giovedì 17 febbraio 2011

"Fecondazione, nel milleproroghe c'è la schedatura delle donne"

"La schedatura di massa delle donne che si sottopongono alla fecondazione assistita. Ecco quello che vuol fare questo governo che invece parla tanto di privacy quanto si tratta del premier Berlusconi". Il senatore del Pd Ignazio Marino, medico chirurgo, denuncia senza mezzi termini quello che ritiene un episodio scandaloso: "Hanno usato il decreto milleproproghe per inserire di soppiatto nuove norme sulla fecondazione assistita, approvate dalla commissione bilancio certo non la più competente in materia".

Un emendamento presentato dal deputato Lucio Malan, e votato ieri al Senato, prevede infatti che il Ministro della salute possa richiedere qualunque informazione - sulle pazienti e sui trattamenti insiste Marino - ai centri italiani di procreazione medicalmente assistita (Pma). "I centri saranno obbligati a fornirli al ministero che potrà conoscere non solo gli aspetti medici ma anche i dati anagrafici e tutti i dettagli, dai cicli ormonali alle caratteristiche delle gravidanze".

Secondo il senatore è un fatto grave per due motivi. Da un lato c'è lo strumento giuridico, il milleproroghe, usato inappropriatamente per inserire nuove norme sulla fecondazione assistita. "Dall'altro lascia stupefatti la vaghezza della terminologia usata nell'articolo di legge quando si dice che i centri di Pma dovranno inviare "dati richiesti" al Ministero della salute. Ciò significa che non si pone alcun limite a possibili schedature da parte del Ministero con nome e cognome delle persone che si sottopongono alla fecondazione dando così libertà al Governo di conoscere ogni dettaglio personale di chi ricorre a queste tecniche. Questo è diverso dal raccogliere dati per valutare efficienza ed efficacia dei trattamenti. Se quello era il vero obiettivo, si potevano scrivere chiaramente i limiti per la raccolta delle informazioni. Altrimenti si chiama abuso".

Opposta l'opinione del direttore del Centro nazionale trapianti Nanni Costa. "risponde a una direttiva comunitaria la necessità di inviare dati dai centri per la procreazione medico-assistita al ministero della salute, e da questo all'Istituto Superiore di Sanità e al Centro nazionale trapianti". Il flusso di dati previsto riguarda le procedure di qualità, sicurezza e tracciabilità legate alle procedure attuate dal singolo centro che esegue tecniche di Pma. I dati serviranno a comprendere come viene applicata la normativa sul territorio.

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