lunedì 28 febbraio 2011

Azzeramento il debito: perché ai paradisi fiscali si ed ai paesi del terzo mondo no?

Wikio

E’ notorio come i “Paesi ricchi” mossi da uno spirito di solidarietà umana, ed anche perché i crediti sarebbero comunque inesigibili, si siano impegnati, a più riprese dal 1989 ad oggi, per azzerare il debito pubblico di alcuni poverissimi Paesi del Terzo Mondo.
Nei confronti di 18 paesi africani è prevista la cancellazione “immediata” di 40 miliardi di dollari e successivamente a beneficiare di questa cancellazione dovrebbero accedere altri 47 stati, sempre in prevalenza africani, per una somma di ulteriori 55 miliardi di dollari.
Cancellare il debito a questi Stati significherebbe ridare speranza a quasi un miliardo di persone che soffrono la fame e non si possono accampare problemi di contabilità quando sull’altro piatto della bilancia c’è l’esistenza stessa di centinaia di milioni di esseri umani.
L'annuncio di questa moratoria del debito che strangola gli Stati più poveri non è purtroppo ancora stata attuata, paesi poverissimi come Benin, Bolivia, Burkina Faso, Etiopia, Ghana, Guyana, Honduras, Madagascar, Mali, Mauritania, Mozambico, Nicaragua, Niger, Ruanda, Senegal, Tanzania, Uganda e Zambia sono ancora in attesa di ricevere la “grazia” dei Paesi Ricchi.
In verità alcuni Paesi hanno fatto passi importanti in questa direzione, infatti, quasi tutti i Paesi del G8 hanno cancellato il debito e aumentato gli aiuti concreti all’Africa, permettendo in questo modo a 42 milioni di bambini di andare a scuola e ha reso possibile la somministrazione di trattamenti salvavita a oltre tre milioni di soggetti affetti da Aids.
L’Italia, purtroppo, nonostante il suo grande cuore, è la maglia nera per ciò che riguarda gli impegni disattesi nelle più importanti campagne internazionali: dagli Obiettivi del Millennio delle Nazioni Unite al Global Fund per la lotta all’Aids, dall’Aiuto allo Sviluppo alla Campagna mondiale per la Cancellazione del debito.
Il leader degli «U2», Bono, promotore della campagna di azzeramento del debito, ha anche fortemente criticato Silvio Berlusconi a causa di alcune “promesse non mantenute”.
Nel 2005 accade una cosa strana, in quell’anno, secondo i dati Ocse-Dac, l’Italia è l'ultimo tra i Paesi donatori, con lo 0,15% del Pil, e in quell’anno il Governo italiano ha confermato che non è in grado di assicurare le risorse per la lotta alla povertà più volte promesse per tenere fede agli impegni internazionali (l'Italia investe meno di 10 centesimi al giorno per ogni cittadino nella lotta alla povertà nel mondo).
Ma proprio in quell’anno il Governo Italiano, Presidente del Consiglio anche all’epoca Silvio Berlusconi, ha ridotto del 90% il debito dello Stato di Antigua, che però pur trovandosi nei caraibi non è un paese del terzo mondo, ma è considerato un “paradiso fiscale”.
L’Italia ha cancellato ad Antigua 160 milioni di euro di euro lasciando un debito residuo di 14 milioni di euro ad uno Stato, Antigua appunto, che ha un reddito pro capite più elevato di tutti i Paesi del continente africano e di molti di quello asiatico.
L’Italia è stato l’unico Paese al mondo che è andato in soccorso di un “paradiso fiscale”.
Al cittadino italiano verrebbe da chiedersi il motivo per il quale il governo italiano ha preso questa decisione. Un pezzetto di puzzle che ci manca ci è stato fornito dalla trasmissione “Report” che ci ha permesso di relazionare questa inusuale concessione di sgravi pubblici con alcuni affari privati, ovvero con l’acquisto effettuato da Silvio Berlusconi delle due mega ville da oltre 16.000 metri quadrati complessivi per una ventina di milioni di euro.
Peraltro non si sa da chi il Cavaliere ha acquistato questi immobili, visto che sono stati acquistati, attraverso Banca Arner, da società offshore che hanno ottenuto una mega plusvalenza da quella vendita, in teoria potrebbe anche essere una partita di giro usata dal Cavaliere per portare all’estero dei capitali.
In tutta questa storia fa pensare come per cancellare i “soli” 40 milioni di euro di debito di Haiti (con riferimento al reddito pro capite 155mo Paese su 180) si è dovuto attendere il devastante terremoto del 2010.

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