domenica 17 aprile 2011

È ora di fermarsi

Pisanu e Veltroni. "subito un governo di decantazione". Gelo nel pdl


 È ora di fermarsi, di sospendere le risse e mettere al centro della scena il Paese. Con una lettera al Corriere l'ex segretario democratico Walter Veltroni e il senatore del Pdl Giuseppe Pisanu, uno degli uomini un tempo più vicini a Berlusconi, lanciano una proposta che fa discutere. L'idea di lasciar «decantare» la crisi dell'Italia per formare un governo di transizione che cambi la legge elettorale è respinta in blocco dal centrodestra e accolta favorevolmente dalle opposizioni. Dove pure non mancano le voci di chi ritiene difficilmente percorribile la via di un esecutivo di «decantazione».

Per stoppare sul nascere ogni ipotesi di dialogo bipartisan, il Pdl fa muro. In rapida successione Fabrizio Cicchitto, Maurizio Lupi e Sandro Bondi ricordano che Berlusconi ha la maggioranza e sostengono che un simile governo non avrebbe ragione di esistere. Era ipotizzabile se il 14 dicembre Berlusconi non avesse ottenuto la fiducia, dice il presidente dei deputati. Ma poiché «è successo esattamente l'opposto» la questione, per Cicchitto, è chiusa.
Più aperto al dialogo l'ex ministro della Cultura. «Stimo Veltroni e Pisanu - è la riflessione di Bondi - non condivido per niente le motivazioni e le proposte contenute nella loro lettera, ma reputo che prenderla in esame sia utile per elevare il tenore del confronto politico». Ma il governo di decantazione, no. Per il coordinatore del Pdl è roba da «iniziati». Carlo Giovanardi, sottosegretario con delega alla Famiglia, accusa Veltroni e Pisanu di «voler sovvertire la volontà popolare» e liquida come «stravagante» l'iniziativa: «Per fare un governo di decantazione bisognerebbe convincere tutti gli schieramenti politici, da Vendola a Di Pietro alla Lega...».

Positive invece le reazioni dell'opposizione. Gianfranco Fini approva senza riserve la lettera, «condivisibile dalla prima all'ultima parola». E il suo vice, Italo Bocchino, ritiene possibile che l'appello venga accolto dopo le amministrative: «Bisogna uscire dal tunnel e scrivere regole condivise, poi ognuno può andare per la sua strada». L'Udc non si tirerebbe indietro. Il presidente Rocco Buttiglione guarda a un «governo di unità nazionale» che faccia riforme strutturali, ma si accontenterebbe di un «rapporto tra maggioranza e opposizione diverso da quello litigioso e rancoroso che sta dilaniando e distruggendo il bipolarismo e la società italiana». Paradossalmente, la reazione del Pd è assai più tiepida. Pier Luigi Bersani si dice pronto a discutere ogni soluzione che comporti «un passo indietro di Berlusconi e una fase di transizione», ma rivendica la primogenitura dell'idea e mostra dubbi sul tempismo della lettera: «Nel frattempo non dimentichiamo di combattere, perché Berlusconi non sembra avere intenzione di fare un passo indietro». E Matteo Orfini, esponente della segreteria: «È una vecchia proposta del Pd, ma non mi sembra l'ipotesi più realistica». Il vicesegretario Enrico Letta apprezza invece senza riserve, per lui il governo «è finito da tempo e bisogna aprire subito una fase nuova». Paolo Gentiloni loda «il coraggio» di Pisanu. E Marco Follini invita a uscire dalla logica dei due blocchi: «Quando al checkpoint Charlie ci si parla o non ci si spara, è segno che il muro di Berlino prima o poi verrà giù...».

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