domenica 12 agosto 2012

Verità. Vogliamo la verità. Senza riguardi per nessuno. Sono stati trucidati uomini delle istituzioni perchè facevano il loro dovere.

di Luigi Li Gotti



Ci sono storie che dovremmo stamparci nella mente. Il gran discutere sulla trattativa stato-mafia e le cose attuali, purtroppo non chiare, mi dicono che devo reiterare i segmenti che inquietano e che attendono risposte. Questa nostra voglia di verità, ha determinato e determina frequenti asprezze e polemiche. Il mio partito raccoglie l’ansia di verità di tantissimi italiani.
Nel passato, accadeva che dinanzi ai misteri, si voltasse la testa dall’altra parte, come se il torbido potesse nascondersi sotto il tappeto.
Noi non vogliamo per nulla distrarci e insistiamo, non guardando in faccia nessuno.
Vogliamo conoscere la nostra storia e le ragioni che hanno sconquassato la vita della nostra repubblica.
Non ci arrendiamo.
Noi non accettiamo di non sapere chi e perché sottrasse l’agenda rossa di Paolo Borsellino. Noi vogliamo sapere perché tanti nostri fratelli sono stati uccisi, perché giovani in divisa hanno perso la vita.
Noi vogliamo sapere quali e quante compromissioni di Stato, hanno condizionato la nostra storia.
Noi non ci fermeremo sin quando non sapremo.
Chi si risente per la nostra insistenza, dimostra di non capire che la democrazia è trasparenza e rispetto della convivenza civile.
A tutti coloro che storcono il naso per la nostra “fissazione”, diciamo di farsene una ragione. Noi non arretreremo di un millimetro e non metteremo in vendita la nostra voglia di verità. Siamo nati, come partito, perché ci accomunava la stessa ansia. A chi dice di voltare pagina, rispondiamo che non rinnegheremo noi stessi e la ragione fondante del nostro impegno. Noi non ci venderemo mai.
Ed allora (chi mi ha giá letto, sia indulgente) ecco la storia che dobbiamo scrivere, rispondendo ai misteri nello sforzo continuo di svelarli. Un riassunto, per tutti.
Ricapitoliamo.
Una delle ipotesi d’indagine,  su cui da anni l’autorità giudiziaria lavora,  è se la morte di Paolo Borsellino,  sia legata alla scoperta di una trattativa e alla sua opposizione alla stessa.
Noi abbiamo questi fatti:
1.  Il generale Mori nega di aver mai parlato della  ”trattativa” a Borsellino.  Peraltro,  dice Mori,  di aver incontrato per l’ultima volta Borsellino,  prima della strage,   il 25 giugno 1992.  A quella data non  sarebbero stati ancora avviati i contatti con Vito Ciancimino, diversamente,  aggiunge Mori,  non avrei potuto non parlaglierne.
2. La dottoressa Liliana Ferraro  (Direttore Affari Penali presso il Ministero della Giustizia), ha dichiarato che circa una settimana prima del 28 giugno 1992,  ricevette al Ministero,  la visita del colonnello De Donno  (collaboratore di Mori),  che gli disse del contatto con Ciancimino e chiese una sorta di  “copertura”  politica.  La dottoressa Ferraro,  gli consigliò di parlarne con Borsellino,  non comprendendo la ragione della richiesta rivolta al Ministero della Giustizia.
3. Il generale Subranni  (capo del Ros e superiore di Mori)  ha riferito,  recentemente,   in Antimafia,  d’essere stato avvertito da Mori del contatto con Ciancimino.  Richiestogli se lui ne avesse parlato con Borsellino,  ha dichiarato di aver incontrato Borsellino,  per ultima volta,  il 10 luglio 1992,  a cena,  a Roma.   In quella occasione la conversazione non sarebbe mai caduta  sull’argomento,  sicchè mai lui gliene avrebbe parlato. Parrebbe, peraltro, che alle cena,  fosse presente anche Mori.
4. L’ex ministro Mancino  (Ministro dell’Interno)  ha dichiarato di non aver mai saputo di contatti del Ros con Ciancimino,  nè di trattative o cose simili.
5. L’ex ministro Martelli  (Ministro della Giustizia, all’epoca)  ha, invece,  dichiarato d’aver saputo dalla dottoressa Ferraro,  della visita del colonnello De Donno e,  quindi,  della iniziativa del contatto con Ciancimino.  D’essersi, quindi,  molto irritato per quella che considerava una iniziativa fuori da ogni regola,  tanto da essersi lamentato di ciò con Mancino  (Ministro dell’Interno). Mancino, invece,  nega che ciò sarebbe avvenuto,  non sapendo lui di nessuna “trattativa”  nè di averla saputa da Martelli.
Appare evidente che sapere se,  all’insaputa di Borsellino,  fosse stato avviato un contatto, tramite Ciancimino,  con Riina e Provenzano,  è un segmento essenziale per l’ipotesi investigativa della strage di via D’Amelio,  collegata all’ostilità di Borsellino a qualsiasi trattativa con i criminali mafiosi.
In questo contesto,  il fatto che due ministri  (Mancino e Martelli),  dicano due cose opposte, non è cosa da poco.
Chi ha mentito e mente? Perchè ha mentito e mente? Cosa si nasconde dietro la menzogna di Martelli o dietro la menzogna di Mancino?
Da quì,  l’intenzione del Pm di chiedere il faccia a faccia tra Mancino e Martelli,  innanzi al Tribunale di Palermo  (ove si celebra il processo a carico di Mori, proprio per queste vicende della “trattativa”).
Senonchè Mancino,  non gradiva d’essere messo faccia a faccia con Martelli.  Era divenuto ansioso echiese aiuto al Quirinale,   perché si facesse qualcosa per scongiurare il confronto.
Da quì,  l’attivismo del Quirinale e l’idea della lettera al Procuratore Generale della Cassazione  (che ha funzioni di sorveglianza sul Procuratore Nazionale Antimafia).
Ora,  il Quirinale ha detto che l’unico interesse è che si faccia piena luce sulle sanguinose stragi. Bene.
Domanda:  attivarsi per evitare il faccia a faccia Mancino-Martelli,  è di aiuto alla ricerca della verità?  Rispondete voi.
Due risposte,  possiamo darle:
a)  non c’è dubbio  che il nostro Presidente,  voglia fortemente che si cerchi la verità.
b) qualcuno, però,  lo ha fatto sbagliare e non è giusto che si faccia scudo con il Quirinale.  Un errore in buona fede?  Non lo mettiamo in dubbio.

Gli italiani vogliono  la verità sulle stragi,  sulle morti, sul perchè del sangue di tante vittime innocenti,  di tanti giovani maciullati che facevano il loro dovere,  indossando una divisa.  Noi dobbiamo pretendere che si scruti tutto, che si rivoltino, come si usa dire, i sassi, uno per uno. 

Nessun commento:

Posta un commento