sabato 19 febbraio 2011

Berlusconi: "Non voglio disturbare Gheddafi"

Nella notte bloccato il traffico internet in tutto il paese. Tensione in Algeria, migliaia in piazza e la polizia carica i manifestanti: in coma un deputato. Il re del Bahrein chiede di avviare il dialogo con l'opposizione, i blindati lasciano piazza delle Perle a Manama. Obama: "Basta violenze". Un morto in Yemen. Giallo su Ben Ali: "L'ex presidente tunisino è morto", ma non ci sono conferme


Sarebbero almeno 84 le vittime degli scontri tra forze dell'ordine e manifestanti che da tre giorni infiammano la Libia. E' la cifra fornita dall'organizzazione umanitaria Human Rights Watch citando testimonianze di fonti mediche e di residenti. Ieri sera Amnesty international aveva parlato invece di 46 morti. "Le autorità libiche devono porre fine immediatamente agli attacchi contro i manifestanti pacifici e proteggerli da gruppi antigovernativi", si legge in un comunicato dell'organizzazione umanitaria che ha sede a New York.

Bilancio drammatico anche quello riferito dall'emittente al Jazeera, secondo cui le forze della sicurezza libica hanno ucciso almeno 70 manifestanti a Bengasi, seconda città del paese. "L'ho visto con i miei occhi: almeno 70 cadaveri in ospedale", ha raccontato un medico, Wuwufaq al-Zuwail, aggiungendo che le forze della sicurezza hanno impedito alle ambulanze di recarsi nei luoghi delle proteste.

La tv satellitare ha raccontato anche di proteste in aumento contro il colonnello Muammar Gheddafi. Spiegando che il governo di Tripoli ha bloccato il segnale di al Jazeera nel paese, l'emittente riferisce inoltre che è stato oscurato anche il sito web. In questo caso non si tratta però di un provvedimento mirato. L'accesso a Internet, secondo quanto affermato da Arbor Networks, una società specializzata nella sorveglianza del traffico web basata negli Stati Uniti, la rete telematica è stata infatti bloccato
completamente in Libia nel corso della notte. La Libia ha "bruscamente interrotto" l'accesso a internet alle 02.15 locali (le 1.15 in Italia), ha precisato la società, aggiungendo che le connessioni internet erano già molto disturbate ieri.

A Bengasi, la situazione è particolarmente tesa. Secondo la Bbc parte dei soldati libici si sono uniti oggi in strada ai manifestanti. "I soldati sono cittadini di questo Paese e non possono combattere contro di noi", ha dichiarato uno dei dimostranti al sito della televisione britannica. In precedenza al Jazeera aveva riferito che per le strade di Bengasi erano stati schierati mercenari e che cecchini sparavano sui manifestanti, provocando la morte ed il ferimento di diverse persone.

"Berlusconi: Preoccupato, ma non ho sentito Gheddafi". Dopo le richieste da parte dell'opposizione di una presa di posizione da parte del governo italiano sulle violenze in Libia, Silvio Berlusconi si dice preoccupato per ciò che sta accandendo nell'intera area. Non ho sentito Gheddafi, aggiunge: "La situazione è in evoluzione e quindi non mi permetto di disturbare nessuno". In una telefonata ad una manifestazione del Pdl a Cosenza, il premier aggiunge: "Siamo preoccupati per quel che succede nel nord Africa e per quello che potrebbe accadere a noi se arrivassero tanti clandestini. Mi sto interessando direttamente e stiamo seguendo con il cuore in gola quello che succede".

Il silenzio delle autorità italiane su quanto sta avvenendo in Libia è "terribile e assordante", ha denunciato Walter Veltroni. "In pochi giorni ci sono stati quasi cento morti e non c'è stata ancora alcuna reazione ufficiale. Il grande sommovimento che, in nome del pane e della libertà, sta scuotendo l'Africa mediterranea è una cosa che riguarda direttamente l'Italia", afferma l'esponente del Pd. "E' necessaria una posizione ferma del nostro paese. Ogni ulteriore attesa sarebbe gravissima".

Anche l'Udc condanna la mancata presa di posizione delle autorità italiane: "Chiediamo che il governo riferisca
in Parlamento al più presto su quanto sta avvenendo e che le Camere esprimano una condanna netta e ferma per atti di violenza perpetrati nei confronti di spontanee manifestazioni di protesta popolare contro un regime tirannico", dice il leader Pierferdinando Casini, mentre Angelo Bonelli, dei Verdi, chiede al governo di non trasformarsi in una "stampella del regime dittatoriale libico". Il governo italiano "deve immediatamente togliere il suo sostegno al colonnello Gheddafi ed al suo regime. Il nostro governo non può continuare a sostenere ad un dittatore che governa violando sistematicamente i diritti umani e negando la democrazia al suo popolo", conclude.

Benedetto Della Vedova (Fli), chiede al governo di non tollerare oltre la repressione in Libia e di intervenire "nei confronti di Gheddafi che sta facendo sparare sui manifestanti". Il premier "deve ora dire con chiarezza se l'Italia e il suo governo sta con chi spara o con chi riceve i colpi, con chi manifesta per la liberta e la democrazia o con chi reprime le manifestazione", aggiunge. Per Francesco Rutelli, le parole del premier sul fatto di non voler disturbare Gheddafi sono "sbalorditive".  Il leader di Alleanza per l'Italia ha annunciato la presentazione al Senato di una interpellanza urgentissima al ministro degli Affari esteri nella quale chiede a Frattini se la linea di "non disturbare Gheddafi", esposta dal presidente del Consiglio, sia anche la linea dell'Unione Europea.

Dall'Italia dei Valori, Fabio Evangelisti dice: "E' ora che, dopo quarant'anni, Gheddafi vada a casa. L'Italia ha responsabilità storiche nei confronti del popolo libico, quello stesso popolo che, oggi, reclama libertà e giustizia. Abbiamo il dovere - conclude Evangelisti - di aiutare la transizione sospendendo, da subito, il discusso trattato di amicizia che ha portato grandi vantaggi alla dittatura".
 
Scontri ad Algeri, deputato in coma. Ma non è solo la Libia a preoccupare: la situazione è tesa anche in Algeria, dove centinaia di manifestanti sono scesi in piazza ad Algeri, sfidando il divieto delle autorità. Nella piazza del 1 maggio, luogo di ritrovo del corteo dell'opposizione, le forze di sicurezza hanno impedito di sostare e secondo testimonianze dal luogo, la polizia ha caricato i manifestanti. Un deputato algerino del partito di opposizione Raggruppamento per la cultura e la democrazia (RCD), Tahar Besbes, è in coma dopo essere stato colpito da un pugno da un agente durante la manifestazione di Algeri, ma le sue condizioni, nel corso delle ore sembrano migliorare.

Qualsiasi passante che si ferma viene picchiato dalla polizia, riferisce il quotidiano algerino indipendente al-Watan. "Il dispositivo di sicurezza - si legge sul sito - è presente in modo massiccio, molto più numeroso della settimana scorsa, ed ha di fatto chiuso quasi ermeticamente la piazza". Il corteo convocato dal Coordinamento nazionale per il cambiamento e la democrazia (Cncd) segue di una settimana un'altra manifestazione dell'opposizione algerina, repressa dalla polizia con cariche ed arresti.

Tunisia, "Ben Ali è morto", ma non ci sono conferme. 
E' giallo, intanto, sulla sorte dell'ex-presidente tunisino, Zine al-Abidine Ben Ali. Anche oggi, tra Europa e Medio Oriente, sono circolate voci che lo davano morto. Voci tuttavia non confermate da fonti ufficiali. Da giorni sul web si intrecciano indiscrezioni in merito a un ictus che avrebbe colpito lunedì il presidente tunisino Ben Ali, che sarebbe stato ricoverato in un ospedale di Gedda, in Arabia Saudita. Sul presidente si è espresso anche Silvio Berlusconi: Non credo sia morto, ha detto rispondendo ad una domanda dei giornalisti. "Non credo, perché le notizie di ieri da quella fonte lì, non mi sono state confermate da Tunisi".
 
Bahrein, sciopero generale da domenica.
 La tensione torna a salire anche in Bahrein. I blindati hanno lasciato piazza delle Perle, a Manama, teatro nei giorni scorsi di una violenta repressione da parte della polizia contro i manifestanti sciiti, ma i manifestanti sono tornati sul luogo, subito dopo lo sgombero. Pochi all'inizio, ma con il passare delle ore sono aumentati, fino ad arrivare a migliaia e hanno ripiantato le tende nel luogo simbolo della protesta. Immediata la reazione della polizia, che ha usato i gas lacrimogeni per disperdere l'assembramento. Una settantina di persone sono state portate in ospedale, ferite per i lacrimogeni o colpite da proiettili di gomma.

L'esercito era sceso nelle strade della capitale giovedì, poche ore dopo lo sgombero di un improvvisato accampamento dei manifestanti nella piazza. Stamane, il re del Bahrein, Hamad bin Isa al-Khalifa, ha incaricato il principe ereditario di avviare un dialogo nazionale con "tutte le parti" per risolvere la crisi innescata dalle proteste di piazza. Il principe ha ordinato alla polizia di "restare alla larga degli assembramenti", mentre i manifestanti si riversavano in piazza delle Perle. L'opposizione ha respinto l'offerta al dialogo chiedendo che prima il governo si dimetta e i militari si ritirino dalle strade. L'unione generale dei sindacati ha convocato uno sciopero generale illimitato a partire da domani per chiedere la libertà di manifestare in maniera pacifica, senza l'intervento delle forze dell'ordine.

Obama chiama il re: "Condanniamo le violenze". Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha personalmente telefonato al re del Bahrein, Hamad Bin Isa Al-Khalifa, condannando "l'uso della violenza contro i pacifici manifestanti" in Bahrein, Libia e nello Yemen, che offre un'importante cooperazione nella lotta antiterrorismo all'America. "Come alleato di lunga data del Bahrein - riferisce una nota della Casa Bianca - gli Usa ritengono che la stabilità del paese dipenda dal rispetto dei diritti universali e da riforme che rispondano alle aspirazioni di tutti i cittadini". Il Bahrein, infatti, ospita la quinta flotta Usa.

Yemen, un morto. Nello Yemen, scontri violenti hanno contrapposto manifestanti e sostenitori del regime intorno all'università di San'a: uno studente è stato ucciso a colpi di arma da fuoco e altri cinque sono rimasti feriti. Si tratta del primo morto nella capitale dall'inizio della contestazione contro il presidente Ali Abdallah Saleh, al potere da 32 anni.

Feriti in Kuwait. Il vento della rivolta contagia anche il Kuwait, dove circa 300 lavoratori stranieri, privi di qualsiasi diritto, chiedono la cittadinanza. La polizia ha disperso la manifestazione sparando gas lacrimogeni in un villaggio fuori Kuwait City. Lo riferisce Maha al-Barjas, della Ong Kuwaiti Human Rights Society, secondo cui almeno sette persone sono rimasti ferite.
 
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Proposta choc di Lega e Svp “Uccidere gli orsi non italiani”

Se non fosse una cosa seria, questa sarebbe una notizia a ridere. Dopo gli immigrati, i neri e i rom, la Lega nord (in questo caso con l’aiuto della Südtiroler volkspartei) punta il dito contro gli orsi, in particolare contro quelli clandestini, of course.

Sembra un paradosso, ma la vicenda riguarda il foglio di via (leggi l’abbattimento) degli orsi bruni che a partire dal 1994 sono arrivati a popolare il parco naturale Adamello Brenta. Il “trasferimento” fu reso possibile grazie ai finanziamenti (qualcosa come seicentomila euro) dell’allora Comunità europea. Animali con tanto di collare e regolare permesso di soggiorno. Peccato che gli esemplari abbiano sconfinato e dal Trentino siano arrivati nei boschi dell’Alto Adige e su, fino all’Austria e alla Baviera.

Fatto sta che la Commissione preparatoria del Dreierlandtag(Tirolo+Sudtirolo+Trentino) ha approvato una mozione Svp contro gli orsi sloveni reintrodotti nelle terre italiane, sostenuta della Lega nord che è addirittura favorevole al libero abbattimento di questi orsi “immigrati senza permesso di soggiorno e che non rispettano i confini”. Motivazione ufficiale: “La loro presenza nei boschi sarebbe una minaccia per chi vive e lavora in quelle zone”.

Una provocazione, l’ennesima, fatta durante le sedute dei consigli provinciali a Trento e Bolzano. Anche perché gli orsi sono una delle specie animali protette: la Convenzione di Berna, datata 19 settembre 1979, è chiara e, se non bastasse già nel 1939 la specie è inserita nell’elenco di quelle protette della fauna d’Italia a opera dell’allora senatore del Regno Gian Giacomo Gallarati Scotti e dalla legge quadro sulla protezione della fauna selvatica del 1992. Se i consiglieri della Lega volessero armarsi di fucile sanno che andrebbero incontro a sanzioni previste dal codice penale.

Il Progetto Ursus (Life Ursus) era stato avviato nel 1996, con fondi europei per cercare di risollevare le sorti dell’ultimo nucleo di Orso bruno delle Alpi italiane. Il Parco naturale Adamello Brenta, la Provincia Autonoma di Trento e l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica ritennero di unire le forze per la salvaguardia dei plantigradi nostrani. In quelle zone erano presenti solo tre orsi, tutti maschi, quindi la popolazione era biologicamente estinta. Era necessario introdurre nel territorio almeno 9 individui tra i tre ed i sei anni.

Prima della reintroduzione, un sondaggio di opinione sugli abitanti dell’area dimostrò che almeno il 70% dei cittadini residenti erano favorevoli alla reintroduzione stessa.

Nel 1999 ci fu la liberazione dei primi due orsi, Masun e Kirka, catturati nella Slovenia meridionale. Tra il 2000 ed il 2002 furono liberati altri otto individui.

Tutti gli orsi furono muniti di radiocollare e marche auricolari trasmittenti. E nel 2004 il progetto si è concluso dopo un secondo finanziamento europeo. Oggi la popolazione dei plantigradi è stimata in 30 esemplari e si spera in un ricongiungimento, attraverso i corridoi biologici, di tutte le popolazioni alpine. Anche se, dicono gli esperti, il pericolo d’estinzione, però, non era del tutto scongiurato.

“Tra l’altro”, spiega al fattoquotidiano.it il consigliere provinciale dei Verdi in Trentino, Roberto Bombarda, “gli orsi che adesso popolano i boschi sono italianissimi, nati in Italia, sulle nostre montagne. Purtroppo ogni sei mesi viene riproposta questa polemica, in realtà del tutto sterile: a chi dovremmo restituire gli orsi nati in Italia? Alla Slovenia? Con quali motivazioni? In quanto figli e nipoti di sloveni? Una follia, ovvio. Se vogliamo porre il problema lo si deve fare con motivazioni solide, non attraverso sparate che non stanno in piedi. Possiamo rivedere la normativa, apportare modifiche, ma nessuno credo voglia abbattere gli orsi e commettere reati”.

“Va detto inoltre”, spiega l’agenzia di stampa GeaPress, specializzata in animali e ambiente, “che  oltre al tentativo di evitare l’estinzione degli orsi, già biologicamente in atto a quella latitudine, il Progetto Ursus aveva sicuramente garantito  per anni occupazione e salario ad alcune decine di persone con diverse competenze e specializzazioni. Gli orsi del Trentino hanno già dovuto subire la cattura, lo sradicamento dai luoghi natii, ed ora, una volta ambientati in un nuovo territorio, dovrebbero essere scacciati e riportati in Slovenia”.

La polemica però resta in piedi e a difendere gli orsi sono rimasti soltanto i Verdi. “E’ annosa e riproposta con cadenza sistematica”, conclude Bombarda, “parliamone, ma in maniera seria, le provocazioni e i proclami senza senso non meritano attenzione”.

venerdì 18 febbraio 2011

Uno scandalo della democrazia

Forse avrà qualche ragione Umberto Bossi, che nella sua deriva neo-dorotea dichiara "oggi è un buon giorno per la maggioranza". Ma una cosa è certa: l'ulteriore compravendita di parlamentari appena conclusa dalla coalizione forzaleghista è una giornata nera per la democrazia. Ce n'erano state già tante altre, in questi mesi nei quali il berlusconismo da combattimento non ci ha risparmiato proprio nulla: dall'attacco contro lo Stato al killeraggio contro gli avversari. Ma ora il quadro si completa con l'accusa di Gianfranco Fini, che per la prima volta denuncia a viso aperto quanto già era evidente nel chiuso dei giochi di Palazzo: la tenuta di questo centrodestra si deve anche e soprattutto al "potere mediatico e finanziario" del presidente del Consiglio.

Fini, com'è evidente, parla prima di tutto da "parte lesa". Il calcio-mercato dei senatori e dei deputati si gioca soprattutto dentro la sua metà campo, già terremotata dalle lotte intestine esplose al congresso di Milano di domenica scorsa. Una battaglia di retroguardia che ha il sapore amaro della peggiore Prima Repubblica, e che restituisce al Paese un'immagine penosa: un progetto politico che aveva idee e ragioni per alzarsi in piedi e ribellarsi alla corte muta o plaudente del Cavaliere, ma che non ha ancora gambe e muscoli per correre e affrancarsi dalla signoria berlusconiana. Un disegno "alto", che insegue il traguardo 
di un "altro" centrodestra compiutamente europeo, cioè costituzionale repubblicano, laico, immiserito e alla fine compromesso dalla solita, indecente guerra tra i colonnelli. Futuro e Libertà, in queste ore, ricorda il profilo scisso dell'uomo di Ferdinando Pessoa: un pozzo che guarda il cielo. 

Nelle parole aspre di Fini, e quindi nel suo duro attacco al premier, risuona dunque anche l'eco di questa amarezza e di questa debolezza. Ma Fini è anche presidente della Camera. E il fatto che la terza carica dello Stato denunci con tanta durezza il vergognoso suk degli onorevoli messo in piedi dal capo del governo è anche e soprattutto un clamoroso scandalo della democrazia. L'istituzione che presiede uno dei due rami del Parlamento sta dicendo esplicitamente al Paese che il presidente del Consiglio "allarga" la sua maggioranza non solo grazie alla "moral suasion", cioè alla promessa di qualche strapuntino richiesto nel sottogoverno o alla minaccia di qualche giro non richiesto sulla macchina del fango. Ma anche grazie alla "money suasion", cioè alla forza della sua immensa ricchezza economica. 

Sappiamo bene che un'accusa del genere, anche o forse proprio perché promana da un'istituzione della Repubblica, dovrebbe essere maneggiata con tutta la cura e la prudenza del caso. Sappiamo bene che non può essere gettata in pasto agli italiani senza un riscontro oggettivo: per sostenerla occorrono prove tangibili, e chi le possiede ha il dovere civile di inoltrarle alla Procura di competenza, prima ancora che di pubblicarle sul "Secolo d'Italia". Ma il fatto stesso che la si evochi dimostra la gravità del momento. In questi ultimi mesi fior di parlamentari "in transito", in interviste su giornali radio e televisioni, hanno parlato di promesse di soldi e di mutui da pagare, in cambio di eventuali transumanze dall'opposizione. Massimo Calearo, poi effettivamente "transitato" nel gruppo delle anime perse dei cosiddetti Responsabili (che sarebbe più proprio definire Disponibili) si è spinto addirittura a render noto il "tariffario". E "Repubblica", solo due mesi fa, ha a sua volta pubblicato copia del doppio "contratto" che a inizio legislatura fu offerto e fatto firmare a due leghisti all'epoca indecisi, ai quali si proponeva (in caso di mancata elezione) un "co. co. pro" della durata dell'intera legislatura, pagato con un compenso pari allo stipendio di un parlamentare. 

Nulla è stato mai smentito. Né le interviste, né i contratti. Ce n'è abbastanza per parlare di uno scandalo politico, che evidentemente si sta perpetuando. Fini ha fatto bene a rompere il silenzio, riaffondando il bisturi nella ferita, mortale e mai sanata, del gigantesco conflitto di interessi berlusconiano. Ma all'ex co-fondatore del Pdl, una cosa si può e si deve dire. Avrebbe fatto ancora meglio se questa denuncia l'avesse lanciata non già nella posizione "terza" e super partes di presidente della Camera, ma in quella libera e legittima di leader del suo partito nascente. Se si fosse dimesso dal suo incarico istituzionale, e avesse accettato il suggerimento che questo giornale gli aveva dato fin dalla scorsa estate, quando i "guastatori" del Cavaliere gli scatenarono contro la campagna violenta sulla casa di Montecarlo, oggi il "j'accuse" di Fini avrebbe ben altra valenza politica, e ben'altra rilevanza mediatica. Non l'ha fatto. E ora, suo malgrado e certamente su tutt'altro piano, finisce per esser parte anche lui di questa brutta pagina della democrazia. 
m.giannini@repubblica.it
(18 febbraio 2011)

giovedì 17 febbraio 2011

VENDOLA: ENTUSIASMO STRAORDINARIO SU 'PROPOSTA BINDI'

Nichi Vendola,  ha risposto ad una domanda circa l'accoglimento piuttosto freddo che si e' registrato nel Partito democratico sulla sua proposta di Rosy Bindi come leader di una coalizione allargata che traghetti il paese in caso di dimissioni del governo.


 "C'e' un entusiasmo popolare straordinario. Stamattina mi hanno detto che, in una trasmissione sulla Rai, c'era il riverbero di un entusiasmo popolare nei confronti di questa proposta". Il presidente della Regione Puglia, e leader di Sinistra Ecologia e Liberta', Nichi Vendola, parla cosi' della sua proposta di una coalizione del centrosinistra allargata guidata da Rosy Bindi. "Vediamo. Io l'ho fatta - prosegue - mi pare coerente con il presupposto che bisogna affrontare la crisi democratica.
  Affrontiamola con una personalita' di spicco, politica, che possa aiutarci a traghettare il paese verso la normalita'".
  (AGI) Ba1/Bal/Zeb

"Fecondazione, nel milleproroghe c'è la schedatura delle donne"

"La schedatura di massa delle donne che si sottopongono alla fecondazione assistita. Ecco quello che vuol fare questo governo che invece parla tanto di privacy quanto si tratta del premier Berlusconi". Il senatore del Pd Ignazio Marino, medico chirurgo, denuncia senza mezzi termini quello che ritiene un episodio scandaloso: "Hanno usato il decreto milleproproghe per inserire di soppiatto nuove norme sulla fecondazione assistita, approvate dalla commissione bilancio certo non la più competente in materia".

Un emendamento presentato dal deputato Lucio Malan, e votato ieri al Senato, prevede infatti che il Ministro della salute possa richiedere qualunque informazione - sulle pazienti e sui trattamenti insiste Marino - ai centri italiani di procreazione medicalmente assistita (Pma). "I centri saranno obbligati a fornirli al ministero che potrà conoscere non solo gli aspetti medici ma anche i dati anagrafici e tutti i dettagli, dai cicli ormonali alle caratteristiche delle gravidanze".

Secondo il senatore è un fatto grave per due motivi. Da un lato c'è lo strumento giuridico, il milleproroghe, usato inappropriatamente per inserire nuove norme sulla fecondazione assistita. "Dall'altro lascia stupefatti la vaghezza della terminologia usata nell'articolo di legge quando si dice che i centri di Pma dovranno inviare "dati richiesti" al Ministero della salute. Ciò significa che non si pone alcun limite a possibili schedature da parte del Ministero con nome e cognome delle persone che si sottopongono alla fecondazione dando così libertà al Governo di conoscere ogni dettaglio personale di chi ricorre a queste tecniche. Questo è diverso dal raccogliere dati per valutare efficienza ed efficacia dei trattamenti. Se quello era il vero obiettivo, si potevano scrivere chiaramente i limiti per la raccolta delle informazioni. Altrimenti si chiama abuso".

Opposta l'opinione del direttore del Centro nazionale trapianti Nanni Costa. "risponde a una direttiva comunitaria la necessità di inviare dati dai centri per la procreazione medico-assistita al ministero della salute, e da questo all'Istituto Superiore di Sanità e al Centro nazionale trapianti". Il flusso di dati previsto riguarda le procedure di qualità, sicurezza e tracciabilità legate alle procedure attuate dal singolo centro che esegue tecniche di Pma. I dati serviranno a comprendere come viene applicata la normativa sul territorio.

Il gip spiega perché B. andrà alla sbarra

Silvio Berlusconi operò “sicuramente con abuso della qualità di presidente del Consiglio, ma, altrettanto certamente, al di fuori di qualsiasi prerogativa istituzionale e funzionale propria del presidente del Consiglio dei ministri, al quale nessuna competenza spetta in materia di identificazione e affidamento dei minori e che, più in generale, non dispone di poteri di intervento gerarchico nei confronti dell’autorità della polizia di Stato ovvero della polizia giudiziaria, impegnata nell’espletamento di compiti d’istituto”. E ancora la telefonata ai vertici di via Fatebenefratelli, durante la quale spacciò la diciassettenne Ruby per nipote di Mubarak e ne chiese il rilascio, fu un “indebito intervento nei confronti del capo di gabinetto della questura Pietro Ostuni, il suo tramite di ulteriori funzionari”. Anche per questo, scrive il gip Cristina Di Censo,  la prova a carico di Silvio Berlusconi “appare evidente in ragione dei contenuti delle plurime e variegate fonti di prova tutte riferite e pertinenti ai capi d’imputazione”.

Il giorno dopo il loro deposito, diventano pubbliche le 27 pagine con cui il giudice ha mandato alla sbarra il presidente del Consiglio per concussione e prostituzione minorile. Così diventa chiaro perché secondo il gip il premier non deve essere processato dal tribunale dei ministri. E quali sono gli elementi sulla base dei quali ha disposto il processo con rito immediato. Il lungo elenco delle fonti di prova va da pagina 11 a pagina 27 del decreto. Comprende “gli accadimenti della notte tra il 27 e il 28 maggio 2010″ quando Berlusconi fece affidare Ruby alla consigliera regionale NicoleMinetti, che a sua volta la abbandonò nelle mani della prostituta Michelle Conceicao. E prosegue con i verbali “di assunzione informazioni” di Ruby e quelli che riguardano “persone in contatto con lei”; il “concorso ‘una ragazza per il cinema’ del 3 settembre 2009″, al quale partecipò come giurato anche Emilio Fede (e in quell’occasione la giovane marocchina dichiarò di essere minorenne), poi “la disponibilità di ingenti somme di denaro da parte di Ruby”; l’analisi delle “celle telefoniche delle presenze ad Arcore di Ruby dal 14 febbraio 2010 al 2 maggio 2010″; le intercettazioni telefoniche che dimostrano lo svolgimento di alcune serate ad Arcore, nel gennaio, nel luglio, nell’agosto e nel settembre 2010; la presenza della giovane prostituta Iris Berardi (la prima volta era minorenne) durante queste serate, il video del settimanale Oggi in cui si vedono alcune ragazze entrare senza essere sottoposte a controlli nella residenza del premier; la serata a Villa Campari del 4 settembre 2010; “i rapporti tra Lele Mora ed Emilio Fede per l’organizzazione delle serate testimoniate da conversazioni telefoniche” tra il 10 agosto e il 24 ottobre 2010; e una notazione “della polizia giudiziaria della Guardia di Finanza relativa all’esito degli accertamenti di movimentazioni di denaro tra Silvio Berlusconi, Giuseppe Spinelli, Lele Mora ed Emilio Fede”. Un documento dal quale traspare come davvero a Mora Berlusconi versò oltre un milione d i euro, 400mila dei quali dovevano essere girati al direttore del Tg4 che al premier aveva spiegato come la riservatezza dimostrata dall’impresario televisivo andasse in qualche modo ricompensata. Sempre tra le prove elencate dal gip c’è poi la ricostruzione completa della gestione degli appartamenti di via Olgettina da parte di Nicole Minetti e delle elargizioni di denaro alle ragazze arrivate “per il tramite di Giuseppe Spinelli, fiduciario di Sivio Berlusconi”.

E mentre oggi dall’ufficio del giudice delle indagini preliminari sono partite le notifiche del decreto che dispone il giudizio e della richiesta di giudizio immediato dei pm – un plico di poco meno di 800 pagine, recapitato al Presidente del Consiglio e ai suoi difensori e a Ruby, ai tre funzionari della Questura di Milano e, tramite l’avvocatura della Stato, al ministero dell’Interno – emergono nuove tessere del quadro accusatorio che hanno portato il gip a ritenere sussistente l’evidenza della prova a carico del capo del Governo. Da un lato, i magistrati sono prudenti sulle dichiarazioni contenute nei cinque verbali di Ruby (quello del 3 agosto scorso è stato redatto in due tempi), ritenute credibili a “segmenti” perché contraddittorie in più punti. Dall’altro però nelle carte ci sono anche una serie di intercettazioni che testimoniano non solo come i suoi genitori, M’Hamed El Mahrog e la moglie Naima, fossero “a conoscenza di fatti riguardanti la vita di Ruby” ed evidentemente le sue frequentazioni milanesi, ma come lei stessa avesse cercato di impedire che la madre li rivelasse alla polizia che si era recata a Letojanni (Messina) per sentire la donna.

Il 30 settembre il padre, alle 11.19, al telefono con la figlia, le riferisce che “questi sono usciti da me insieme a tua madre, erano in due donne e tre uomini” e che prevedevano “di fare fino alle 15.30”. L’uomo poi spiega a Ruby, di aver saputo dal personale di polizia giudiziaria che stavano “facendo delle indagini”, raccontando che “alla mamma (…) sono state fatte delle domande sulla storia della figlia da quando ha cominciato a frequentare le scuole”, cosa che serviva “per regolare la situazione in merito ai documenti della figlia”. A questo punto la giovane marocchina raccomanda al padre di “dire alla madre di alzarsi e dichiarare di non voler rispondere a nulla”. E lui replica: “la mamma sa quello che sta dicendo”.

Dalle telefonate risulta inoltre, come i rapporti tra Ruby e i suoi genitori siano ben diversi da come lei ha descritto più volte: non così tesi, evidentemente, se i due genitori conoscono la vita che la giovane figlia conduce tra Milano e Genova come ragazza ‘immagine’ nei locali notturni e nelle serate mondane. E nemmeno così conflittuali se il padre le chiede “di fare quello che può per sbloccare l’invio del denaro”, probabilmente un contributo economico da mandare alla famiglia, compresi i due fratelli più piccoli, quando la ragazza è in comunità in Liguria. Intanto, nel tardo pomeriggio di oggi Ruby si è recata da Genova a Milano per un colloquio con il suo nuovo probabile legale, Paola Boccardi, che domani dovrebbe depositare la nomina.

da ilfattoquotidiano.it

Silvio Pelvico

Alla fine, depositato il polverone politico-mediatico del Truman Show, restano i fatti nudi e crudi, che il gip Cristina Di Censo descrive con una semplicità disarmante. Una sera di maggio un cittadino telefona in Questura per far rilasciare una minorenne marocchina fermata per furto senza documenti né fissa dimora, spacciandola per la nipote del presidente egiziano Mubarak. Se fosse un passante, lo manderebbero a prendere per il trattamento sanitario obbligatorio. Trattandosi del presidente del Consiglio, trattengono le risa e obbediscono a lui anziché al pm minorile e affidano la ragazza a una procace consigliera regionale che si è precipitata sul posto in compagnia di una prostituta brasiliana, nelle cui mani poi la consigliera scarica la minorenne. Le due immigrate vengono poi sorprese a rissare furiosamente e a rinfacciarsi la loro professione, la più antica del mondo. Indagini, interrogatori e intercettazioni per scovare chi organizza il giro di squillo: saltano fuori i nomi della consigliera regionale, di un direttore di telegiornale e di un impresario di star dalla dubbia fama (lui, non le star). L’utilizzatore finale invece è il presidente del Consiglio, che paga in soldi, favori, gioielli, appartamenti in comodato gratuito: ecco perché ha telefonato in Questura. Dalle perquisizioni affiorano i soldi, elargiti un po’ dal premier un po’ dal suo ragioniere, che però non può essere perquisito perché abita in una succursale della Presidenza del Consiglio. Ci vuole il permesso della Camera. I giudici lo chiedono. La Camera rispedisce il faldone al mittente senza dire né sì né no, sostenendo che è competente il Tribunale dei ministri perché il premier chiamò la Questura per sventare una crisi diplomatica con l’Egitto. Vivo stupore in Egitto, dove nessuno è stato avvertito del fatto che il capo del governo italiano racconta in giro che Mubarak ha una nipote prostituta e che questa presta abitualmente servizio in casa sua (del capo del governo italiano). Anche perché, in tal caso, l’Italia rischierebbe non solo l’incidente diplomatico, ma un attacco missilistico. Alla Procura di Milano bastano meno di tre mesi per tirare le somme: pagare una minorenne in cambio di sesso è reato (prostituzione minorile), indurre la Questura a compiere un atto indebito a favore di un’amica è reato (concussione). E, siccome in casi così rapidi ed evidenti il Codice prevede il rito immediato, i pm lo chiedono. Il gip Di Censo sa quel che le accadrà se lo accorderà: verrà insultata, spiata, screditata, dossierata, trascinata alla Consulta. Eppure mantiene i nervi saldi e decide secondo coscienza, sine spe ac metu, uniche bussole il Codice penale e la Costituzione. Dopo i 5 giorni canonici, rinvia B. a giudizio immediato. Ritiene che le accuse siano provate e meritino il vaglio processuale. Il Tribunale stabilirà se è provata anche la colpevolezza dell’imputato B. Incidentalmente il gip spiega anche perché il caso è roba da tribunale ordinario: basta leggere la Costituzione per sapere che è reato ministeriale quando un membro del governo abusa delle proprie funzioni. Ma il premier non ha poteri sulle Questure (non è il ministro dell’Interno né il capo della Polizia): ergo, chiamando quella di Milano, non abusò delle funzioni, ma della qualità di capo del governo. Reato ordinario, tribunale ordinario. Tutto semplice, elementare, lapalissiano. Ci arriverebbe uno studente al primo giorno di Giurisprudenza. Non, dunque, legioni di politici e opinionisti servi. Il 6 aprile, se vorrà, B. comparirà in tribunale. Se non vorrà, peggio per lui: lo processeranno lo stesso. Dopo vent’anni di urla, strepiti, leggi su misura, censure, epurazioni, ricorsi, ricusazioni e centinaia di milioni spesi in avvocati, giudici, testimoni e deputati per trasformare il Parlamento e il Paese intero in un gigantesco collegio di difesa, si ritroverà solo, impotente, nudo come un verme davanti all’incubo che lo insegue da sempre: la Giustizia.

mercoledì 16 febbraio 2011

Anche i musulmani adorano la Madonna

Molte persone possono essere sorpreso dal fatto che i musulmani amano Maria, la madre di Gesù. Nel Corano, nessuna donna è dato più attenzione di Maria. Maria riceve la maggior attenzione di ogni donna menzionata nel Corano, anche se tutti i profeti, con l'eccezione di Adamo aveva madri. Del Corano 114 capitoli, lei è tra le otto persone che hanno un capitolo a loro nome. Il diciannovesimo capitolo del Corano porta il suo nome, Mariam. Mariam Maria significa in arabo. Il terzo capitolo del Corano è il nome di suo padre, Imran. Capitoli Mariam e Imran sono tra i più bei capitoli del Corano. Maria (pace su di lei) è l'unica donna specificamente indicati nel Corano. Un autentico Haddith afferma che il Profeta ha detto: "La superiorità della 'Aisha per altre donne è come la superiorità della Tharid (carne e piatto di pane) per gli altri pasti. Molti uomini ha raggiunto il livello di perfezione, ma nessuna donna ha raggiunto un tale livello eccezione di Maria, la figlia di Imran e Asia, la moglie del Faraone ". (Bukhari 4,643). Infatti, sia Maria e la moglie del faraone sono un esempio (Corano 66:11-12). La Vergine Maria svolge un ruolo molto significativo in Islam. Lei è un esempio e un segno per tutti gli uomini.
Nel Corano, storia di Maria comincia mentre è ancora nel grembo di sua madre. La madre di Maria, ha detto: "O mio Signore, io do a te dedico ciò che è nel mio ventre Tuo servizio, in modo speciale per accogliere questo di me: ne senti e sai tutte le cose. For" (Corano 3:35).
Lei voleva il bambino nel suo ventre per servire solo il Creatore. Quando Maria è stato consegnato, disse: "O mio Signore femmina! Bambino Ecco, io sono consegnati a di!" (Corano 3:36). Si aspettava il suo bambino di essere un figlio maschio che sarebbe cresciuto fino a essere uno studioso o un leader religioso. Tuttavia, Dio aveva un piano migliore. Dio è il migliore degli strateghi. Corano 3:36 continua "... e Dio sapeva meglio quello che ha portato via-'E nessun saggio è il maschio come la femmina. Ho chiamato il suo Mariam, e mi congratulo con lei e la sua prole alla tua protezione da Satana, il Rifiutato'. "Mariam letteralmente significa" serva di Dio ".
Nel Corano 3:37, Dio afferma che Egli accettò Maria come la madre le aveva chiesto. Ha fatto crescere in Maria la purezza e bellezza. Lei è stato assegnato alle cure di un sacerdote di nome Zaccaria. Questo è interessante considerare alcune donne hanno avuto questa opportunità.
Ogni volta che è entrato (la sua) camera di vederla, la trovò in dotazione con il sostentamento. "Egli disse: 'Maria! O Da dove (si) questo a voi?' Ha detto: 'Da Dio misura. Per Dio fornisce sostentamento a chi vuole senza.' "(Corano 3:37). Dopo aver sentito la risposta di Maria: "Ci ha fatto Zakariya pregare il Signore, dicendo: 'O mio Signore! Grant a me da te una progenie che è puro, perché tu sei Colui che ascolta la preghiera!'" (Corano 3:38).
Anche se la sua moglie era sterile e lui era molto vecchio, Dio benedice Zaccaria ed Elisabetta, sua moglie con John. John è noto come "Giovanni Battista" nella Bibbia. Zaccaria era scettico dopo gli angeli annunciarono la nascita di Giovanni. La risposta al suo scetticismo era "Forse che Dio realizzare ciò che vuole" (Corano 3:40). Giovanni sarebbe diventata una casta e nobile profeta come gli angeli aveva dichiarato (Corano 3:39).
Il Corano parla miracoloso concepimento di Maria pure. Correlare nel libro (la storia di) Maria, quando si allontanò dalla sua famiglia in un luogo in Oriente ". Tese una schermata (schermo a se stessa) da loro, allora inviammo il Nostro Spirito, che assunse le sembianze di un uomo in tutti gli aspetti. " (Corano 19,16-17). Dopo aver visto l'angelo, ha detto: "Mi rifugio da te alla (Dio) Compassionevole: vieni non vicino) se tu Dio. Fai paura (" (Corano 19,18). L'angelo Gabriele ha risposto: "No, io sono soltanto un messaggero del tuo Signore, (per annunciare) a te il dono di un figlio puro». (Corano 19:19). La sua risposta successiva è previsto. Ha chiesto: "Come potrei avere un figlio, visto che nessun uomo mi ha toccata, e non sono certo una libertina?" (Corano 19:20). L'angelo Gabriele disse: "So (sarà): il tuo Signore dice: 'Questa è facile per me: e (vogliamo) di nominare lui come a uno degli uomini Registrati e una misericordia da noi.' Si tratta di una materia (così) ha decretato ". (Corano 19,21). Maria diventa allora incinta.
Gesù è un profeta e messaggero. Un Messenger è un profeta che è dato rivelazione di Dio. Considerando che la Torah era rivelato a Mosè, il Vangelo è stato rivelato a Gesù. Messaggeri sono una guida misericordia, e segno di Dio. "E Dio gli insegnerà (Gesù) il Libro e la saggezza, la Torah e il Vangelo, e (nomina lui) come un messaggero per i figli di Israele, (con questo messaggio):
'Io sono venuto a voi, con un segno del tuo Signore, in che io faccia per te di argilla, per così dire, la figura di un uccello, e respirare in esso, e diventa un uccello di lasciare Dio. E io guarire il cieco nato e il lebbroso, e mi mettono i morti nella vita, da Dio, lasciare, e io vi dichiaro ciò che voi mangiate, e ciò che voi accumulate nelle vostre case. Sicuramente vi è un segno per voi, se ha fatto credere. (Io sono venuto a voi) di attestare la Torah che è stato prima di me. E per rendere lecito parte di ciò che vi era (prima) vietata. Sono venuto a voi con un Segno dal vostro Signore. Quindi, temete Dio, e obbedire a me. È Dio che è il mio e vostro Signore, poi lo adorano. Questo è un modo che è diritto. '"(Corano 3:48-51).
Dio ha nominato messaggeri, per aiutarci a rispondere a domande come: Che cosa succede dopo la mia morte? Cosa c'è di giusto e sbagliato? Esiste un mondo soprannaturale esiste? Qual è lo scopo della mia creazione? Gesù ha chiamato persone al culto del Dio unico. Solo gli lasciare Dio era Gesù in grado di compiere miracoli.
"Quando Gesù trova incredulità sui loro (i discepoli) parte disse: 'Chi sono i miei aiutanti a (opera di), Dio?" Disse ai discepoli: "Noi siamo Dio aiutanti:" Crediamo in Dio, e fare testimonianza tu sopportare che noi siamo musulmani '. "(Corano 3:52).
Dopo il concepimento di Gesù, Maria se ne andò con il bambino in un paese lontano (Corano 19:22). "I dolori del parto ha spinto a lei il tronco di una palma.-E piangeva (nella sua angoscia): 'Ah, cosa! Vorrei che fossi morto prima dimenticato questa! Vorrei che ero stato un!'" (Corano 19 : 23). "Ma (a voce) le gridò da sotto il (palma): 'Non ti affliggere: per il tuo Signore ha posto un ruscello sotto di te, e scuoti il tronco della palma, l'albero verrà lasciato cadere freschi maturi date su di te. Quindi mangiare e bere e cool (tuo) occhio. E se tu vedi un uomo, dire: 'Ho fatto un voto rapido a (Dio), il Compassionevole, e questo giorno mi entra in non parlare con qualsiasi essere umano essere. '"(Corano 19:24-26).
Giuseppe, i magi, e mangiatoia non sono menzionati nel Corano. Dio era solo di Maria Provider. I musulmani non accettano la nascita verginale di Gesù come la prova della 'divinità di Gesù. "La similitudine di Gesù davanti a Dio è come quello di Adamo che Egli creò dalla polvere, poi disse: 'Be'. Ed era ". (Corano 3:59). di creazione di Adamo era ancora più miracoloso perché era nato senza padre e madre. Quando lei porta il bambino alla sua gente, hanno detto: "O Maria a! Davvero una cosa strana è che tu donna! Portato O sorella di Aronne unchaste Tua! Padre non era un uomo, il male né la tua madre!" (Corano 19:27-8). Mary punti quindi per il bambino. Hanno detto: "Come possiamo parlare di uno che è un bambino nella culla?"(Corano 19,29). Poi accade un miracolo che non è menzionato nella Bibbia. In difesa di sua madre, Gesù disse: "Io sono veramente un servo di Dio come. Egli mi ha dato la rivelazione e fatto di me un profeta, e lui ha fatto mi ha benedetto ovunque sia, e ha ingiunto a me preghiera e la carità più a lungo Io vivo; (Mi ha fatto) gentile con mia madre, e non prepotente o unblest; Così la pace è su di me il giorno in cui nacqui, il giorno che muoio, e il giorno in cui sarò risuscitato a vita (di nuovo !) " (Corano 19:30-33).
La nascita verginale di Gesù era un segno. "E (ricorda) colei che conservò la sua verginità: abbiamo respirato in essa del Nostro Spirito, e abbiamo fatto suo e di suo figlio un segno per tutti i popoli." (Corano 21:91). Tutti i profeti precedenti ha confermato l'unicità di Dio, Tawhid. Considerando che la Santa Trinità è il concetto fondamentale di Dio nel cristianesimo, Tawhid è il concetto fondamentale di Dio nell'islam. Dio esiste indipendentemente dalla religione. I musulmani non credono nel concetto di Trinità (Corano 5,73). Dio non è Gesù (Corano 5:72). Nel Giorno del Giudizio, quando Gesù viene chiesto se avesse chiamato le persone ad adorare lui e sua madre come due divinità, Gesù dirà: a Te! Mai "avrei potuto dire quello che non aveva alcun diritto (di dire). Gloria che avevo ha detto una cosa del genere, avresti anzi lo hanno conosciuto. tu sai che cosa è nel mio cuore, tu non so che è nel tuo. Per Tu sai in pieno tutto ciò che è nascosto. " (Corano 5:116).
Le persone non dovrebbero adorare qualsiasi di creazione di Dio, tra Gesù e Maria. Non dobbiamo cedere nessuno dei creazione di Dio i suoi attributi divini e caratteristiche. "Egli è Dio, il Creatore, il Creatore, il Modellatore lui. A Lui appartengono i nomi più; Beautiful. Tutto ciò che è nei cieli e la terra la magnifica Egli è l'Onnipotente, il Saggio". (Corano 59:24).
Anche se Dio può tutto, lo fa solo cose che siano coerenti con la sua natura fondamentale. Generare un figlio non è coerente con la magnifica natura di Dio (Corano 19:92, Corano 19:35). Coerentemente con la sua natura fondamentale è il perdono. Anche se Adamo ed Eva non poteva più vivere in Paradiso, Dio ha perdonato Adamo ed Eva per il loro peccato dopo che sinceramente pentiti (Corano 2:35-37). Siamo responsabili per le nostre azioni proprie e non saranno puniti per le gesta di un'altra persona (Corano 53:38-42). Pertanto, i musulmani rifiutano la dottrina del peccato originale. Anche se Adamo ed Eva furono puniti, Dio resterebbe a essere misericordioso con l'invio di orientamento per l'umanità. "Abbiamo detto: 'Get down tutti voi, da questo luogo (il Paradiso), poi quando ci viene a voi di orientamento da me, e chi segue la mia guida, vi deve essere alcun timore su di loro, non saranno afflitti.'" ( Corano 2:38).
Quando la gente sente il termine Islam, che tendono naturalmente a pensare alla religione organizzata dell'Islam, che è iniziato nel settimo secolo dC con profeta Maometto. Tuttavia, in arabo la parola Islam deriva dalla "root" Salema, che significa pace, la purezza, la sottomissione e l'obbedienza. In senso religioso, l'Islam significa pace e purezza ottenuto sottoponendo alla volontà di Dio e di obbedienza alla sua legge. Musulmani sono coloro che presentano. I musulmani credono che tutti coloro che hanno presentato alla volontà di Dio, in linea con la rivelazione divina ricevuta prima dell'avvento dell'Islam, con formale profeta Mohammed, sono stati anch'essi musulmani. Quindi, provenienti da questa intesa, i musulmani credono che noi siamo parte di una comunità di fede di continuare con Gesù e Maria. Maria, Gesù ei discepoli erano tutti "i musulmani", perché essi hanno presentato a Dio.
Ecco! "Gli angeli dissero: O Maria! 'Dio ha scelto te e purificato te - te scelto tra tutte le donne di tutte le nazioni che hanno. Prua O Maria! Adorare il tuo Signore: Prostrato devotamente te stesso, e la prua verso il basso (in preghiera) con quelle verso il basso. '"(Corano 3:42-43).
Un altro profeta con un messaggio simile a Gesù 'in seguito sarebbe nato in Arabia nel VI secolo. Egli ha inoltre invitato le persone al culto del Dio unico. Anche se in grado di leggere e scrivere, Muhammad (pace su di lui) sarebbe bello recitare versi del Corano come sono stati rivelati a lui. Il Corano è un miracolo bella, un segno, una grazia, un ammonitore, e una guida per tutte le persone. Maometto è l'ultimo Profeta da una serie di profeti che comprendeva Noè, Abramo, Mosè e Gesù (pace su di loro). Tutti i profeti sono stati i modelli per una vita retta. gli sunnah Muhammad, i suoi detti, ad esempio, e tradizioni, è anche considerato la rivelazione. La sua Sunnah è espressa in vari libri di Haddith.
"In effetti nel Messaggero di Dio, si ha un buon esempio da seguire per chi spera (l'incontro con) Dio e nell'Ultimo Giorno, e ricorda molto di Dio". (Corano 33:21).
Dio ha creato tutti gli uomini ad adorare Lui e di vivere la vita sulla base di suoi insegnamenti e di orientamento."Aggrappatevi tutti insieme, con la corda che Dio (si estende per voi), e non dividetevi tra voi, e ricordate con Dio favore gratitudine a voi, per voi erano nemici e si è unito i vostri cuori nell'amore, così che dalla sua grazia, siete diventati fratelli e voi erano sull'orlo della fossa di fuoco, e Lui si è salvato da essa.. Così Iddio fare i suoi segni chiaro a voi affinché possiate essere "guidate (Corano 3:103).
"Se qualcuno vuole una religione diversa dall'Islam (sottomissione a Dio), non potrà mai essere accettato di lui, e nell'altra vita sarà tra le file di coloro che hanno perso". (Corano 3:85).
Compiamo questo mediante la testimonianza di unicità di Dio e accettare la sua rivelazione finale nella nostra vita quotidiana. "O voi che credete, temete Dio come Egli deve essere temuto, e non morire se non in uno stato di Islam".(Corano 3:102).
Non c'è nessuno degno di adorazione, ma Dio, e Muhammad è il suo messaggero.

martedì 15 febbraio 2011

Dalla questura al sesso con Ruby le dieci menzogne di Berlusconi

Ecco le prove che smentiscono l'autodifesa del Cavaliere sullo scandalo che lo ha investito

Si contano dieci menzogne nell'intervento televisivo di Silvio Berlusconi. Qui di seguito dimostriamo come le parole del premier siano variazioni falsarie. Costruiscono per l'opinione pubblica una fiction che appare in gran parte fasulla anche alla luce di quel che è già emerso dai documenti dell'inchiesta di Milano. Le bugie nelle dichiarazioni del presidente del Consiglio devono negare come e perché sia riuscito ad esfiltrare dalla questura, sottraendola alla tutela dello Stato, una minorenne accusata di furto. Una minorenne con la quale il capo del governo ha intrattenuto, per lo meno per tre mesi, una relazione molto intensa, al punto che ci sono tra i due 67 contatti telefonici in 77 giorni. Impossibilitato a raccontare la verità su quella relazione, il premier è costretto a mentire ancora: parla di persecuzione giudiziaria; inventa una violazione della sua privacy; accusa la polizia di aver maltrattato le sue amiche: è un'autodifesa che non accetta di essere verificata. "Non mi devo vergognare", dice Berlusconi. Le sue dieci bugie lo dovrebbero convincere non solo a vergognarsi, ma anche ad assumersi la responsabilità di fare chiarezza davanti ai giudici e dinanzi al Paese. Ecco dunque le dieci bugie che, se necessario, integreremo nel corso del tempo.

1. "Non ho minacciato nessuno"
Dice il premier: "Vi leggo le risposte del funzionario al pubblico ministero dove descrive la mia telefonata: "L'addetto alla sicurezza mi disse: dottore , le passo il Presidene del Consiglioerché c'è un problema. Subito dopo il presidente del Consiglio mi ha detto che vi era in questura una ragazza di origine nord africana che gli era stata segnalata come nipote di Mubarak e che un consigliere regionale, la signora Minetti, si sarebbe fatta carico di questa ragazza. La telefonata finì così". Ma vi pare che questa possa essere considerata una telefonata di minaccia?". 
Berlusconi sa di mentire perché non ci fu una sola telefonata con il capo di gabinetto. Come si legge nell'invito a comparire il funzionario riceve ripetute e "ulteriori chiamate dalla presidenza del Consiglio" (la procura ha escluso tutti i contatti telefonici di Berlusconi e non è ancora pubblico il numero esatto). Devono essere state così urgenti e incombenti da consigliare al capo di gabinetto di telefonare 24 volte al funzionario di servizio, al suo diretto superiore, al questore. La prima telefonata è delle 00.02.21, l'ultima addirittura delle 6.47.14. Non importa se il capo di gabinetto abbia o meno avvertito "una minaccia" nelle parole del presidente. E' indiscutibile che il funzionario si dà molto da fare. L'esito è l'affidamento di Ruby, di fatto, a una prostituta, Michele Coincecao, eventualità che il pubblico ministero per i minori, Anna Maria Fiorillo, aveva escluso. Questo è il risultato della pressione di Berlusconi: la polizia non rispetta le disposizioni del magistrato.

2. "Non ho fatto sesso con Ruby"
Dice il premier: "Mi si contestano rapporti sessuali con una ragazza minore di 18 anni, Ruby. Questa ragazza ha dichiarato agli avvocati e mille volte a tutti i giornali italiani e stranieri che mai e poi mai ha avuto rapporti sessuali con me".
E' utile ricordare come Ruby sia stata "avvicinata" dagli avvocati, da quali avvocati, in quale occasione. E' il 6 ottobre 2010, Ruby deve incontrare il suo avvocato non quello di oggi (Massimo Di Noja) che sarà nominato soltanto il 29 ottobre, ma Luca Giuliante, difensore anche di Lele Mora. Ruby raggiunge lo studio del legale accompagnata da un amico Luca Risso. Risso, via sms, fa a una sua amica il resoconto di quel che accade. Sono utili cinque messaggi. 1. "Sono nel mezzo di un interrogatorio allucinante... Ti racconterò, ma è pazzesco!". 2. "E' sempre peggio quando ti racconterò (se potrò...). 3. L'amica scrive: "Perché stanno interrogando Ruby?". 4. Scrive Risso: "C'è Lele (Mora), l'avv., Ruby, un emissario di Lui. Una che verbalizza. Sono qui perché pensano che io sappia tutto". 5. "Sono ancora qua. Ora sono sceso a fare due passi. Lei è su, che si sono fermati un attimino perché siamo alla scene hard con il pr... con la persona". Da queste informazioni si deducono un paio di scene. Ruby è stata protagonista di "scene hard" con il presidente. Lele Mora, un inviato di Berlusconi e l'avvocato Giuliante la "interrogano" per conoscere che cosa ha raccontato ai pubblici ministeri. E' un vero e proprio debriefing che può consentire di conoscere le accuse, prevedere le mosse dei pubblici ministeri, ribaltare i ricordi della ragazza con la dichiarazione giurata che oggi Berlusconi sventola. Inutilmente perché appare più il frutto o di una violenza morale o di una corruzione, se si prende per buono quel che Ruby dice al padre: "Sono con l'avvocato, Silvio gli ha detto: dille che la pagherò il prezzo che lei vuole. L'importante è che chiuda la bocca". E' il 26 ottobre 2010.

3. "Anche Ruby mi scagiona" 
Dice il premier: "Vi leggo quello che ha detto la stessa Ruby in una dichiarazione firmata e autenticata dai suoi avvocati: "Non ho mai avuto alcun tipo di rapporto sessuale con l'onorevole Silvio Berlusconi. Nessuno, né l'onorevole Berlusconi né altre persone, mi ha mai prospettato la possibilità di ottenere denari o altre utilità in cambio di una disponibilità ad avere rapporti di carattere sessuale con l'on. Silvio Berlusconi. Posso aggiungere che, invece, ho ricevuto da lui, come forma di aiuto, vista la mia particolare situazione di difficoltà, una somma di denaro. Quando ho conosciuto l'on. Berlusconi, gli ho illustrato la mia condizione personale e famigliare nei seguenti termini: gli ho detto di avere 24 anni, di essere di nazionalità egiziana (non marocchina), di essere originaria di una famiglia di alto livello sociale, in particolare di essere figlia di una nota cantante egiziana. Gli ho detto anche di trovarmi in difficoltà per essere stata ripudiata dalla mia famiglia di origine dopo che mi ero convertita al cattolicesimo". Ecco perché vorrei fare il processo subito, con queste prove inconfutabili, ma con giudici super partes.
Più che inconfutabili, queste fonti di prova appaiono insincere. Abbiamo visto in quale clima e dinanzi a quali attori nasca lalettera di Ruby che assolve Berlusconi. La favola poteva essere congegnata meglio. Anche a dimenticare quelle "scene hard", ci sono almeno alcune rilevanti condizioni che la scompaginano e dicono quanto Berlusconi non racconti la verità. Il premier sapeva della minore età di Ruby e non ha mai creduto che fosse di "una famiglia di alto livello sociale" perché è Emilio Fede che la scrutina in un concorso di bellezza in Sicilia nel 2009. Il giornalista sa che è una "sbandata". C'è un video che lo mostra quando, in quell'occasione, dice: "C'è una ragazza di 13 anni, se non sbaglio egiziana, mi sono commosso, ho solidarizzato (perché) la ragazza non ha più i suoi genitori... ". Per "solidarietà", Fede indirizza la teenager da Lele Mora che la "svezza" e in quello stesso anno la destina alle serate di Berlusconi. Alcuni testimoni riferiscono che nel 2009 Ruby frequenta in due occasioni Villa San Martino. Lei lo conferma: "Frequento Berlusconi da quando avevo sedici anni". L'incontro con il Sovrano non sarà occasionale. Il Drago ne incapriccia. Dal 14 febbraio al 2 maggio 2010 si contano 67 contatti telefonici tra Ruby e il presidente. Una telefonata al giorno, quasi.

4. "E' la 28esima persecuzione"
Dice il premier: "Ho avuto finalmente modo di leggere le 389 pagine dell'ultima vera e propria persecuzione giudiziaria, la ventottesima in 17 anni". Il numero dei processi di Berlusconi è un mistero misericordioso che cambia a seconda delle ragioni. Dice il Cavaliere: "In assoluto [sono] il maggior perseguitato dalla magistratura in tutte le epoche, in tutta la storia degli uomini in tutto il mondo. [Sono stato] sottoposto a 106 processi, tutti finiti con assoluzioni e due prescrizioni" (10 ottobre 2009). Nello stesso giorno, Marina Berlusconi ridimensiona l'iperbole paterna: "Mio padre tra processi e indagini è stato chiamato in causa 26 volte. Ma a suo carico non c'è una sola, dico una sola, condanna. E se, come si dice, bastano tre indizi per fare una prova, non le sembra che 26 accuse cadute nel nulla siano la prova provata di una persecuzione?" (Corriere, 10 ottobre 2009). Qualche giorno dopo, Paolo Bonaiuti, portavoce del premier, pompa il computo ancora più verso l'alto: "I processi contro Berlusconi sono 109" (Porta a porta, 15 ottobre 2009). Lo rintuzza addirittura Bruno Vespa che avalla i numeri di Marina: "Non esageriamo, i processi sono 26". Ventotto, ventisei, centosei o centonove, e quante assoluzioni? In realtà, i processi affrontati dal Cavaliere come imputato sono sedici. Quattro sono ancora in corso: corruzione in atti giudiziari per l'affare Mills; frode fiscale per i diritti tv Mediaset (in dibattimento a Milano); appropriazione indebita nell'affare Mediatrade; e quest'ultimo per concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile. Nei processi già conclusi, in soltanto tre casi le sentenze sono state di assoluzione. In un'occasione con formula piena per l'affare "Sme-Ariosto/1" (la corruzione dei giudici di Roma). Due volte con la formula dubitativa: i fondi neri "Medusa" e le tangenti alla Guardia di Finanza, dove il Cavaliere è stato condannato in primo grado per corruzione; dichiarato colpevole ma prescritto in appello grazie alle attenuanti generiche; assolto in Cassazione per "insufficienza probatoria". Riformato e depenalizzato il falso in bilancio dal governo Berlusconi, l'imputato Berlusconi viene assolto in due processi (All Iberian/2 e Sme-Ariosto/2) perché "il fatto non è più previsto dalla legge come reato". Due amnistie estinguono il reato e cancellano la condanna inflittagli per falsa testimonianza (aveva truccato le date della sua iscrizione alla P2) e per falso in bilancio (i terreni di Macherio). Per cinque volte è salvo con le "attenuanti generiche" che (attenzione) si assegnano a chi è ritenuto responsabile del reato. Per di più le "attenuanti generiche" gli consentono di beneficiare, in tre casi, della prescrizione dimezzata che si era fabbricato come capo del governo: "All Iberian/1" (finanziamento illecito a Craxi); "caso Lentini"; "bilanci Fininvest 1988-'92"; "fondi neri nel consolidato Fininvest" (1500 miliardi); Mondadori (l'avvocato di Berlusconi, Cesare Previti, "compra" il giudice Metta, entrambi sono condannati). Più che persecuzione giudiziaria, siamo dinanzi a un'avventura fortemente segnata dall'illegalità.

5. "Mi spiano dal gennaio 2010"
Dice il premier: "Pensate che la mia casa di Arcore è stata sottoposta a un continuo monitoraggio che dura dal gennaio del 2010 per controllare tutte le persone che entravano e uscivano e per quanto tempo vi rimanevano. Hanno utilizzato tecniche sofisticate come se dovessero fare una retata contro la mafia o contro la camorra". "Sappiate che la Procura di Milano mi ha iscritto come indagato soltanto il 21 dicembre scorso, guarda caso appena sette giorni dopo il voto di fiducia del Parlamento, e quindi tutte le indagini precedenti erano formalmente rivolte verso altri ma sostanzialmente tenevano sotto controllo proprio la mia abitazione e la mia persona".
Dio solo sa che cosa c'entra il voto di fiducia. Che cosa avrebbe detto se quel voto fosse stato per lui negativo? Avrebbe detto che, caduto il governo, la magistratura avvia la sua vendetta. Berlusconi deve lasciarlo credere per politicizzare una malinconica storia di prostitute minorenni e abusi di potere che con la politica non c'entra nulla. E' falso sostenere che la sua casa di Arcore sia stata tenuta sotto controllo da un anno. Dopo le dichiarazioni di Ruby (3 agosto 2010), le indagini si muovono con molta cautela. Inizialmente contro Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti. Soltanto in autunno emergono le possibili responsabilità dirette del premier. Prima di iscrivere al registro degli indagati Berlusconi, i pubblici ministeri come sempre vagliano una prima e approssimata attendibilità delle accuse. Chiedono i tabulati delle telefonate di Ruby dal gennaio 2010: davvero conosce il capo del governo? Quindi gli accertamenti sono fatti a ritroso e non in tempo reale come maligna, mentendo, il capo del governo.

6. "Hanno violato la mia casa"
Dice il premier: "Nella mia casa da sempre svolgo funzioni di governo e di parlamentare, avendolo addirittura comunicato alla Camera dei deputati sin dal 2004, e la violazione che è stata compiuta è particolarmente grave perché va contro i più elementari principi costituzionali".
Da nessun atto dell'inchiesta si deduce che la dimora del presidente sia stata "violata". Si indaga su un prosseneta. Lo si tiene d'occhio. L'uomo si muove con prostitute al seguito. Lo si segue. Si scopre che il corteo di auto, spesso scortato da auto di Stato, varca il cancello di Villa San Martino. Il domicilio non viene oltraggiato. Piuttosto ci si deve chiedere se non lo oltraggia Berlusconi. C'è qualche buona ragione per sostenerlo. Pretende che la sua casa privata sia considerata residenza di Stato. Bene. Per questa ragione e per un elementare principio costituzionale (art. 54 della Carta: "I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore) Berlusconi non dovrebbe affollarla di prostitute (in forza del necessario "onore" che dovrebbe accompagnare la sua responsabilità pubblica). Dovrebbe con "disciplina" proteggere se stesso e non trascurare la sua personale sicurezza, come gli accade aprendo la porta di casa a qualsiasi ragazza italiana e straniera disponibile a trascorrere la notte con lui. La sua vita disordinata lo ha reso vulnerabile e ricattabile. Berlusconi era continuamente taglieggiato dalle sue ospiti, come si apprende dalle indagini. Viene da chiedere: questi sono piccoli ricatti, ma in quante e quali occasioni, magari internazionali, Berlusconi ha reso possibile anche grandi ricatti e chissà possono essere ancora "vivi"?

7. "Milano è incompetente"
Dice il premier: "Come prescrivono la legge e la Costituzione, entro 15 giorni dall'inizio delle indagini la Procura avrebbe dovuto trasmettere tutti gli atti al Tribunale dei ministri, l'unico competente per tutte queste vicende. È gravissimo, ancora, che la Procura voglia continuare a indagare pur non essendo legittimata a farlo. Tra l'altro la Procura di Milano non era neppure competente per territorio. Infatti il reato di concussione mi viene contestato come se fosse stato commesso a Milano. Questo è palesemente infondato poiché il funzionario della questura che ha ricevuto la mia telefonata in quel momento era, come risulta dalle stesse indagini, a Sesto San Giovanni. Quindi la competenza territoriale era ed è del Tribunale di Monza". E' bizzarro che Berlusconi si travesta da azzeccagarbugli e disputi sulla competenza della procura di Milano in un video televisivo e non in aula. Qui avrebbe più difficoltà ad avere ragione perché la giurisprudenza è costante. La concussione è un abuso. E' di "potere" se chi lo pratica fa leva sulle "potestà funzionali per uno scopo diverso da quello per il quale sia stato investito" (Cassazione). Per capire, sarebbe stata una concussione di potere se a telefonare in questura a Milano "consigliando" la liberazione di Ruby fosse stato il ministro dell'Interno. L'abuso può essere anche di "qualità". In questo caso "postula una condotta che, indipendentemente dalla competenze del soggetto (il concussore), si manifesta come una strumentalizzazione della posizione di preminenza ricoperta". E' il caso di Berlusconi. Abuso di potere o abuso di qualità presuppongono due competenze diverse. L'abuso di potere di un ministro impone la competenza del tribunale dei ministri. L'abuso di qualità prescrive la competenza territoriale: dove è stato commesso il reato? Il capo di governo lo sa che questa è la domanda che decide e prova a truccare le carte. Dice: è competente Monza perché qui abita il capo di gabinetto della questura che riceve la mia telefonata. Errore. La concussione è un reato d'"evento" e non di "condotta" e dunque la competenza si radica dove si materializza "il vantaggio". E' fuor di dubbio che il vantaggio (Ruby affidata alla Minetti e sottratta alla tutela dello Stato) diventa concreto a Milano.

8. "150 poliziotti contro 10 ragazze, le mie amiche sono state maltrattate"
Dice il premier: "Gli stessi Pm. che hanno ordinato con uno spiegamento di forze di almeno 150 uomini una imponente operazione di perquisizione contro ragazze colpevoli soltanto di essere state mie ospiti in alcune cene (...) Queste perquisizioni nei confronti di persone che non erano neppure indagate ma soltanto testimoni sono state compiute con il più totale disprezzo della dignità della loro persona e della loro intimità. Sono state maltrattate".
E' una bubbola. All'inchiesta hanno collaborato i dieci uomini della polizia giudiziaria presso la Procura, disponibili non solo per quest'inchiesta, ma per il lavoro di tutti i 90 pubblici ministeri di Milano. La squadra mobile di Milano, venerdì scorso, ha mandato 30 poliziotti (molte donne) a perquisire gli appartamentini delle dieci amiche del premier, abituali frequentatrici di Arcore. Maltrattamenti? Berlusconi viene smentito anche da Giuseppe Spinelli, il ragioniere di Arcore, ufficiale pagatore delle amiche del presidente: "Alle 7,30 ci siamo trovati in casa cinque poliziotti della Criminalpol. Non sono stati mica sgarbati... ".

9. "Non ho pagato mai una donna"
Dice il premier. "E' assurdo soltanto pensare che io abbia pagato per avere rapporti con una donna. E' una cosa che non mi è mai successa neanche una sola volta nella vita. E' una cosa che considererei degradante per la mia dignità".
Già Patrizia D'Addario fu pagata, anche se da Giampaolo Tarantini, per tener compagnia al capo del governo nel lettone di Putin a Palazzo Grazioli. L'inchiesta milanese invece ci racconta come nessuna delle ragazze invitate ad Arcore lasciasse la villa senza la busta con i biglietti da 500 euro preparata dal ragioniere di casa. Anche chi, come M. T., di soldi non ne voleva, si vede offrire una busta con 500 euro. Un cip. Nulla a che fare con i "7mila euro" ricevuti da Ruby. E da Iris. E da Imma. E da Barbara... Si fa prima a dire quale ragazza non è stata pagata che elencare i nomi di chi si è intrattenuto nella sala del bunga bunga o tra le braccia del Drago in cambio di un compenso. Nessuna delle ragazze che dopo cena raggiunge il sotterraneo di villa San Martino va via a mani vuote. Inutile dire quanto appaia degradata la dignità del premier.

10. "Non mi devo vergognare"
Dice il premier: "Non c'è stata nessuna concussione, non c'è stata nessuna induzione alla prostituzione, meno che meno di minorenni. Non c'è stato nulla di cui mi debba vergognare. C'è solo un attacco gravissimo di alcuni pubblici ministeri che hanno calpestato le leggi a fini politici con grande risonanza mediatica".
Berlusconi non deve vergognarsi soltanto del disonore con cui ha travolto il Paese e del discredito che oggi insudicia la presidenza del Consiglio. Il 28 maggio del 2009, a un mese dall'inizio dell'affaire Noemi, disse: "Giuro sulla testa dei miei figli di non aver mai avuto relazioni "piccanti" con minorenni. Se mentissi, mi dimetterei immediatamente". Berlusconi deve vergognarsi per le relazioni intrattenute dal 2009 al 2010 con due minorenni (Noemi e Ruby). Deve vergognarsi per aver mentito al Paese. Deve vergognarsi per non essersi ancora dimesso.