sabato 18 giugno 2011

In migliaia per lo show di Santoro


C'è un prato gremito di gente. Ci sono migliaia di persone. Ci sono lavoratori, precari e studenti: tutti ugualmente "incazzati". Ci sono Serena Dandini, Michele Santoro e Vauro. Ci sono le bandiere della Fiom. E anche Roberto Benigni che grida "l'Italia s'è desta". E la musica. E c'è il lavoro e la sua dignità. Eccola la serata evento "Tutti in piedi, entra il lavoro". Dopo il successo di 'Raiperunanotte' il conduttore di Annozero torna a farsi sentire. Al fianco della Fiom che celebra i suoi 110 anni a Villa Angeletti, a Bologna. Tanta gente con lui: comici, giornalisti, musicisti, attori ma anche gente comune come le operaie della Omsa di Faenza, ricercatori e precari. "Michele, ti devo riportare in Rai, ho anche un euro che ho prestato a Garimberti" attacca la Dandini esibendo una maglietta con scritto 'Rai Pride' e ironizzando sul "covo di comunisti" che la circonda.

Si comincia con Vauro e con un video in forma di fiction sull'intervista ad una delle ragazze delle feste ad Arcore, proiettata sui maxischermi. Poi si passa al lavoro. E al precariato. Si parte dall'ormai nota performance del ministro Renato Brunetta contro i precari ("questa è la peggiore Italia 1"). Sul palco sale Maurizia Russo Spena, la stessa alla quale il ministro ha girato le spalle: "Caro ministro, io sono una precaria e rappresento il fallimento


del suo modello di svilluppo. Adesso se la vedrà con la piazza" (IL VIDEO) 2.
Quella stessa piazza che si infiamma sentendo un giovane ricercatore costretto ad andare all'estero per trovare un lavoro. Che applaude un lavoratore della Fincantieri. Che si spella le mani per gli studenti che reclamano un futuro. Che ascolta il segretario della Fiom Maurizio Landini che   manda un messaggio al Lingotto e al governo: "Se la Fiat riuscirà a far approvare una legge ad aziendam per mettersi al riparo dalle cause contro gli accordi di Pomigliano e Mirafiori, noi raccoglieremo le firme per un nuovo referendum e le respingeremo". Sui megaschermi scorrono le immagini di We want sex, il film sulla lotta, vittoriosa, delle operaie inglesi della Ford per la parità salariale, quelle di Crozza che imita Marchionne (che da queste parti non riscuote molti consensi...). Daniele Silvestri canta Gaber. Elisa Anzaldo, che ha abbandonato la conduzione del Tg1 perché stufa di nascondere le notizie su Berlusconi, racconta come scatta la censura dalle parti di Minzolini (imitato a seguire da Max Paiella).

Sul palco si mischiano spettacolo e politica. Si passa dal "mafioso" Corrado Guzzanti alle parole al pm Antonio Ingroia. Da Marco Travaglio alla musica dei Subsonica. Santoro si fa vedere alle 22.50. E lo fa per annunciare Roberto Benigni. "L'Italia s'è desta - grida l'attore correndo sul palco accompagnato dal boato della gente. Cita Rimbaud e Primo Levi, Benigni, e rende omaggio alla piazza e ai lavoratori: "Voi siete l'Italia migliore. Il lavoro è prezioso, il diritto al lavoro è una cosa sacra e ogni legge che attenti al lavoro è un sacrilegio". Poi, rivolto a Santoro ironizza: "La Fiom a villa Angeletti? Dove dorme il segretario della Uil? Michele stai facendo un uso criminoso della Fiom". Infine una sferzata alla Rai con il paragone tra i calciatori coinvolti nell'inchiesta sul calcioscommesse al direttore generale della Rai: "Entrambi stanno danneggiando volontariamente la propria squadra per farla perdere..".

E poi, a chiudere torna Santoro in tuta da operaio che si vrivolge a Berlusconi "presidente operaio". "Lei sta facendo di tutto per farmi diventare un disoccupato, ma non ci riuscirà". L'inzio di un discorso in cui racconta il cambiamento della condizione operaia negli ultimi vent'anni parlando come un operaio. "I nostri salari sono rimasti fermi ma il Paese non cresce, allora non era colpa del mio salario, ai miei figli ho dovuto dire non ho i soldi per l'università, e ci avete portato via la cultura, ci avete portato via il quartiere, le case popolari, gli asili. Una volta andavamo al mare ora le spiagge sono di pochi, ci avete portato via la fabbrica perché è arrivata la finanza". Poi passa alla televisione. "Perché non abbiamo spaccato tutto? Perché mio figlio sta davanti alla tv un po' annoiato? Perchè in tv il lavoro, i lavoratori non ci sono. In televisione ci avete fatto mangiare cibi troppo semplici". "C'è stato un consigliere Rai che ha presentato un ordine del giorno molto semplice: ha detto 'Santoro vuole fare la sua trasmissione per un euro, perché non accettiamo?' Allora presidente Berlusconi, io voto perché Santoro resti in Rai, alzo la mano perché resti in Rai. Allora Bersani, che mi stai simpatico, contale anche tu queste 30 mila mani che si alzano perché Santoro resti in Rai". Ed allora, la conclusione del Santoro-operaio: "Ci dobbiamo riprendere tutto quello che ci avete tolto: l'aria, il mare, la scuola, il nostro futuro".


Repubblica.it

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