sabato 29 gennaio 2011

Ciò che dell'accordo Fiat-Sindacati non è stato detto

Avendo letto e riletto l'accordo stipulato nei giorni scorsi a Mirafiori tra la Fiat ed alcuni Sindacati ci sono sorti parecchi interrogativi poichè il testo di tale accordo è molto farraginoso e in alcune parti equivoco. Possiamo anche esserci sbagliati. Sarebbe bene però che il mago di questo accordo, l'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, rispondesse a queste dieci domande. Le saremo grati.
1. Lei ha chiesto che con questo Acconto i Sindacati e le maestranze collaborino per rendere competitiva l'Azienda in un mercato globale: l'Accordo è come l'aveva desiderato o ha dovuto rinunciare in qualche aspetto che si riserva di tirare fuori nei prossimi mesi?
2. Nell'Accordo viene ripetutamente detto che dovrà rendere "operativa e praticabile" la realizzazione del Piano. Perché sono stati scelti proprio questi due attributi per qualificare l'Accordo: capiamo l'esigenza dell'operatività, ma perché anche il rafforzativo "praticabile", che in italiano non è usuale? Che cosa dovrebbero garantire i Sindacati perché l'Accordo diventi anche "praticabile"?
3. Un piano "operativo e praticabile" rende credibili i risultati economici ed è probabilmente finanziabile dal sistema bancario internazionale. Perché non prevedere contrattualmente che una parte dei risultati, se e quando dovessero esserci, non vada alle maestranze che hanno contribuito al loro rendimento?
4. Nella "Premessa" dell'Allegato 1 le Parti e quindi l'Azienda e i Sindacati si riconoscono "interlocutori" stabili e individuano nel "metodo partecipativo" lo strumento efficace per trovare le soluzioni adatte allo scopo. Questa è stata la vostra richiesta iniziale, oppure non è stato facile ottenere tale "dichiarazione di intenti" da parte del Sindacato?
5. Se questa "dichiarazione di intenti" fosse stata posta chiaramente alla base dell'Accordo forse sarebbe stato conseguentemente precisare meglio oltre agli impegni dei Sindacati, anche quelli dell'Azienda, che invece non precisa a nostro avviso un bel niente.
6. Ad esempio, Mirafiori Plant, ossia le carrozzerie sono sempre state la parte finale, il montaggio di quanto prodotto dalle macchine, dalle imprese e dai fornitori che gravitano su Mirafiori. Perché non sono stati nemmeno menzionati?
7. Il Miliardo di Euro è quanto – si dice – sarà investito globalmente per realizzare i nuovi modelli, o solo la parte relativa alla carrozzeria di Mirafiori ed alle parti prodotte localmente per Mirafiori. E le meccaniche?
8. Perché non è stato precisato il "valore aggiunto locale" che è un parametro sul quale si sono sempre battuti i sindacati in qualunque parte del mondo, per evitare il rischio che, al di là della promesse, poi ne venga fuori un puro e semplice "montaggio" di parti importanti dall'estero? Quale è il vero ruolo di Mirafiori, dei fornitori locali, delle istituzioni in modo particolare del comune di Torino?
9. E' da trenta anni che Torino vive di rassicurazioni: così è avvenuto per la Città monocultura (Fiat), per l'Abbigliamento (Gft), per l'Informatica (Olivetti), per il Sistema Bancario (San Paolo, Crt): alle rassicurazioni sono puntualmente seguite le delusioni. La "ripresa" di Mirafiori sarà l'ultima promessa mancata?
10. Non pensa che il sistema sindacale, sia quello che ha aderito, sia quello che non ha aderito all'Accordo si aspettino che la "trasparenza" nei comportamenti Fiat debba essere la mera controparte a "collaborare" dichiarato congiuntamente dalle parti nell'Allegato 1?

di Diego Novelli Nuvasocietà

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