venerdì 17 giugno 2011

Brunetta e i precari, "the day after" "Sul mio FB 10mila post insulti"

ROMA - Il giorno dopo le risposte in Rete alle sue offese ai precari Renato Brunetta torna a farsi sentire. E nel "day after" della tempesta in cui è andato a infilarsi definendo "l'Italia peggiore" gli atipici della pubblica amministrazione che volevano porgli domande a margine di un convegno il ministro si sforza di mostrarsi impermeabile, come già aveva fatto ieri nel "controvideo" diffuso su Youtube in cui annunciava la sua intenzione di rispondere "personalmente e civilmente" agli "amici della Rete", definiti però intanto i veri responsabili dell'attacco mediatico ai suoi danni.

A Radio Radio, Brunetta racconta di aver ricevuto sul suo profilo Facebook "10mila post di insulti, minacce, addirittura pallottole. Molti legati anche alla mia statura fisica.
Ma conosco bene il mercato del lavoro, la pubblica amministrazione e anche il mondo di questi finti precari - ribatte il ministro -. Sorrido anche dell'indignazione della rete".

Sull'attacco ai precari, Brunetta ribadisce quanto dichiarato ieri: quel giudizio, "siete l'Italia peggiore", era rivolto solo agli interlocutori del momento e non a tutta la "categoria". "Pensa che io sia così stupido? - chiede Brunetta all'intervistatore - I precari, quelli veri, sono milioni di persone vittime di un sistema che non funziona, di regole che non funzionano, di sindacati balordi, degli errori dei padri. I veri precari sono quelli dei call center che non hanno voce, non sono i figli di papà romani. Vanno cambiate le regole dell'occupazione dei padri e fare tutti un esame di coscienza", perché "è patologico che si viva per l'eternità da atipici".

A Radio 24, Brunetta premette di avere "assolutamente un buonissimo carattere", poi ripete la sua versione: "Ho dato un giudizio sulle quattro persone che erano lì, venute non per ascoltare il convegno sull'innovazione e il sottoscritto che parlava dell'Italia migliore. A loro non interessava: avevano pronti gli striscioni, non ascoltavano, solamente insultavano, quella è l'Italia peggiore e lo ribadisco. L'Italia peggiore è quella di chi non fa parlare il ministro della scuola, chi fischia in ogni occasione".

Leggendo i quotidiani di oggi, il ministro si dice divertito soprattutto divertito dall'intervista a "quella cosiddetta leader" del movimento di precari. "Guadagna 1.800 euro al mese da cinque anni con contratti a termine presso un'agenzia del ministero del Lavoro - osserva Brunetta -, non mi sembra tanto precaria". Ma "chi di agguato colpisce di agguato perisce - avverte Brunetta -. La prossima volta contesteranno Camusso o Bersani, stiamo attenti a non capire l'imbarbarimento di questa fase della vita politica".

Camusso: "Parole insopportabili". Il segretario generale della Cgil non sembra particolarmente impressionato dall'ultimo allarme di Brunetta e, dal palco della cerimonia inaugurale della festa per i 110 anni della Fiom, definisce "insopportabili" le parole dei "ministri che scappano di fronte alle domande dei precari della pubblica amministrazione". A proposito di Brunetta, Susanna Camusso parla del segnale di un governo che "reagisce in questo modo" perché capisce di non essere "più in grado di dare risposte ai cittadini". Il ministro Brunetta "non ha più neanche il senso dell'umorismo", dice la Camusso , ricordando che "era il ministro che aveva teorizzato che, in fondo, il lavoro pubblico si poteva cancellare. E oggi si trova di fronte al fallimento della sua ipotesi di riforma".

Bonanni: "Brunetta sgradevole". Sui precari, il ministro Brunetta è stato "sgradevole". Durissimo anche l'aggettivo scelto dal segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni. "Siamo stufi di polemiche su polemiche, siamo molto interessati alle convergenze. Chi governa lavori per le convergenze".

Landini: "Decadenza". "Siamo di fronte a una decadenza notevole, perché un ministro che fa interventi di questa natura non rappresenta questo Paese". Parola del numero uno della Fiom, Maurizio Landini che osserva: "La precarietà, purtroppo, è un dramma sociale e il governo dovrebbe fare politica per dare un futuro e una prospettiva ai giovani e non per renderli precari sempre. Credo che Brunetta non stia facendo il suo mestiere e poi dovrebbe rispettare maggiormente chi paga le tasse e permette anche a lui di fare il ministro, anche se a volte non è troppo capace".

Avvenire: "Destinato ad altre sberle". "Chi non sa ascoltare le persone, che non sono certo il Paese 'peggiore', oggi si candida solo a ricevere altre sberle. Metaforiche, s'intende. Ma non per questo meno pesanti". Così il quotidiano cattolico Avvenire. "Le contestazioni agli esponenti politici sono non di rado dure, in passato ve ne sono state pure di violente - scrive il quotidiano della Cei in un corsivo non firmato, quindi attribuibile alla direzione -. Ma i timori, legittimi, che possano accadere non giustificano gli insulti e le fughe sdegnate di fronte a semplici domande". Secondo Avvenire, "per un politico la capacità di ascolto è una delle prime virtù da coltivare. Per un ministro, poi, è addirittura un dovere". Per il giornale dei vescovi, comunque, "ora gli insulti che a sua volta il ministro riceve su internet sono parimenti criticabili". Ma il consiglio che rivolge a Brunetta è che "anziché insistere nell'errore, meglio scusarsi e aprirsi al confronto. Questa sì sarebbe un'Italia migliore".

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