domenica 17 giugno 2012

"Le donne cambieranno le cose"


La 'quarta via' di Anthony Giddens
Il grande sociologo inglese sul 'Il futuro della società mondiale', interrogato da Bruno Manfellotto, direttore dell'Espresso, e Mario Pirani, editorialista di Repubblica, introdotto da Enrico Franceschini, corrispondente del quotidiano da Londra: "Facebook anche potrà fare la democrazia. Internet ha messo in moto una rivoluzione sociale di cui appena intravediamo il potenziale e le conseguenze"


La Quarta Via sarà la strada delle donne e della democrazia di Facebook. E' il messaggio all'insegna dell'ottimismo che Anthony Giddens lancia da "la Repubblica delle idee". Il grande sociologo inglese, ispiratore della "Terza Via", la riforma che ha portato la sinistra al potere in Gran Bretagna e in altri 12 dei 15 paesi che facevano parte dell'Unione Euriopea negli anni Novanta, ha parlato questa mattina su un tema ampio e complesso, "Il futuro della società mondiale", interrogato da Bruno Manfellotto, direttore dell'Espresso, e Mario Pirani, editorialista diRepubblica, in un dibattito introdotto da Enrico Franceschini, corrispondente del quotidiano da Londra. In una Sala del Podestà gremita da oltre 500 persone, Giddens ha cominciato osservando che per la prima volta nella storia viviamo in una società autenticamente globale, unita non solo da commerci e affari ma pure da nuove tecnologie e nuovi mezzi di comunicazione. Ma proprio in questa nuova fase che si è aperta, ha notato l'ex-rettore della London School of Economics, manca una "governance" globale, un governo capace di coordinare e guidare una comunità internazionale che si muove come un tutt'uno. "In questo vuoto si sono inseriti i mercati finanziari, che non rispondono tuttavia alla volontà di alcun elettore, ma solo alla logica dei profitti", ha detto Giddens, sottolineando che questo è un primo problema, aggravato dal fatto che la nazione che nel Novecento aveva di fatto la leadership mondiale, gli Stati Uniti, si è indebolita, mentre l'azione delle Nazioni Unite e di altri organismi come il G20 o il G7 non risulta abbastanza incisiva per supplire a tale carenza.

Questa società globale deve poi fare i conti con altri problemi, ha continuato il sociologo: "La crescita demografica, visto che la Terra si avvia ad avere 9 o 10 miliardi di persone, quando un secolo e mezzo fa ne aveva soltanto 1 miliardo, la minaccia della diffusione delle armi nucleari, oggi evidenziata dalla questione iraniana, il cambiamento climatico, che rischia di innescare presto conseguenze irreversibili per la nostra civilizzazione". In un ambito più ristretto, l'Europa deve affrontare la crisi della moneta unica e del debito, con la scelta tra un pericoloso passo indietro e una spinta in avanti a suo parere necessaria "per creare, se non una vero e proprio governo federale, perlomeno un'unione fiscale e di bilancio, alla difesa di un welfare sostenibile". E in tale ambito l'euroscettica Gran Bretagna, se l'Europa non si dissolverà, sarà costretta prima o poi a indire un referendum per decidere una volta per tutte se stare nell'Unione e restarne fuori, "e io sono convinto che dovrebbe restare ancorata all'Europa, un orientamento che nelle nuove generazioni credo abbia un consenso maggiore di quanto si crede". Un ultimo ordine di problemi affrontati nella discussione ha rigurdato la Cina e il ruolo che avranno i paesi emergenti, "che si rendono conto, a mio parere, di dover considerare nuovi modelli di crescita, altrimenti le risorse del pianeta si esaurirebbero ancora più in fretta". Da Pechino a Londra a New York, è la sua conclusione, il ventunesimo secolo sarà un periodo di luinga transizione, in cui bisognerà cercare uno stile di vita e di governo diversi.

C'è un futuro per la socialdemocrazia, in questo difficile scenario? "Io rimango un socialdemocratico convinto" ha dichiarato Giddens, "penso che le forze progressiste abbiano un lavoro importante da fare, per contenere le forze del mercato e per costruire una società più umana, che non sia dominata dalle esigenze dei mercati finanziari. La sinistra deve saper cogliere le opportunità offerte dalla globalizzazione e al tempo stesso proteggere il welfare, in una visione meno eurocentrica, che impari quanto si sta facendo di buono anche altrove, per esempio in paesi come il Bangladesh, che sono all'avanguardia nel campo delle energie sostenibili e di forme alternative di sviluppo". Alla fine del dibattito, rispondendo a due domande del pubblico, l'inventore della Terza Via ha indicato quale potrà essere una "Quarta Via", una via nuova per i progressisti: "Se nel 1968 il cambiamento venne dai giovani, oggi mi aspetto che venga dalle donne, dalla loro lotta per l'eguaglianza e per una più attiva partecipazione all'economia e alla politica. E ho fiducia anche in quanto può fare la democrazia di Facebook, perché internet ha messo in moto una rivoluzione sociale di cui appena intravediamo il potenziale e le conseguenze". 

(da Repubblica.it)

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