alcun dubbio sul fatto che il capo dello Stato da «custode della Costituzione» si è trasformato in guida politica dello Stato.

  Si doveva, ovviamente, iniziare con l’eliminazione di Berlusconi, il quale - a dispetto delle apparenze - è stato in Italia colui che ha compiuto, e parimenti portato alla sua dissoluzione, il potere parlamentare: mai il nostro Parlamento era stato più potente e, nel contempo, più bloccato. Il rovesciamento di questo potere è cominciato con un tentativo di erosione dall’interno: Gianfranco Fini. Si è poi tentato con l’assalto alla vita privata del capo del Governo, ma anche questo si è rilevato insufficiente. Berlusconi è stato, infine, sconfitto, per una sorta di quelle ironie della storia che sono tutt’altro che infrequenti, sul reale campo dal quale dipendeva: gli affari. Si è puntato alla rovina del fondamento economico del suo potere, attaccando le sue aziende e l’intera economia del Paese con lo spread aumentato ad arte (lo spread è iniziato a salire dai primi giorni di luglio, 244. È poi ridisceso, senza mai tornare ai valori di luglio, ad agosto, 298. Poi non si è più fermato. Punto massimo, la seconda settimana di novembre, 553). 

  Berlusconi non ha reagito. Giulio Cesare lo avrebbe fatto se, come racconta Svetonio, ai giovani indebitati consigliava: «Per il vostro caso il rimedio è la guerra civile». Ma, se in Cesare - come scrive ancora Svetonio - «c’erano molti Marii» (multos Marios inesse), in Berlusconi ce n’era solo uno, di Mario: Monti. 

  Monti sapeva benissimo che la sua entrata in campo poteva avere successo solo se lo spread continuava a salire: e infatti lo spread è salito. Ed il «colpo di Stato» è riuscito. Il potere parlamentare è stato portato al punto in cui si è rovesciato in modo indolore, con il suo stesso consenso. Si è così perfezionato il potere esecutivo, il quale è sorto in modo parassitario e antidemocratico come parassitario è, del resto, la base su cui poggia: l’aristocrazia finanziaria, la quale - a differenza della borghesia industriale - nelle sue forme di guadagno e nei suoi piaceri non è che «la riproduzione del sottoproletariato alla sommità della società borghese», come aveva genialmente intuito Carlo Marx

 Strane corrispondenze della storia, quando Marx descrive i poteri della Francia di Luigi Filippo, in cui «l’indebitamento dello Stato era l’interesse diretto della frazione della borghesia che governava e legiferava per mezzo delle Camere. Il disavanzo dello Stato era infatti il vero e proprio oggetto della sua speculazione. Dopo quattro o cinque anni un nuovo prestito offriva all’aristocrazia finanziaria una nuova occasione di truffare lo Stato che, mantenuto artificiosamente sull’orlo della bancarotta, era costretto a contrattare coi banchieri alle condizioni più sfavorevoli”.

  Certo, dobbiamo sostituire la parola «borghesia» (in Italia, del resto, c’è mai stata una borghesia?). Ma per il resto, dunque, niente di nuovo o quasi sotto il sole. Finora banchieri e finanzieri (Monti & Company) si erano limitati a governare indirettamente, nascondendosi dietro la maschera della rappresentanza dei politici, oggi hanno preso il posto ufficiale di questi ultimi: sono loro non più a ispirare, ma a governare.

  Bisognava però almeno salvare le apparenze. Con un atteggiamento tipico di tutti i «catilinari», la preoccupazione maggiore di Monti è stata quella di conquistare il potere con mezzi legali. In un’opera di Brecht, anche il capo di una banda di gangster comanda ai suoi seguaci: «Il lavoro dev’esse legale». A ben vedere, è tutto già spiegato nel pamphlet avanguardistico del 1931 di Curzio Malaparte, “Tecnica del Colpo di Stato”. Con la repentina nomina a senatore a vita (Paolo Emilio Taviani, nella Prima Repubblica, ci impiegò un anno e mezzo, il tecnico un paio di ore) Monti ha potuto, oltre che garantirsi l’immunità a vita, legittimarsi quale espressione, in qualche modo, della stessa Assemblea. Ed è così che il Parlamento diventa complice necessario del colpo di Stato: accetta il fatto compiuto, e lo legalizza formalmente. Come nella strategia bonapartista - cito ancora Malaparte - l’«obiettivo tattico» resta la conquista dello Stato attraverso il Parlamento, ossia attraverso la legalità (la farsa, a questo punto, del voto di fiducia, bulgaro, tipico dei regimi totalitari). Deve cadere un’ultima illusione: quella del presunto «stato di necessità» che avrebbe reso indispensabile questo colpo di Stato, come se si trattasse di una misura per la salus rei publicae (ndr: la salute della cosa pubblica). Come spiegava Malaparte, le circostanze favorevoli al colpo di Stato moderno non sono necessariamente di natura politica o sociale: nell’epoca della tecnica, il colpo di Stato è un problema eminentemente tecnico.

  Nel nostro caso, «tecnico» non significa di «tattica insurrezionale », ma che la riuscita di un colpo di Stato dipende dal coordinamento tecnico di decisioni prese al livello di quei poteri forti invisibili, impalpabili, ma onnipresenti, che ormai intervengono nella vita dei popoli quando e come vogliono. Nel momento in cui il potere politico si livella su quello finanziario, il colpo di Stato diventa sempre possibile, e a tal punto facile da realizzarsi che quasi nessuno se n’è reso conto(*).

n.b.: perché, se le cose le scrive un filosofo del diritto su un quotidiano vanno bene, mentre se le scrivo io, per Pigi Battista sul Corriere sono il più grande complottista del secolo