domenica 19 giugno 2011

La rivoluzione proletaria è necessaria e realizzabile


Spesso sentiamo frequentemente "E’ vero che tutto va male, che vi sono sempre più miseria e guerra, che le nostre condizioni di vita degradano, che l'avvenire del pianeta è minacciato. Bisogna fare qualche cosa, ma che cosa? Una rivoluzione? Ma questa è un’utopia, è impossibile"!
Sta qua la grande differenza tra maggio 1968 ed oggi. Nel 1968, in un momento in cui la crisi aveva appena cominciato nuovamente a fare sentire i suoi colpi, l'idea di rivoluzione era dovunque presente. Oggi, la constatazione del fallimento del capitalismo è diventata generale ma esiste invece un grande scetticismo in quanto alla possibilità di cambiare il mondo. I termini di comunismo, di lotta di classe, risuonano come un sogno di un altro tempo. Anche parlare di classe operaia e di borghesia parrebbe anacronistico.
Ora, la storia, nei fatti, già ha dato una risposta a questi dubbi. 90 anni fa, il proletariato ha portato la prova, attraverso le sue azioni, che il mondo poteva essere cambiato. La rivoluzione d’ottobre 1917 in Russia, la più grandiosa azione delle masse sfruttate fino ad ora, ha mostrato concretamente che la rivoluzione non è solamente necessaria ma che è anche possibile! Secondo la  classe dominante  la rivoluzione sarebbe stata solamente un "golpe" dei bolscevichi. Le rivoluzioni operaie come un atto di pazzia collettiva, un caos spaventoso che finisce orribilmente . L'ideologia borghese non può ammettere che gli sfruttati possano agire per proprio conto. L'azione collettiva, solidale e cosciente della maggioranza lavoratrice, è una nozione che il pensiero borghese considera come un'utopia contro natura.
L'autentica libertà d’espressione è quella che conquistano le masse operaie nella loro azione rivoluzionaria:Tuttavia, non se ne dispiacciano i nostri sfruttatori, la realtà è proprio che nel 1917 la classe operaia ha saputo sollevarsi collettivamente e consapevolmente contro questo sistema disumano. Ha dimostrato che gli operai non erano delle bestie da soma, buone solo ad ubbidire ed a lavorare. Al contrario, questi avvenimenti rivoluzionari hanno rivelato le capacità grandiose e spesso anche insospettate del proletariato liberando un torrente di energia creatrice ed una prodigiosa dinamica di sconvolgimento collettivo delle coscienze.


Questa capacità della classe operaia a ritornare collettivamente e consapevolmente in lotta non è un miracolo improvviso, è il frutto di numerose lotte e di una lunga riflessione sotterranea. 
E’ così che ottobre ‘17 fu il punto culminante di un lungo processo di presa di coscienza delle masse operaie finendo, alla vigilia dell'insurrezione, in un’atmosfera profondamente fraterna nelle file operaie. 
La rivoluzione del 1917 corrisponde all'essere proprio del proletariato, classe allo tempo stesso sfruttata e rivoluzionaria che può liberarsi solo a condizione d’agire in modo collettivo e cosciente. La lotta rivoluzionaria del proletariato costituisce l'unica speranza di liberazione per tutte le masse sfruttate. La politica borghese è sempre a profitto di una minoranza della società. All'inverso, la politica del proletariato non insegue un beneficio particolare ma quello di tutta l'umanità. "La classe sfruttata ed oppressa, il proletariato, non può liberarsi della classe che la sfrutta e l'opprime, la borghesia, senza liberare allo stesso tempo e per sempre, la società intera dallo sfruttamento, dall'oppressione e dalle stesse lotte di classe."


La rivoluzione internazionale non è il passato ma l'avvenire della lotta di classe

Chiaro che la Rivoluzione russa era solamente il primo atto della rivoluzione internazionale. L’insurrezione di ottobre 1917 costituiva di fatto l’avamposto di un’ondata rivoluzionaria mondiale, il proletariato che si lanciava verso combattimenti titanici che realmente hanno rischiato di determinare la fine del capitalismo. Nel 1917, il proletariato rovescia il potere borghese in Russia. Tra il 1918 e 1923, effettua molteplici assalti nel principale paese europeo, la Germania. Velocemente, quest’ondata rivoluzionaria si ripercuote in tutte le parti del mondo. Dovunque esista una classe operaia evoluta, i proletari si sollevano e si battono contro i loro sfruttatori: dall’Italia al Canada, dall’Ungheria alla Cina.Quest’unità e questo slancio della classe operaia a scala internazionale non sono apparsi per caso. Questo sentimento comune di appartenere ovunque alla stessa classe ed alla stessa lotta corrisponde all’essere proprio del proletariato. Qualunque sia il paese, la classe operaia è sotto lo stesso giogo dello sfruttamento, ha di fronte la stessa classe dominante e lo stesso sistema di sfruttamento. Questa classe sfruttata forma una rete che attraversa i continenti, ogni vittoria o sconfitta di una delle sue parti condiziona inesorabilmente l’insieme. E’ per tale motivo che, fin dalle sue origini, la teoria comunista ha posto alla testa dei suoi principi l’internazionalismo proletario, la solidarietà di tutti gli operai del mondo. “Proletari di tutti i paesi, unitevi”, tale era la parola d’ordine del Manifesto comunista redatto da Marx ed Engels. Questo stesso manifesto affermava chiaramente che “i proletari non hanno patria”. La rivoluzione del proletariato, la sola che può mettere fine allo sfruttamento capitalista ed ad ogni forma di sfruttamento dell’uomo sull’uomo, non può avere luogo che a scala internazionale. E’ proprio questa realtà che era espressa con forza fin dal 1847: “La rivoluzione comunista (...) non sarà una rivoluzione puramente nazionale; si produrrà in tutti i paesi civilizzati allo stesso tempo (…) Eserciterà anche su tutti gli altri paesi del globo una ripercussione considerevole e trasformerà completamente ed accelererà il corso del loro sviluppo. È una rivoluzione universale; avrà, di conseguenza, un campo universale.” 
 La dimensione internazionale dell’ondata rivoluzionaria degli anni 1910-1920 provò che l’internazionalismo proletario non è un bel e grande principio astratto, ma che è al contrario una realtà reale e tangibile. Di fronte al nazionalismo sanguinario e viscerale delle borghesie che si sprofondano nella barbarie della Prima Guerra mondiale, la classe operaia ha opposto la sua lotta e la sua solidarietà internazionale. “Non c’è socialismo all’infuori della solidarietà internazionale del proletariato”, tale era il messaggio forte e chiaro dei volantini che circolavano nelle fabbriche in Germania . La vittoria dell’insurrezione di ottobre 1917 poi la minaccia di estensione della rivoluzione in Germania ha costretto le borghesie a mettere un termine alla prima carneficina mondiale, a questo ignobile bagno di sangue. In effetti, la classe dominante ha dovuto fare tacere i suoi antagonismi imperialisti che la laceravano da quattro anni per opporre un fronte unito ed arginare l’ondata rivoluzionaria.
L’ondata rivoluzionaria dell’ultimo secolo è stata il punto più alto raggiunto a tutt’oggi dall’umanità. Al nazionalismo ed alla guerra, allo sfruttamento ed alla miseria del mondo capitalista, il proletariato ha saputo aprire un’altra prospettiva, la sua prospettiva: l’internazionalismo e la solidarietà di tutte le masse oppresse. L’ondata di ottobre ‘17 ha provato così la forza della classe operaia. Per la prima volta, una classe sfruttata ha avuto il coraggio e la capacità di strappare il potere dalle mani degli sfruttatori e di inaugurare la rivoluzione proletaria mondiale! Anche se la rivoluzione doveva essere sconfitta ben presto, a Berlino, a Budapest ed a Torino e benché il proletariato russo e mondiale abbia dovuto pagare questa sconfitta ad un prezzo terribile (gli orrori della controrivoluzione stalinista, una seconda guerra mondiale e tutta la barbarie che da allora non è mai più cessata), la borghesia non sempre è stata capace di cancellare completamente dalla memoria operaia questo avvenimento esaltante e le sue lezioni. L’ampiezza delle falsificazioni della borghesia su Ottobre ‘17 è a misura degli spaventi che essa ha provato. La memoria di ottobre è là per ricordare al proletariato che il destino dell’umanità è rimesso tra le sue mani e che è capace di compiere questo compito grandioso. La rivoluzione internazionale rappresenta più che mai l’avvenire!

da 
Corrente Comunista Internazionale 
Ven, 07/12/2007
Pascale
Da Révolution Internatinale, n.383

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