martedì 12 marzo 2013

Verso un Congresso nazionale straordinario IDV per un nuovo inizio


Carissime amiche e carissimi amici, 
è tempo di ripartire. Dobbiamo farlo cominciando da noi stessi, ovvero da ciò che siamo e siamo sempre stati: l’Italia dei Valori.
Dobbiamo farlo innanzitutto perché sono tanti i cittadini che ci chiedono di non arrenderci e poi per rispetto della nostra storia personale e politica.
Durante la legislatura che si è appena conclusa, IDV ha fatto il suo dovere fino in fondo in Parlamento e fuori, ovvero nelle piazze e davanti ai cancelli delle fabbriche ed ai portoni delle scuole. Gli atti parlamentari che ci apprestiamo a diffondere in rete lo dimostreranno.
Anzi, diciamo le cose proprio come stanno: è stato proprio questo nostro eccessivo attivismo e la nostra indipendenza di giudizio ad averci procurato tanti nemici dentro e fuori il ParlamentoSe anche noi, infatti, avessimo chinato la testa e appoggiato - senza contestare - gli iniqui ed ingiusti provvedimenti del Governo Monti, non saremmo stati buttati fuori dalla coalizione del centrosinistra (ovvero quella plasticamente rappresentata dalla oramai nota “foto di Vasto”) e quindi saremmo sicuramente tornati in Parlamento.
Noi, però, non abbiamo voluto tradire il mandato ricevuto dai nostri elettori ed abbiamo resistito, denunciando tutte le porcherie che dapprima il Governo Berlusconi e poi il Governo Monti (questa volta con l’appoggio anche del PD) hanno posto in essere ai danni dei cittadini più deboli, di quelli più onesti e di quelli più indifesi.
Abbiamo anche cercato di coalizzarci con gli altri partiti e con quei cittadini della cosiddetta “società civile” che la pensavano come noi per fare squadra comune, presentandoci tutti insieme alle elezioni sotto una unica sigla, quella di “Rivoluzione civile”. Tale esperienza però non ha funzionato. Siamo stati sconfitti alle urne e di questo dobbiamo farcene una ragione e assumerci ognuno le responsabilità, a cominciare da me che l’ho proposta e condivisa.
Ed allora non ci resta che tornare alle origini, cioè appunto all’Italia dei Valori.
Sì ma come, direte Voi.
E’ la stessa domanda che si sono posti ieri i componenti dell’Esecutivo nazione IDV (massimo organo elettivo all’interno del partito), nel corso di una partecipata ed impegnativa riunione, al cui esito abbiamo tutti insieme deciso quanto segue:
1-   La promozione e realizzazione di un congresso straordinario nazionale del partito – da svolgersi nei giorni 28 – 29 – 30 giugno di quest’anno al fine di ridare la possibilità ai nostri iscritti e militanti di ridiscutere e decidere loro la linea politica di IDV ed anche di eleggere il Segretario politico nazionale del partito.
Personalmente mi presenterò dimissionario a tale congresso per dare modo di realizzare un reale e fattivo ricambio generazionale della dirigenza del partito. Ovviamente il mio impegno politico non cesserà con le mie dimissioni da Presidente-segretario del partito ma è giusto che si proceda ad una reale spersonalizzazione di IDV se si vuole che il nostro partito riesca a camminare con le proprie gambe, anche dopo e oltre di me che l’ho fondato.
Proprio per questa ragione, nel corso del Congresso di giugno presenteremo anche il nuovo simbolo del partito, che è poi sempre quello attuale ma senza più il mio nome.
2-   L’avvio immediato di una campagna di sensibilizzazione e di tesseramento a IDV di coloro che vogliono concretamente partecipare all’attività politica o semplicemente vogliono iscriversi al partito come atto di testimonianza ed al fine di contribuire – anche con il loro voto diretto e senza delega però - alla individuazione della futura classe dirigente del partito. Invito quindi Voi tutte e tutti che mi leggete ad iscriversi a IDV partito per darci una mano a ricominciare con più forza e più lena di prima;
Le regole congressuali – sia per chi vuole candidarsi a posti di responsabilità all’interno di IDV che a chi vuole semplicemente partecipare alla fase congressuale anche con il suo voto – saranno rese note (e cioè pubbliche e pubblicate in rete) entro il giorno di Pasqua (nella speranza che possa esserci presto anche la nostra pasqua di resurrezione!).
3-   L’illustrazione del nostro percorso congressuale ai nostri iscritti, militanti ed a tutta la nostra organizzazione territoriale da tenersi in 5 distinte giornate - con la partecipazione di tutti i componenti dell’attuale Ufficio di Presidenza IDV -  e precisamente nei seguenti pomeriggi:
-       Il 25 marzo a Milano per tutta l’area del Nord Italia;
-       Il 26 marzo a Roma per l’area territoriale del Centro;
-       Il 27 marzo a Bari per l’area territoriale del Sud;
-       Il 4 aprile  a Cagliari per la Sardegna;
-       Il 5 aprile a Palermo per la Sicilia;
4-   La partecipazione con il nostro simbolo IDV alle prossime elezioni amministrative del 26 e 27 maggio 2013 nei comuni dove abbiamo una rappresentanza degna di rappresentare al meglio la nuova Italia dei Valori che ci accingiamo a ricostruire. A tale elezioni l’impegno prioritario è quello di riannodare possibilmente un accordo programmatico unitario con il centrosinistra, salvo motivate eccezioni in relazione a particolari situazioni locali da esaminare di volta in volta.
5-   Nuove e profonde modifiche dello Statuto IDV al fine di una maggiore democratizzazione della gestione e delle decisioni che i partito dovrà assumere. Modifiche che saranno anch’esse sottoposte al vaglio ed all’approvazione del Congresso.
Fin qui le decisioni ufficiali che con questa mia lunga lettera mi sono fatto carico di rendere immediatamente pubbliche.
Da parte mia, lasciatemelo dire (ma su questo tema ci tornerò sopra in modo più approfondito prossimamente) mi sento rinvigorito da questa voglia collettiva di ricominciare e voglio con tutto me stesso continuare a servire il nostro paese specie in questi momenti di così grave difficoltà.
C’è bisogno davvero di un rinnovato atto di responsabilità e disponibilità da parte di tutti per evitare che dalla mera protesta si sfoci nella disperazione e nella violenza collettiva.
Ed allora non ci resta che rimboccarci le maniche e ricominciare.
A presto!!!

Antonio Di Pietro

domenica 3 marzo 2013

FIRMA ANCHE TU PER CACCIARE BERLUSCONI DAL PARLAMENTO (facendo applicare la legge 361 del 1957)

http://temi.repubblica.it/micromega-appello/?action=vediappello&idappello=391292



Una legge sul conflitto di interessi, che rende Berlusconi ineleggibile, esiste già. Vittorio Cimiotta, Andrea Camilleri, Paolo Flores d’Arcais, Dario Fo, Margherita Hack, Franca Rame, Barbara Spinelli chiedono al nuovo Parlamento che venga finalmente applicata, e Berlusconi non avrà più nessuna immunità di impunità.

Berlusconi non era e non è eleggibile. Lo stabilisce la legge 361 del 1957, che è stata sistematicamente violata dalla Giunta delle elezioni della Camera dei deputati. Nel 1994 (maggioranza di centro-destra) e nel 1996 (maggioranza di centro-sinistra, primo governo Prodi), un comitato animato da Vittorio Cimiotta (“Giustizia e libertà”) e composto da Roberto Borrello, Giuseppe Bozzi, Paolo Flores d’Arcais, Alessandro Galante Garrone, Ettore Gallo, Antonio Giolitti, Paolo Sylos Labini, Vito Laterza, Enzo Marzo, Alessandro Pizzorusso, Aldo Visalberghi, e sostenuto da una campagna stampa del settimanale “l’Espresso”, organizza i ricorsi dei cittadini elettori, ricorsi che vengono respinti dalla Giunta delle elezioni della Camera (con l’unico voto in dissenso dell’on. Luigi Saraceni, che il centro-sinistra non confermerà nella Giunta del 1996) con la motivazione che l’articolo 10 comma 1 della legge dichiara in effetti che non sono eleggibili “coloro che in proprio o in qualità di rappresentanti legali di società o di imprese private risultino vincolati con lo Stato per contratti di opere o di somministrazioni, oppure per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica”, ma che “l’inciso ‘in proprio’ doveva intendersi ‘in nome proprio’, e quindi non applicabile all’on. Berlusconi, atteso che questi non era titolare di concessioni televisive in nome proprio”.

Palese interpretazione da azzeccagarbugli, poiché come scrisse il presidente emerito della Corte Costituzionale Ettore Gallo “ciò che conta è la concreta effettiva presenza dell’interesse privato e personale nei rapporti con lo Stato”.
Tanto è vero che la “legge Mammì” del 6 agosto 1990, n° 223 sulla disciplina del sistema radiotelevisivo pubblico e privato stabiliva all’art. 12 il “Registro nazionale delle imprese radiotelevisive” e all’art. 17 comma 2 precisava che “qualora i concessionari privati siano costituiti in forma di società per azioni ecc. … la maggioranza delle azioni aventi diritto di voto e delle quote devono essere intestate a persone fisiche, o a società ecc. … purché siano comunque individuabili le persone fisiche che detengono o controllano le azioni aventi diritto al voto”.

MicroMega decide perciò di riprendere quella battaglia di legalità ormai ventennale attraverso due iniziative: un appello di un gruppo di personalità della società civile, sui cui raccogliere on line le adesioni di tutti i cittadini (con l’obiettivo di migliaia e migliaia di firme), e il fac-simile del ricorso, che potrà essere attivato da ogni elettore del collegio senatoriale per il quale opterà Berlusconi. Nell’ultimo giorno valido (20 giorni a partire dalla proclamazione degli eletti), MicroMega organizzerà la consegna di massa dei ricorsi alla Presidenza e alla Giunta delle elezioni del Senato.