domenica 8 maggio 2011

"Il caso Lassini peserà sulle elezioni"

Parla il figlio di Guido Galli, giudice ucciso da Prima Linea: "Sconcerto e amarezza per quei manifesti"


In vista della giornata in onore delle vittime del terrorismo e delle stragi, il prossimo 9 maggio, La Repubblica.it ha lanciato una campagna su Facebook. 1Sul nostro sito abbimao pubblicato ogni giorno le storie dei giudici uccisi dai terroristi

"IL caso Lassini peserà sulle elezioni di Milano". Giuseppe Galli, 43 anni, è il figlio di Guido, il giudice istruttore assassinato nel 1980 all'Università Statale di Milano da un commando di Prima Linea. Fu Sergio Segio a uccidere materialmente il magistrato.

Lunedì al Quirinale si festeggia la Giornata della Memoria delle vittime del terrorismo, quest'anno dedicata ai 10 magistrati uccisi tra il 1976 e il 1980. Cosa si aspetta?"Il presidente Napolitano lo scorso 18 aprile ha detto che "il nostro omaggio sarà reso in particolare ai servitori dello Stato che hanno pagato con la vita la loro lealtà alle istituzioni repubblicane. Tra loro, si collocano in primo luogo i dieci magistrati che, per difendere la legalità democratica, sono caduti per mano delle Brigate Rosse e di altre formazioni terroristiche". Al di là dello specifico riconoscimento a mio padre e ai suoi colleghi assassinati da parte del Presidente della Repubblica, cui sono grato, credo che la Giornata sia un'occasione per ricordare tante vittime dimenticate di quei tragici anni. Vittime forse meno note dei magistrati - poliziotti, guardie carcerarie, agenti di scorta - ma che hanno sacrificato la propria vita per servire questo Paese, fino in fondo.

Cosa ha provato quando ha visto i manifesti "Via le Br dalle Procure"? 
"Sconcerto e amarezza. Le mie due sorelle maggiori sono entrambe giudici presso il Tribunale di Milano (nella "Procura delle Br"), dove svolgono quotidianamente il proprio lavoro con impegno e professionalità. Ciò che colpisce è che non stiamo parlando di scritte sui muri da parte di qualche esaltato, ma di manifesti stampati e appesi in molte vie di Milano e la cui paternità è stata riconosciuta, quasi con orgoglio, da parte di un candidato al consiglio comunale".

Due giorni fa Lassini ha detto che non si dimetterà in caso di elezioni. "Penso che chi si impegna a ricoprire un ruolo pubblico, in rappresentanza e al servizio della collettività, debba avere un profilo morale elevato ed essere al di sopra di qualsiasi contestazione. È d'altra parte vero che, qualora Lassini dovesse essere eletto, rappresenterà legittimamente tanti milanesi che la pensano come lui. Il dilemma dovrebbe quindi essere non tanto suo, ma di chi ha deciso di metterlo e, soprattutto, di mantenerlo in quella lista".

Il caso Lassini farà perdere voti al centrodestra?"A mio parere peserà, e peserà molto. La presa di posizione del sindaco Moratti ha perlomeno sollevato un problema all'interno del centrodestra, così come lo schieramento a favore di Lassini da parte dei cosiddetti falchi. Ritengo che i cittadini milanesi siano stufi di atteggiamenti di prepotenza e, tutto sommato, anche abbastanza vigliacchi. E siano soprattutto stufi di chi calpesta, con arroganza e superficialità, la professionalità di chi svolge il proprio lavoro con serietà e nel massimo rispetto delle garanzie. Perché di questo stiamo parlando: di giudici che fanno il proprio lavoro".

Come giudica l'atteggiamento tenuto dal premier Berlusconi in questa vicenda?"Non ho sentito né letto di un'esplicita presa di distanza rispetto all'iniziativa. Anzi, mi pare ci sia addirittura stata una telefonata di solidarietà a Lassini. Devo peraltro dire che diversi esponenti del centrodestra hanno duramente condannato questo gesto. Non è questione di destra o sinistra, ma piuttosto di senso di responsabilità e spessore morale delle persone. A destra come a sinistra, tra i politici come tra i magistrati ci sono i "buoni" e i "cattivi"; ciò che è inaccettabile è la delegittimazione a priori di un'intera categoria".

Lei aveva 12 anni quando suo padre venne ammazzato. Che ricordi ha di quel giorno?"Il 19 marzo 1980 era San Giuseppe, giorno del mio onomastico e festa del papà. Ho appreso la notizia tornando a casa dal catechismo: tutto mi è crollato addosso. Poi uno cresce, diventa adulto: il tempo aiuta. E ha aiutato, soprattutto, avere vicino una famiglia come la mia, amici che ti vogliono bene e che contribuiscono a farti vivere una vita "normale". Oggi più di tutto aiuta tornare a casa e trovare Samantha, Federica e Guido che hanno permesso a quel bambino di diventare marito e padre".

Con gli assassini ha mai avuto contatti? "No, mai. In questo momento non provo sentimenti particolari nei loro confronti, se non la più totale indifferenza. Può sembrare strano, forse. Quel giorno avrei voluto ucciderli, oggi non sento niente".

Perché Prima Linea uccise proprio Guido Galli?"Come tanti altri fu ucciso perché faceva bene il proprio lavoro. "Galli appartiene alla frazione riformista e garantista della magistratura, impegnato in prima persona nella battaglia per ricostruire l'ufficio istruzione di Milano come un centro di lavoro efficiente". Credo che nessun elogio sia più significativo di quello che scrissero i suoi assassini nel volantino di rivendicazione".

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