domenica 13 febbraio 2011

MAGDALEN GRAAL, FENOMENO



VOTA LA BAND






Magdalen Graal, artista e nome della band.
Si classifica semplicemente come “rock band” ma, nel contesto tutto, utilizzare l’aggettivo “rock” per definire la musica dei Magdalen Graal è, assolutamente, riduttivo.
Prima, però, di procedere all’analisi col monocolo (o, se preferite, con lo stetoscopio) vorrei presentarvi la band.
Magdalen Graal è un progetto nato dalla mente dell’omonima Singer, Magdalen, che, negli ultimi due anni, grazie a MySpace, ha raggiunto successo e popolarità inaspettati collezionando fan da tutto il mondo. Tutto ha avuto inizio nel settembre del 2008  quando, la nostra Magdalen, con il supporto di una band, ha potuto registrare il suo primo album omonimo creando, al contempo, la sua pagina “MySpace”. Da allora, è stata una scalata al successo.
Oltre a guadagnarsi centinaia di fan in pochi mesi, l’americana “Enigma Films” le propose di collaborare alla colonna sonora del loro ultimo film, “Alarum”, inserendo, come soundtracks all’interno dello stesso due brani di “Magdalen Graal”: “You Will Arrive” e “Goodbye”, oltre al primo singolo “There’s No End”, nonché il video di quest’ultimo.
Grazie al film “Alarum”, Magdalen si aggiudica il “Crystal Reel Award” dell’FMPTA (“Florida Motion Picture Television Association”) come “Miglior Cantante Femminile” e “Miglior Video” (io ci avrei aggiunto anche come “La Cantante Femminile Più Carina” ma…. A volte le Association possono essere davvero così tirchie!).
E, adesso, parliamo del disco.
Decisamente e molto probabilmente, credevo, di essere l’ultima persona in grado di poter recensire “Magdalen Graal”. Invece, per me, ascoltarlo, volte e più volte (anche e soprattutto al lavoro, quando il boss non c’era) si è rivelato una vera e propria piacevole sorpresa.
Innanzitutto, come anzi detto, l’aggettivo “rock” ci sta poco e niente nello descrivere il sound del full-lenght in questione.
Infatti, il disco può essere suddiviso in due parti: la prima più “elettronica”, arricchita da un uso di synth, non eccessivo, ma che danno l’idea all’ascoltatore di ascoltare brani più adiacenti a lidi “pop-rock” oriented. Quello che, in genere, è di solito andare in MTV rotation.
Tuttavia, gli stessi, si presentano ben strutturati, sia sotto il profilo del songwrintg, sia, soprattutto, sotto il profilo delle liriche che compongono le 10 song del lotto.
Testi mai idioti, abbastanza impegnati e, decisamente, molto ma molto “forti” nei contenuti.
Se il rocker medio potrebbe rimanere spiazzato durante l’ascolto dell’opener, “Behind You”, e delle successive “, You Will Arrive” e “Together”, a causa, specie all’interno delle prime due tracks, di un uso dei synth e tastiere molto presente, dovrà ricredersi in toto all’approccio di “Ther’s No End”,  il singolo dell’album
“Behind You” è un biglietto da visita che non presenta la “vera veste” della nostra Magdalen, ponendoci di fronte un brano molto devoto al rock-pop, con uso dell’elettronica. Insomma: il classico brano da classifica. Ma, già nel successivo ”You Will Arrive”, si intravede uno sprazzo di luce diversa che dipinge lo stesso sotto un’altra veste. Se la prima parte del brano è più devota al pop, la seconda, lo trasforma in un brano intriso di un rock sound, mai pesante, leggero e orecchiabile.
Ma il piatto forte è proprio il singolo, “Ther’s No End”, che oltre ad essere una delle gothic-rock ballad più belle che abbia mai ascoltato, è dannatamente commovente. Un pianoforte ci introduce la song, accompagnato dal suono dei flauti e un soffio di vento ci fa capire che, la musica di “Magdalen Graal”, sta cambiando orizzonte.
La song è una bellissima perla di goth’ rock di ottima fattura, impreziosita dall’ammaliante voce della singer e dal testo che riporto qui di seguito:
“It’s raining in your eyes It’s raining in your hear It’s raining in your life
But I don’t think for ever One smile is on your mouth  But you are crying again
The joy is in your voice But now you cry /You cry again
Don’t cry little rose Tomorrow is another day
The dark will go away/Away The silence around you
My little rose alone For you there’s not a prayer
But all the power of your heart Don’t be so sad tonight
Your life will change believe me now
Don’t cry little rose Tomorrow is another day
The dark will go away/Away
Your eyes/You cry Another day/Don’t cry again
Don’t cry little rose Tomorrow is another day
The dark will go away Don’t cry my little rose
Tomorrow is another day The future is in your hands
There’s no end/There’s no end There’s no end”
Le chitarre fungeranno da accompagnamento con i loro accordi mentre, la nostra Magdalen, con la sua stupenda voce, concederà quel tocco di drammaticità al brano. Brano che osa affrontare un tema abbastanza pesante e dai contenuti “forti”: Chiesa e pedofilia.
Il video della song si dimostra, anch’esso, molto “dissacrante” (addirittura c’è chi l’ha definito “anti-religioso”) e, probabilmente, non lo vedremo mai (almeno in Italia). Ma ciò che conta è ascoltare questa perla di gothic rock n’ metal, che viene stupendamente suggellata da uno struggente guitar solo (magistrale è la prova fornita da Vega) che mette i brividi.
E così, l’album alterna momenti più pop-eggianti ad altri molto più interessanti e impreziositi dalla forma smagliante di Vega (guitars), come in “Touchme”, nella quale, ci regala un bellissimo guitar solo, trasformando, quella che pareva essere una semplice rock song, in una rock song cazzuta e ben costruita.
Ed è questo, in fin dei conti, “Magdalen Graal”: un disco composto, si, per far facile leva tra le masse, ma “pensato”, sia per ciò che concerne la struttura delle song che spaziano, con estrema disinvoltura, dal pop, al rock, al gothic rock e gothic metal.
Proprio come la (meravigliosa) conclusiva pianistica ballad “Moonlight Brightness” mette in risalto quest’ultimo aspetto in maniera assai evidente, risultando un’autentica perla musicale, impreziosita, oltre che dalla stupenda voce di Magdalen, dalle orchestrazioni e dal pianoforte che faranno l’invidia di tutte le band più blasonate del settore (chi ha detto “Evanescence”?).
VOTO: 8.0
P.S.: Vi ricordo che Magdalen Graal, quest’anno, partecipa all’Heineken Jammin’ Festival Contest. Ci ha chiesto di supportarla e, SI! Noi lo faremo.
Chiunque voglia supportare Magdalen e la sua band, i “Magdalen Graal”, può recarsi sul sito dell’Heineken Jammin’ Festival Constest (http://hjfc1.heineken.it/check-age.php) iscriversi gratuitamente come SUPPORTER e selezionare, tra le band, MGDALEN GRAAL (ed, eventualmente, la regione: Lazio. Se poi, proprio, siete pignoli, la città è Frosinone….).
Votatele a diventatene FAN.
La nostra amica ve ne sarà grati.
E ora attendo i commenti di Magdalen e della band direttamente qui sotto…..
Auguri Ragazzi!
(abituatevi all’idea che non dirò mai “in bocca al lupo”, quanto, piuttosto “…al fottuto cacciatore”).
TRACKLIST:
LINE UP:
·         MAGDALEN: VOCE
·         VEGA: CHITARRE
·         DRAKO: BATTERIA
·         ZETAR: BASS
·         VIRGO: PIANO & TASTIERE
CONTATTI:
Ø  Sito Web: http://www.magdalengraal.com
Ø  MySpace: http://www.myspace.com/magdalengraal2
Ø  Info (per comunicare direttamente con Magdalen): info@magdalengraal.com
Ø  “There’s No End” Videoclip: http://www.youtube.com/watch?v=zwgIxHT-d-0

Così il Pdl vuol salvare il premier


Prescrizione ridotta per gli incensurati


 Il processo breve solo per i dibattimenti che si apriranno in futuro. Quindi accettabile, perché non più devastante, né fonte di una falcidie per quelli oggi in corso. Ma con dentro un piccolo "regalo" per Berlusconi: la prescrizione breve, più corta dell'attuale, per coloro che si trovano sotto processo ma risultano incensurati. Proprio come incensurato è il Cavaliere.


È questa l'ultima novità che arriva dal quartiere giuridico del premier. A questo stanno lavorando i suoi uomini. Con l'idea che tra una settimana, quando il processo breve alla Camera entrerà nella fase degli emendamenti dopo le audizioni dei procuratori generali, la proposta della prescrizione breve per gli incensurati possa trasformarsi in un nuovo comma del ddl. Che, se venisse approvato a colpi di fiducia tra Camera e Senato in un paio di mesi, provocherebbe la "fine" certa dei dibattimenti Mills e Mediaset, dove ormai la prescrizione, secondo le regole attuali, già corre sul filo (l'anno prossimo quella per Mills, l'anno seguente quella per Mediaset).


Chi sta lavorando a questa soluzione la spiega così. "Siamo stati rimproverati di voler fare il processo breve solo per salvare Berlusconi. Non è così, e lo stiamo per dimostrare rinunciando del tutto alla norma transitoria. La nostra convinzione profonda è che fissare dei tempi rigidi al dibattimento sia determinante. Se il principio è valido lo applicheremo solo ai processi che cominceranno dopo il voto sullaulla legge".
 Via dunque, proprio l'ormai famosa norma transitoria, quella che doveva applicare il processo        breve ai reati commessi prima del maggio 2006, l'anno dell'indulto. Processi che, secondo la maggioranza, sono già "morti", perché la pena è coperta dallo sconto di tre anni garantito dall'indulto. Tra quei processi rientrano anche Mills e Mediaset. 

Sul tavolo degli avvocati del premier si sono profilate tre ipotesi. Lasciare l'applicabilità ai reati indultabili, con il rischio che Napolitano per primo possa bloccare la legge per manifesta incostituzionalità. Togliere la norma transitoria e applicare il processo breve a tutti i dibattimenti in corso (secondo la prima versione del processo breve poi cambiata al Senato), con un ulteriore rischio di bocciatura proprio per l'alto numero, si parla di centinaia, di dibattimenti cancellati da un giorno all'altro e cambiando le regola a partita cominciata. L'ultima strada è parsa la più opportuna e vantaggiosa: una norma transitoria nuova di zecca per delimitare il processo breve ai soli processi futuri.

Ma, per salvare il Cavaliere, il processo breve diventa il contenitore per una norma a suo uso e consumo. Un "premio" agli imputati incensurati i cui processi sono durati già troppo a lungo. Una limatura dei tempi di prescrizione. Secondo i berlusconiani un intervento del genere, che va nel segno della legge Cirielli dove i recidivi all'opposto venivano puniti con una prescrizione più lunga, rientra nella discrezionalità del governo che può intervenire sui tempi di prescrizione. All'opposizione apparirà per certo un'inaccettabile forzatura ad personam. 

Gioie del sesso e devoti di regime

Wikio


“In mutande ma vivi” è l’esibizionistico titolo che Giuliano Ferrara ha voluto dare alla manifestazione indetta “contro il moralismo puritano e ipocrita” di chi si ostina a pensare che il comportamento di Berlusconi sia incompatibile con i requisiti minimi di un politico (“statista” sarebbe parola grossa) delle liberaldemocrazie occidentali. L’iniziativa si svolgerà questo pomeriggio a Milano al Teatro Dal Verme, nome perfettamente propiziatorio e provvidenzialmente adeguato (dappoiché nomina sunt consequentia rerum).

Lo scopo dell’adunata di cotanta goliardia tristemente appassita nel servo encomio di “Lui Culomoscio” (definizione di una fan e pupilla del medesimo – la classe non è acqua – non di esecrabili “azionisti”) è fornire ai minzolini di tutte le testate di regime l’occasione per svillaneggiare in anticipo la manifestazione promossa da alcune donne, non certo in nome del moralismo e nemmeno della moralità, ma della necessità di una seppur minima decenza nel comportamento sulla scena pubblica (che del resto è richiesta dall’articolo 54 della Costituzione – anche per questo invisa alle cheerleader di Forza Arcore? – che recita: “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore”). Manifestazione che domenica dilagherà in decine e decine di piazze con centinaia di migliaia di partecipanti, nel minimalismo dei pennivendoli di regime.

Del resto, la manifestazione “Dal Verme” è solo il diapason di una campagna che la setta dei libertini devoti, falsamente libertini ma effettivamente devotissimi al già menzionato “Lui C.”, va sviluppando da mesi sul superdeficitario Foglio (malgrado i milioni elargiti ogni anno dal governo e pescati nelle tasche degli irrisi non-evasori), e che ha segnato una trafelata accelerazione da quando Ilda Boccassini, Pietro Forno e Antonio Sangermano, hanno doverosamente aperto un’inchiesta per una concussione platealmente rivelata dal medesimo “Lui” – altresì “utilizzatore finale” (l’espressione è del suo avvocato onorevole Ghedini) di una prostituta, questa volta minorenne – con una telefonata alla Questura di Milano (su una linea ufficiale che registra): per ottenere, grazie al peso della sua carica, una “altra utilità”, cioè l’indebito rilascio della minorenne che avrebbe potuto inguaiarlo. Il manipolo dei finti libertini di Giuliano Ferrara vuole infatti da mesi far credere che gli avversari (soprattutto le avversarie) del regime liberticida di Berlusconi, in gioventù sessantottina teorizzanti e talvolta anche praticanti “porci con le ali” delle gioie della liberazione sessuale, si siano trasformate/i in occhiuti bacchettoni e laide beghine e vogliano imputare a “Lui”, in sinergia con i “guardoni” delle procure, quanto vorrebbero ancora ma non possono. Invidia e risentimento, insomma, altro che legalità e moralità.

Ferrara e la sua coorte di devotissimi di “Lui” sanno benissimo di mentire per la gola. Ma con la cassa di risonanza di un controllo televisivo quasi totalitario è molto facile far diventare bianco il nero. Contano su questo, sull’incubo orwelliano della neolingua sontuosamente realizzato da “Lui-con-quel-che-segue”.

E invece. Libertari e garantisti siamo rimasti (e libertini talvolta, ma questa è irrinunciabile privacy). Libertari: pensiamo che in fatto di sesso, tra adulti consenzienti, di tutto e di più. Adulterio, masturbazione, orge, sadomasochismo, uso di pornografia e “gadget” sessuali, scambio di coppie, prostituzione, financo sesso con animali (se non si dà luogo a maltrattamento), e chi più ne ha più ne metta, il tutto sia in chiave etero che omo che transessuale. Nessuno, magistrato o giornalista che sia, in questa sfera privata deve poter mettere becco.

Le righe che precedono le ho scritte oltre un mese fa, sul sito del Fatto (quasi duecentomila visitatori al giorno), e gli unici dissensi sono stati di qualche lettore animalista. Bacchettoni e beghine, si tranquillizzi il devotissimo Ferrara, non albergano da queste parti. Quanto alla tutela della privacy, noi giustizialisti-giacobini-girotondini-azionisti (sempre e comunque trinariciuti nel nostro affetto per la Costituzione nata dalla Resistenza), siamo più rigidi della Comunità europea, per non parlare degli Usa (“che hanno sempre ragione” secondo il lapidario servilismo di “Lui”, prono-americano solo se si tratta di guerre) dove la tutela della privacy della persona pubblica è per legge infinitamente minore di quella del privato cittadino. Noi no. Noi pensiamo che debba essere la stessa, catafratta, e che solo il politico possa stabilire le eccezioni che lo riguardano. Se fa della difesa della famiglia un tema per ottenere consensi, legittima qualsiasi domanda o inchiesta sulle proprie infedeltà. Se si dedica a campagne contro i gay non può invocare la privacy qualora si scopra un suo penchant omosessuale, se propone leggi draconiane contro la prostituzione (clienti compresi) ogni sua utilizzazione di prostituta diventa fatto pubblico, se dichiara che certe cose non le ha mai fatte, anziché limitarsi al secco “fatti miei”, rende legittima la curiosità giornalistica sull’eventuale menzogna. Altrimenti no. Chiaro il criterio, devotissimo Ferrara?

Quanto alla gioiosa libertà sessuale: cosa c’entra il sesso libero, che è condiviso e reciproco piacere per il piacere (o per amore, o per curiosità, gioco, sperimentazione...) con l’acquisto a ore di un corpo, o di un’infornata di corpi, mossi non già da gioiose voglie ma da “danaro o altra utilità”, auri sacra fames capace di compensare lo schifo, confessato pre e post alle amiche, per le carni in smottamento alla cui virilità chimico-meccanicamente artefatta devono dedicarsi? Se non capisci la differenza lascia perdere, devotissimo Ferrara: non parlare di cose che non conosci.