giovedì 10 febbraio 2011

INTERVISTA AL PM Edmondo Bruti Liberati

 Si assume tutte le responsabilità di questa inchiesta, "che ho seguito punto per punto". Edmondo Bruti Liberati lo dice al termine di una conferenza stampa superaffollata, ma il messaggio è fondamentale. Le strategie, le scelte delicate di indagare il presidente del Consiglio per il Rubygate e di chiedere il rito immediato (adottate formalmente dai tre colleghi Boccassini, Forno e Sangermano), sono state pienamente condivise dal capo della procura. "Contrasti? La dialettica in un processo è quella tra accusa e difesa - ci tiene a sottolineare - . E l'ufficio del pm deve cercare di riproporla al suo interno già durante l'inchiesta. Noi l'abbiamo fatto senza alcun contrasto". Usa toni pacati, il procuratore capo di Milano. Non si scompone neanche quando i cronisti gli ricordano che l'avvocato del premier, Niccolò Ghedini accusa il suo ufficio di aver "violato la Costituzione", sottraendo il giudizio su Berlusconi al Tribunale dei ministri. "È una sua opinione", è la replica di Bruti Liberati, che risponde anche su altri punti.

Perché la scelta di optare per il giudizio immediato nei confronti del solo premier?
"Non abbiamo adottato la stessa strategia per gli altri indagati (Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti, ndr) perché la loro iscrizione è antecedente i 90 giorni e il codice non lo prevede. Era materialmente impossibile. Per il resto, questo ufficio ha ritenuto di non doversi discostare dalla linea costantementeseguita a Milano (e in altri distretti giudiziari) in tema di richiesta di giudizio immediato anche per i reati connessi, essendo pienamente assicurate le garanzie di difesa".

Il premier, però, sostiene da giorni di aver fatto la telefonata in questura nelle vesti di responsabile dell'esecutivo per motivi di diplomazia internazionale.
"Il presidente del Consiglio non ha nessun potere specifico diretto a una forza di polizia. Il contesto ci dice che questo intervento non ha comportato nessun abuso di funzione, ma un abuso di qualità. Nella richiesta di giudizio immediato abbiamo confermato la tesi che non si tratta di un reato ministeriale dopo aver preso in considerazione anche gli atti pervenuti dalla Camera in cui il relatore ha proposto la restituzione del fascicolo e le memorie difensive. Inoltre, va esclusa la competenza territoriale del tribunale di Monza sull'accusa di prostituzione minorile perché la connessione con il reato più grave di concussione commesso invece a Milano trasferisce anche la competenza territoriale".

Eppure, la difesa del Cavaliere ha fatto già intuire che su questi punti si appellerà alla Corte Costituzionale.
"Un eventuale conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato davanti alla Corte non avrà comunque tra i suoi effetti quello di sospendere il processo".

C'è chi accusa la procura di aver abusato delle intercettazioni telefoniche, captando anche le utenze del premier. È così?
"Le intercettazioni effettuate sono costate alla collettività 26 mila euro. Quelle che riguardano l'onorevole Berlusconi sono quattro o cinque e non sono state neanche trascritte. La loro rilevanza è praticamente nulla, tanto che non chiederemo l'autorizzazione parlamentare per il loro utilizzo. Queste conversazioni, dunque, saranno distrutte".

Ci potrebbero essere nuove carte in arrivo dalla procura di Napoli sul filone relativo alla soubrette Sara Tommasi?
"Non vi è stata alcuna trasmissione di documenti da parte dei colleghi partenopei e non è prevista nemmeno alcuna attività d'indagine per il futuro".

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