giovedì 16 giugno 2011

L'80% degli italiani non vuole più le missioni, una spesa insostenibile


La discussione che si sta sviluppando sulla chiusura o meno delle missioni internazionali cui partecipa l’Italia sotto l'egida dell'Onu o della Nato con un considerevole numero di uomini e mezzi  e semplicemente inutile perché il vero problema, a pochi giorni dalla scadenza  della legge che le ha autorizzate fino al 30 giugno prossimo, è quello di riuscire a reperire le risorse necessarie senza togliere nulla da altre parti. Ma questi soldi è chiaro che non ci sono e poi si devono aggiungere anche i più di 700 milioni di euro che sono già stati spesi per la guerra contro la Libia e che non erano stati preventivati.

Sui media si susseguono da giorni le dichiarazioni degli esponenti del Governo nell’intenzione di rabbonire la Lega. I soliti annunci della propaganda che non tengono conto del fatto che oltre l’80% degli Italiani è contrario alle missioni internazioni e alle guerre mascherate, in particolar modo quella in Afghanistan e Libia, che ci sono costate un’ enormità di soldi, e la prima anche di vite umane.  Le dichiarazioni del sottosegretario Crosetto riferite dall’Adnkronos lo scorso 14 giugno, in merito ai tagli di bilancio effettuati sui fondi della Difesa, mi sembrano alquanto lacunose dal momento che si è dimenticato di dire che quelli fino ad oggi fatti – forse senza logica -hanno riguardato quasi esclusivamente il trattamento economico del personale e l'ordinaria gestione dei mezzi mentre sono incrementate le spese per gli armamenti e per le missioni all'estero.

E' comunque apprezzabile il fatto che l'esponente del Pdl abbia finalmente preso coscienza della necessità – urgente - di reperire le risorse per  rimettere in moto l'economia e quindi mi auguro che le dichiarazioni circa la riduzione dei contingenti impiegati all'estero e quelle della necessità di una soluzione diplomatica della guerra con la Libia non siano la solita propaganda di un Governo che sembra sempre più agonizzante e non in grado di gestire gli eventi.  Anche perché, adesso, alla luce delle recenti notizie secondo cui la Camera dei rappresentanti Usa ha bocciato la richiesta del presidente degli Stati Uniti di fondi per le operazioni in Libia potrebbero aversi degli effetti  anche immediati sullo svolgimento delle missioni effettuate dagli aeri militari italiani in quanto le bombe che oggi sganciano sugli obiettivi libici sono quelle che gli americani mandano nelle basi italiane della Sicilia e della Puglia dal deposito munizioni di Camp Darby, passando per Pisa dove ha sede la 46^ Aerobrigata dell’Aeronautica militare italiana.

Se da un lato i leghisti chiedono uno stop delle bombe sulla Libia dall’altro occorre ricordargli come loro abbiano sempre votato a favore dell’interventismo delle Forze armate italiane in ogni angolo della Terra. È chiaro che le richieste della Lega sono solo una prova di forza con il Governo e in particola modo con il Ministro della difesa (ora della guerra) La Russa che in questi giorni mi è sembrato piuttosto taciturno. Sarà perché ogni volta che parla prende fischi a volontà, oppure perché, in effetti, non ha nulla da dire su queste stupide guerre mascherate da missioni umanitarie. Per rendersi conto di quanto spendiamo per le missioni basta sapere che per i primi sei mesi del 2011 ci sono costati 754,3 milioni di euro ma a conti fatti la cifra sarà certamente superiore visto che ogni tanto il Ministro della difesa decide di inviare nuovi contingenti che con la scusa di addestrare gli afghani  faranno lievitare sensibilmente i costi complessivi. Quindi per l’anno in corso la spesa supererà abbondantemente il miliardo e mezzo di euro , ai quali dovremmo aggiungere quelli spesi per la guerra libica voluta dai novelli colonialisti La Russa e Frattini.

Insomma, nel 2011 supereremo la soglia dei 2,2 miliardi di euro e sinceramente a fronte dei risultati ottenuti nei vari teatri operativi e delle conseguenze economiche che già sono visibilissime - e pesantissime - per le tasche degli italiani, con una crisi che non da tregua a nessuno, è naturale domandarsi se il gioco valga la candela. Intanto, sempre Crosetto il 14 giugno aveva dichiarato “Non mi preoccupano le posizioni della Lega che da sempre chiede dei tagli. La Difesa ha preparato alcuni possibili interventi, se c'e' una scelta politica ci adegueremo a quanto verrà deciso”. Il 22 vedremo se come al solito la Lega avrà fatto chiacchiere al vento, oppure almeno per una volta farà i fatti e finalmente staccherà la spina al Governo. Allora è sicuro che Crosetto dovrà adeguarsi.
di Luca Marco Comellini
16 giugno 2011 

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