martedì 1 marzo 2011

Un sogno utile per i giovani

Wikio

La televisione è una lente deformata sulla realtà. Soprattutto in Italia racconta un sogno falso, fatto di berlusconismo alla potenza che mistifica i fatti. Ben ha fatto il Governatore Draghi a divulgare i dati reali che certificano quello che è sotto gli occhi di tutti: non c'è nessun futuro lavorativo per i giovani italiani.
Mi ha colpito l'analisi di Aldo Grasso sul Corriere della Sera di oggi, nella quale descrive gli immigrati che sbarcano in questi giorni sulle coste italiane come uomini con “il televisore sotto il braccio”, gente che non vuole rinunciare a quella realtà nello schermo che ha alimentato le loro fantasie per anni, che non vuole abbandonare i sogni contenuti in quel 14 pollici. Grasso, però, parla anche di una nuova forma di “discriminazione sociale”, nella quale la televisione rappresenta il “sogno sognato per la maggioranza, per le persone più povere e meno attrezzate culturalmente”, ma dall'altro lato c'è internet che è la vera lente sul mondo per migliaia di giovani. Il piccolo schermo è più accessibile, ma fa vedere soltanto la realtà che poche persone vogliono che sia rappresentata. Il pluralismo è strozzato dai giochi di potere, come accade in Italia che un presidente del Consiglio possiede sei canali, i più potenti (tre privati e tre pubblici). E, infatti, quello che questi immigrati hanno visto per anni sulle televisioni italiane è l'immagine di un Paese felice, dove si ride, si canta e si fa festa, dove esistono soltanto famiglie del Mulino Bianco. Poi arrivano nel nostro Paese con tutte queste speranze e cosa trovano? Un'economia in stato comatoso, come ha denunciato Draghi, il 30% dei giovani disoccupati con punte del 50% al Mezzogiorno. Loro vengono da noi nella speranza di costruire un futuro migliore e invece apprendono che 800 mila giovani italiani sono migrati dal sud al nord Italia oppure persino al nord Europa, pur di sistemarsi nel migliore dei modi. Tutto questo la tv non l'hai mai detto a queste persone, perché la tv mostra soltanto quello che Berlusconi, il suo proprietario, vuole che venga mostrato. Il piccolo schermo è lo strumento che questo dittatore usa per condizionare il pensiero di quelli che lui tratta come i suoi sudditi, è il mezzo che gli permette di far credere la “sua verità”, anziché la semplice “verità”.
Per nostra fortuna, la televisione è un media già superato e il futuro è nel web. Già immaginavamo le potenzialità della rete, ma in questi mesi abbiamo avuto la dimostrazione di come può essere forte come strumento di democrazia, com'è in grado di sovvertire anche gli schemi più radicati. La rivolta in Nord Africa ha viaggiato sul web, i protagonisti stessi dei movimenti di piazza sono diventati informatori, documentando momento per momento sui social network e sui giornali on line. È stato via internet che hanno organizzato il cosiddetto “giorno della collera” e sempre via internet il mondo è venuto a conoscenza delle atrocità che stavano succedendo nei Paesi arabi.
Il world wide web (che non a caso significa “una ragnatela grande come il mondo”) è così esteso che nemmeno un truffatore politico così esperto come Berlusconi può colonizzarlo, dà spazio a così tante voci che è difficile censurare le notizie che si credono scomode. Ci hanno provato i suoi amici dittatori in Egitto, Algeria in Tunisia e in Libia, ma i manifestanti sono riusciti ad aggirare la censura e a far sentire la loro voce. Non dimentichiamo che anche le mobilitazioni di questi ultimi mesi degli studenti, del Popolo Viola, delle donne, dei ricercatori hanno utilizzato proprio la Rete come momento propositivo, organizzativo e di diffusione delle informazioni.
Per questo motivo noi abbiamo condotto, e continueremo a farlo, tante battaglie per preservare la libertà del web e garantire soprattutto ai giovani l'esistenza di uno strumento veramente democratico, con il quale possono informarsi, crescere e costruire un sogno utile al loro futuro.



Antonio Di Pietro

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