sabato 23 giugno 2012

A VOLTE RITORNANO !!


Berlusconi, "Sarò il leader dei moderati"
Poi sulla crisi: "Via la Germania dall'euro"

L'ex presidente del Consiglio parla del dopo-Monti in un'intervista pubblicata in appendice al libro "L'onestà al potere" di Roberto Gelmini. Intervenendo poi a un incontro di giovani del Pdl, parla di economia: "Bce più forte o Berlino esca dall'euro". Attacca su fisco e giustizia: "Non siamo più in una situazione di libertà". Bersani: "Non c'è limite al peggio". Alfano: "E' quello che ha più voti"


Silvio Berlusconi lancia la sua sfida per il dopo Monti. Voglio "continuare a essere il leader dei moderati". Finché "gli italiani lo vorranno. E di lavorare ogni giorno, con tutte le mie forze, come ho sempre fatto, affinché, terminata la fase comunque transitoria del governo Monti, un centrodestra in parte rinnovato e più ampio torni a guidare il Paese". Così l'ex presidente del Consiglio in un'intervista pubblicata in appendice al libro L'onestà al potere di Roberto Gelmini sui nove anni di governo di Milano di Gabriele Albertini. E per dare subito seguito all'annuncio, nel tardo pomeriggio fa un lunghissimo intervento a un incontro dei giovani del Pdl a Fiuggi, attaccando sui temi economici ("La Bce sia più forte o la Germania esca dall'euro") e su fisco e giustizia ("Non siamo più in una situazione di libertà"). 

L'intervista. L'intervista parte dalla sconfitta del centrodestra alle elezioni di Milano. Berlusconi dice: "Certo non ci ha fatto bene. Ma è stata soprattutto un sintomo di un clima politico generale che si andava deteriorando sempre più, non solo in Italia. Ricordo che, alle elezioni di medio termine, tutti i governi europei in carica hanno subito gravi sconfitte".

Poi, sulle "sinistre di governo": "La sinistra, quando vince, non scende a patti. Quando nel 2006 prevalsero per 24.000 voti alle elezioni politiche proponemmo un governo di unità nazionale per gestire il paese spaccato a metà. Non si peritarono neppure di rispondere". Poi l'analisi sulla situazione attuale: "Per venire ai nostri giorni, pur avendo la maggioranza sia alla Camera che al Senato e senza essere stati mai sfiduciati dal Parlamento non abbiamo esitato a farci da parte perchè abbiamo ritenuto che questo sarebbe stato più conveniente per il paese al fine di consentire una larga convergenza di fronte all'emergenza. Questa è la differenza tra noi e loro". 

Non manca l'attacco alla magistratura. Berlusconi afferma: "Io stesso, fino ai primi momenti di Mani Pulite, conservavo, pur con crescenti perplessità, quella fiducia nei magistrati che mi aveva insegnato mio padre". Poi: "Se c'è una cosa che non perdonerò mai a certi magistrati è proprio il fatto di aver distrutto questo sentimento, che era un valore e un ideale".

L'intervista viene pubblicata il giorno dopo le rivelazioni dell'Espresso 1 sul piano di Berlusconi per appoggiare la candidatura alla premiership del sindaco di Firenze Matteo Renzi. Un piano che sarebbe stato messo a punto da Marcello Dell'Utri, Denis Verdini e l'imprenditore Volpe Pasini. Nome in codice: Operazione Rosa Tricolore. Un tentativo per far fronte alla crisi di consensi del Pdl. 

Il discorso di Fiuggi. Nel tardo pomeriggio, a un incontro dei giovani del Pdl a Fiuggi, l'ex premier ipotizza l'uscita della Germania dall'euro. "La Bce deve diventare una banca di garanzia finale di tutti i debiti e deve provvedere alla necessità di stampare euro, ma la Germania si oppone. Gli altri Stati dovrebbero unirsi ed imporre alla Germania di uscire lei dal sistema dell'euro. Questa soluzione non è scritta sulle nubi. Anzi, anche tecnici bancari tedeschi stanno esaminando questa possibilità e se la Germania uscisse dall'euro darebbe la possibilità agli altri 16 Stati che la Bce diventi la vera banca dell'euro". 

Su questo tema Berlusconi insiste molto nel suo discorso a Fiuggi: "L'uscita dall'euro non è una provocazione perché la Germania non ha convenienze" dal fatto che alcuni Paesi escano dalla moneta unica per cui "è un modo per influire sulla Germania per spingerla a decisioni più sagge". "Io ho lanciato l'idea di domandarsi se noi, e gli altri Stati, non si abbia la convenienza, qualora la Bce non abbia poteri più forti, di uscire noi dall'euro: apriti cielo, mi hanno accusato di tutto e invece non è poi una cosa così peregrina, certamente avremmo il vantaggio di poter svalutare la nostra moneta, all'occorrenza". Tuttavia, aggiunge, questa opzione è "un espediente".

La crisi perdurante dà modo all'ex presidente del Consiglio di tornare sull'operato del suo governo: si è dimostrato che lo spread "non era colpa mia" ma "frutto della speculazione e della debolezza della moneta" che "soprattutto non ha dietro una banca che faccia la banca, garante di ultima stanza e pronta a stampare moneta". Quanto all'esecutivo Monti, Berlusconi ripete che "c'è stata una pausa nella democrazia del nostro Paese: c'era un governo democraticamente eletto, che stava governando in modo certamente non abominevole, ma a un certo punto c'è stata la crisi dello spread e delle Borse e sono arrivati i nominati dal presidente della Repubblica ma la situazione non è cambiata, nonostante in Parlamento non solo la maggioranza ma anche l'opposizione sostenga i provvedimenti, ed il governo si avvalga di uno strumento che è il decreto legge". 

Berlusconi, che ancora una volta dice di essere sceso in campo per contrastare il comunismo, non ha dubbi neppure sul futuro: "Se dovessi rispondere a chi mi chiede se oggi io abbia ancora intenzione di dedicarmi alla politica e dedicarmi al Paese, io dovrei rispondere in un solo modo: 'Sì io ci sto, ma mi dovete dare il 51 per cento'". Per quanto riguarda la legge elettorale, il Cavaliere afferma: "Con il Pd stiamo ragionando di proporzionale, come quello tedesco, in cui ciascuno va per conto proprio e chi ha più voti ha il compito di fare il governo". Per il sistema continua a sperare nel semipresidenzialismo, anche se l'accordo con la sinistra non c'è. Nella sua visione questo passaggio dovrebbe consentire quel cambiamento reale che finora non c'è stato. "Chiedo scusa agli italiani - dice - Nel '94 io ho illuso gli italiani. Mi ero impegnato a mettere in atto una rivoluzione liberale. Non ci sono riuscito. Ma devo dire che l'ho fatto in buona fede perché mi illudevo che si potesse fare. Non conoscevo ancora questo sistema. Mi sono reso conto solo dopo delle difficoltà". Tra queste difficoltà, Berlusconi annovera da sempre la persecuzione della magistratura nei suoi confronti. E anche a Fiuggi non manca di accennare all'argomento: "Io sono un perseguitato dalla giustizia. Ieri mattina si è tenuta la 2.637ma udienza contro di me". 

Per l'ex presidente del Consiglio "non siamo più in una situazione di libertà": "Oggi siamo governati da persone che non abbiamo eletto. Non possiamo utilizzare tranquillamente un mezzo di comunicazione essenziale come il telefono. Non possiamo spendere riservatamente i nostri euro, perché oltre i mille euro scatta l'occhio del fisco. Abbiamo una burocrazia invadente che ci vieta ogni intervento sulla nostra casa. Se il Parlamento approva il ddl anticorruzione saremo nelle mani dei pubblici ministeri". 

Nel suo intervento, Berlusconi conferma che il Pdl deve cambiare "prossimamente" nome:  "Io ho già dentro di me un'idea, dopo averne valutate tante e dopo aver fatto dei sondaggi", dice precisando che la nuova denominazione avrà dentro "i nomi della nostra religione, in cui ci siano cioè le due fondamenta dell'Italia e della libertà". E, dopo aver affermato che secondo l'ultimo sondaggio il suo partito ha il 20,6%, nega che all'interno vi siano frammentazioni: "Alfano raccoglie il consenso di tutti e sa parlare con la testa e con il cuore".

Le reazioni. Per Pierluigi Bersani, "non c'e limite al peggio". E ancora: "Vorrei che ci evitasse queste uscite. Credo che dieci anni di Berlusconi ci siano bastati. Ci ha portati dove non dovevamo essere e ora monti cerca di darci una prospettiva". Ovviamente opposta l'opinione del segretario del Pdl, Angelino Alfano: "Berlusconi è senz'altro nel campo dei moderati la persona che ha più voti". 

Dopo il discorso di Fiuggi, il presidente del gruppo Pd al Senato, Anna Finocchiaro, ha commentato: "Da un leader politico che ha governato fino all'altro ieri e che presiede uno dei partiti che sostengono il governo Monti mi aspetterei altri toni e un atteggiamento di discontinuità rispetto al passato. Da Berlusconi, che ha governato fino a qualche mese fa contribuendo a portare il Paese nell'attuale situazione di difficoltà, non accettiamo stupidaggini travestite da lezioni di economia".

(repubblica.it)

Versailles e il lato intimo del potere femminile

Immerso nella quiete apollinea dei giardini di Versailles il Trianon è diventato il buen retiro delle donne di potere e di piacere che dimoravano nella reggia più glamour d'Europa gravitando nella munifica orbita di sovrani come il Re Sole e il 'Beneamato' Luigi XV. E oggi a raccontare l'identità femminile di questi palazzi venati di intimismo romantico, ci pensa la mostra, 'Les dames de Trianon' di scena dal 3 luglio al 14 ottobre al Castello di Versailles. Attraverso una nutrita galleria di ritratti di donne celebri realizzati dai più grandi pittori dell'epoca, l'esposizione ripercorre 30 anni di storia francese, fra politica, costume e moda. Destinazioni galanti o ritrovi ameni, i due castelli del Trianon hanno ospitato la 'dolce vita' della Duchessa di Borgogna, madre di Luigi XV, che nel 1702 vi organizzò la prima festa ufficiale dedicata al Carnevale, oltre agli intrighi delle favorite dei re come Madame de Montespan o la Contessa Du Barry che lo frequentavano regolarmente. Senza dimenticare le passeggiate bucoliche di Maria Antonietta al Petit Trianon. La sventurata regina fece di questo luogo donatole dal suo regale consorte la cornice di un idillio agreste destinato a essere riportato agli antichi fasti dall'imperatrice Eugenia verso la metà del XIX secolo. E fra le teste coronate che ultimamente hanno visitato questi luoghi spiccano Elisabetta II di Windsor, Farah Diba e Beatrice d'Olanda - di Enrico Maria Albamonte

martedì 19 giugno 2012

I COLPEVOLI CHE BACCHETTANO LE VITTIME !!

Mr. Obama continua a bacchettare l'Europa in quanto non riesce a sistemare i propri conti. Ma forse queste non sono parole sue ma dei capitalisti speculatori che comandano veramente !!
Ma non si ricorda che è stata l' America, grazie ai suoi speculatori (I Fratelli Lehman (..nari)  a mettere tutti gli stati in crisi con i suoi servizi finanziari per mezzo dei quali ha mandato in fallimento una marea di banche ?
Naturalmente la colpa della crisi dell' Euro è anche delle banche europee che hanno seguito l'iter finanziario della Lehman acquistando assets tossici e che ora si ritrovano senza soldi.
 La colpa di tutto questo ricade su circa un centinaio di persone che hanno in mano il potere , i soldi e che in effetti comandano la politica sia finanziaria che economica di tutto il mondo. Sarebbe giusto che a queste persone vengano tolti i mezzi per manovrare l'economia mondiale.
Quello che si è detto al G20 ritengo sia una cosa molto fuori dal normale in quanto si pensa solo a risanare le banche e gli stati con i soldi dei cittadini. Ma ai cittadini chi ci pensa?
Me ne frego se le banche o gli stati falliscono, anzi sarebbe una buona cosa per ricominciare tutto daccapo cambiando i governi che appoggiano le banche sostituendoli con governo che si preoccupano veramente del lavoro vero e del popolo .. come si possa fare non lo so ma basta con questo liberismo-capitalistico-speculativo che ci ha mandato tutti in rovina.

domenica 17 giugno 2012

"Le donne cambieranno le cose"


La 'quarta via' di Anthony Giddens
Il grande sociologo inglese sul 'Il futuro della società mondiale', interrogato da Bruno Manfellotto, direttore dell'Espresso, e Mario Pirani, editorialista di Repubblica, introdotto da Enrico Franceschini, corrispondente del quotidiano da Londra: "Facebook anche potrà fare la democrazia. Internet ha messo in moto una rivoluzione sociale di cui appena intravediamo il potenziale e le conseguenze"


La Quarta Via sarà la strada delle donne e della democrazia di Facebook. E' il messaggio all'insegna dell'ottimismo che Anthony Giddens lancia da "la Repubblica delle idee". Il grande sociologo inglese, ispiratore della "Terza Via", la riforma che ha portato la sinistra al potere in Gran Bretagna e in altri 12 dei 15 paesi che facevano parte dell'Unione Euriopea negli anni Novanta, ha parlato questa mattina su un tema ampio e complesso, "Il futuro della società mondiale", interrogato da Bruno Manfellotto, direttore dell'Espresso, e Mario Pirani, editorialista diRepubblica, in un dibattito introdotto da Enrico Franceschini, corrispondente del quotidiano da Londra. In una Sala del Podestà gremita da oltre 500 persone, Giddens ha cominciato osservando che per la prima volta nella storia viviamo in una società autenticamente globale, unita non solo da commerci e affari ma pure da nuove tecnologie e nuovi mezzi di comunicazione. Ma proprio in questa nuova fase che si è aperta, ha notato l'ex-rettore della London School of Economics, manca una "governance" globale, un governo capace di coordinare e guidare una comunità internazionale che si muove come un tutt'uno. "In questo vuoto si sono inseriti i mercati finanziari, che non rispondono tuttavia alla volontà di alcun elettore, ma solo alla logica dei profitti", ha detto Giddens, sottolineando che questo è un primo problema, aggravato dal fatto che la nazione che nel Novecento aveva di fatto la leadership mondiale, gli Stati Uniti, si è indebolita, mentre l'azione delle Nazioni Unite e di altri organismi come il G20 o il G7 non risulta abbastanza incisiva per supplire a tale carenza.

Questa società globale deve poi fare i conti con altri problemi, ha continuato il sociologo: "La crescita demografica, visto che la Terra si avvia ad avere 9 o 10 miliardi di persone, quando un secolo e mezzo fa ne aveva soltanto 1 miliardo, la minaccia della diffusione delle armi nucleari, oggi evidenziata dalla questione iraniana, il cambiamento climatico, che rischia di innescare presto conseguenze irreversibili per la nostra civilizzazione". In un ambito più ristretto, l'Europa deve affrontare la crisi della moneta unica e del debito, con la scelta tra un pericoloso passo indietro e una spinta in avanti a suo parere necessaria "per creare, se non una vero e proprio governo federale, perlomeno un'unione fiscale e di bilancio, alla difesa di un welfare sostenibile". E in tale ambito l'euroscettica Gran Bretagna, se l'Europa non si dissolverà, sarà costretta prima o poi a indire un referendum per decidere una volta per tutte se stare nell'Unione e restarne fuori, "e io sono convinto che dovrebbe restare ancorata all'Europa, un orientamento che nelle nuove generazioni credo abbia un consenso maggiore di quanto si crede". Un ultimo ordine di problemi affrontati nella discussione ha rigurdato la Cina e il ruolo che avranno i paesi emergenti, "che si rendono conto, a mio parere, di dover considerare nuovi modelli di crescita, altrimenti le risorse del pianeta si esaurirebbero ancora più in fretta". Da Pechino a Londra a New York, è la sua conclusione, il ventunesimo secolo sarà un periodo di luinga transizione, in cui bisognerà cercare uno stile di vita e di governo diversi.

C'è un futuro per la socialdemocrazia, in questo difficile scenario? "Io rimango un socialdemocratico convinto" ha dichiarato Giddens, "penso che le forze progressiste abbiano un lavoro importante da fare, per contenere le forze del mercato e per costruire una società più umana, che non sia dominata dalle esigenze dei mercati finanziari. La sinistra deve saper cogliere le opportunità offerte dalla globalizzazione e al tempo stesso proteggere il welfare, in una visione meno eurocentrica, che impari quanto si sta facendo di buono anche altrove, per esempio in paesi come il Bangladesh, che sono all'avanguardia nel campo delle energie sostenibili e di forme alternative di sviluppo". Alla fine del dibattito, rispondendo a due domande del pubblico, l'inventore della Terza Via ha indicato quale potrà essere una "Quarta Via", una via nuova per i progressisti: "Se nel 1968 il cambiamento venne dai giovani, oggi mi aspetto che venga dalle donne, dalla loro lotta per l'eguaglianza e per una più attiva partecipazione all'economia e alla politica. E ho fiducia anche in quanto può fare la democrazia di Facebook, perché internet ha messo in moto una rivoluzione sociale di cui appena intravediamo il potenziale e le conseguenze". 

(da Repubblica.it)

Per un' Italia migliore: Sempre meno italiani in vacanza

Per un' Italia migliore: Sempre meno italiani in vacanza: La crisi morde, arrivano le vacanze estive e poco meno della metà degli italiani resterà a casa. A partire, quest'anno, saranno in 33,3 m...

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Sempre meno italiani in vacanza

La crisi morde, arrivano le vacanze estive e poco meno della metà degli italiani resterà a casa. A partire, quest'anno, saranno in 33,3 milioni (66%) contro i 39 milioni (79%) di appena due anni fa. Si rinuncia per il fattore reddito disponibile (39%), la preoccupazione per la situazione economica (22%) e le tasse (10%). E' quanto emerge da un sondaggio della Confesercenti-Swg, secondo il quale gli italiani spenderanno complessivamente 30 miliardi di euro, 906 a testa contro gli 823 del 2011, cifre ben al di sotto dei 1.022 euro del 2010. Soggiorni improntati al risparmio, dove aumenta la scelta dell'albergo a due stelle (dal 6 al 16%), calano i villaggi turistici, con i campeggi che si attestano al 7%. E dove si può si taglia con vacanze sempre più 'fai-da-te' prima della partenza, con il 45% che prenota il viaggio da solo (43% nel 2010) e durante, con il 32% che cucina da sé ai fornelli e soprattutto al barbecue (19% nel 2011), anche se ristoranti e pizzerie continuano a sedurre il 47% degli italiani, sia pure in calo rispetto al 54% del 2011. In questa situazione, secondo Marco Venturi, presidente Confesercenti "sarebbe suicida pensare oggi ad aumenti Iva o ad altri balzelli fiscali, l'unico risultato sarebbe quello di affossare il turismo che invece ha necessità di promozione ed incentivi". 

Stabile, a 12 giorni, la durata media della vacanza, secondo il sondaggio Confesercenti-Swg, concentrata sempre più ad agosto (55% contro il 52% nel 2011), con un calo del 5% delle vacanze fuori stagione, e nelle località marine (+5%). Tra le mete italiane più gettonate, per il 70% dei vacanzieri, ci sono Puglia, Toscana, Emilia Romagna, Calabria e le isole. Internet e smartphone saranno compagni inseparabili durante queste vacanze: il 32% degli italiani porterà il computer con sé per la posta e il lavoro, con un aumento del 15% rispetto al 2010 e del 5% rispetto al 2011; il 18% userà il cellulare per motivi di lavoro come nel 2011, ma con un aumento del 3% rispetto al 2010. Basti pensare che la richiesta di avere un collegamento internet nella camera d'albergo è salita in 5 anni del 13% (dal 10% nel 2008 al 23%). Rete che serve per consultare il meteo, appuntamento fisso per il 79% degli italiani, e per essere aggiornati sulle ultime notizie (73%); scendono invece attenzione e timori per gli eventuali rischi del luogo di vacanza e i possibili annunci di scioperi, mentre solo l'8% decide di affidarsi alle stelle consultando l'oroscopo. 


COLDIRETTI: TIENE L'AGRITURISMO, 500 MILA A GIUGNO 

Sono quasi 500 mila gli ospiti che trascorreranno le vacanze a giugno in agriturismo, con una permanenza media di circa 3 giorni. E' quanto stima la Coldiretti nel sottolineare la sostanziale tenuta delle vacanze verdi, premiata dal rapporto prezzo-qualità grazie alle offerte flessibili sia per quanto riguarda il pernottamento che la ristorazione. Nella scelta della destinazione, afferma la Coldiretti, prevale il last minute spesso attraverso internet e il passaparola informatico. Tre i punti di forza di questo genere di vacanza: trascorrere il tempo libero all'aria aperta, gustare i sapori del territorio e usufruire di un'ampia gamma di programmi ricreativi sportivi, culturali e di benessere. Le aziende agricole autorizzate oggi in Italia, ricorda la Coldiretti, sono 20 mila (38.5470 nella ristorazione e 206.145 posti letto), concentrate al Nord (45,3%), al Centro (34,1%) e nel Mezzogiorno (20,6%). Toscana e Alto Adige, con 4.074 e 2.990 aziende, si confermano leregioni leader, ma l'attività agrituristica è significativa anche in Lombardia, Veneto, Umbria, Emilia-Romagna e Piemonte (con oltre 1.000 aziende) e in Campania, Lazio, Sardegna e Marche (con oltre 700 aziende). Più di un'azienda agrituristica su tre, conclude la Coldiretti, è a conduzione femminile.


(Ansa)