lunedì 14 febbraio 2011

San Valentino, la festa degli innamorati tra realtà e leggenda

Oggi si festeggia in tutto il mondo il patrono degli innamorati, San Valentino. Come ogni anno milioni di rose sono state regalate, milioni di messaggini sdolcinati sono stati inviati, milioni di regali consegnati, milioni di pacchi di cioccolattini aperti, magari con frasi sul’amore strappalacrime all’interno. Si sa, viviamo nell’era della globalizzazione con tutti gli aspetti positivi e negati che questo comporta: evidentemente tra gli aspetti negativi che ha portato con sé il mondo globale dobbiamo annoverare anche una sorta di banalizzazione dei sentimenti. Ma oltre ad essere una redditizia operazione di marketing, cosa c’è dietro la festa di San Valentino?
Questa, come molte altre feste cattoliche, deriva da un antico rito pagano per la fertilà: fin dal quarto secolo A. C. i romani adoravano il Dio Lupercus con un rito piuttosto singolare. Il rito prevedeva che in due urne venissero messi i nomi delle donne e degli uomini che adoravano questo Dio. Quindi, in una sorta di gioco delle coppie dell’antichità, avveniva un sorteggio con un bambino che tramite estrazione formava le coppie che per un intero anno avrebbero vissuto in intimità affinchè il rito della fertilità funzionasse. Volendo porre fine a questa pratica pagana, la Chiesa ha cercato un santo degli innamorati che sostituisse Lupercus. Così decisero di nominare Valentino, un vescovo noto per aver celebrato il matrimonio tra una giovane cristiana ed un legionario pagano e che era stato martirizzato circa duecento anni prima.
Valentino si trovava a Roma, nel 270 D. C il vescovo Valentino di Interamna, (oggi è la città di Terni), amico dei giovani amanti, fu invitato dall’imperatore pazzo Claudio II ad interrompere questa strana iniziativa e di convertirsi nuovamente al paganesimo. San Valentino, però, rifiutò di rinunciare alla sua Fede e anzi, tentò di convertire Claudio II al Cristianesimo. Il 24 febbraio, 270, San Valentino fu lapidato e poi decapitato. La storia inoltre sostiene che mentre Valentino era in prigione in attesa dell’esecuzione, sia “caduto” nell’amore con la figlia cieca del guardiano, Asterius, e che con la sua fede avesse ridato miracolosamente la vista alla fanciulla.  Diverse sono le leggende che circolano sul Santo di Terni.
Una leggenda racconta che un giorno, due giovani fidanzati che stavano litigando animatamente, furono uditi da San Valentino che andò loro incontro con il volto sorridente e regalò loro una rosa, che ebbe il magico potere di calmare i due innamorati in lite. I due tornarono da lui per ricevere la benedizione per il loro matrimonio, come aveva desiderato proprio il Santo Vescovo. Molti vennero a conoscenza dell’accaduto e invocarono la sua benedizione sulle famiglie appena nate. A causa degli impegni pastorali del Vescovo, le benedizioni furono stabilite per il quattordici di ogni mese, ed il quattordici del mese è rimasto, ma ristretto a quello di febbraio, giorno in cui egli cadde martire.
Un’altra leggenda racconta di un giovane centurione romano, Sabino, follemente innamorato di una bella ragazza, Serapia. I genitori di lei, però, non erano favorevoli al loro matrimonio, perché Sabino era pagano, mentre tutti loro in famiglia erano cristiani. Serapia suggerì al suo innamorato di andare dal loro Vescovo per ricevere il battesimo, cosa che egli, per amore, decise di fare. Presto, però, si scoprì che Serapia era affetta da una forma molto grave di tisi. All’arrivo del Vescovo presso il letto della moribonda, Sabino supplicò il Santo di non essere separato dalla sua amata. Valentino così alzò le mani verso di loro e quei due cuori furono uniti per sempre da un dolce sonno.
Storia e leggenda si mischiano, dunque, in quella che da festa pagana è diventata una festa cattolica, per poi ritrasformarsi nell’era del consumismo, di nuovo in una festa pagana, dove il romanticismo commerciale ha fatto la fortuna di molte multinazionali.

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