giovedì 3 febbraio 2011

Come non ricevere telefonate pubblicitarie

Le vendite telefoniche colpiscono in maniera mirata: a mezzogiorno, la sera alle sette, quando siete tornati dal lavoro e state preparando la cena, mentre il pupo fa disastri in salotto, quando siete più stanchi, distratti, condizionabili. Vi si propone di tutto: il contratto telefonico dei propri sogni con l’offertissima che fa risparmiare ma che poi ci nasconde i classici costi di attivazione o il canone mensile o che dopo tre mesi raddoppia il suo prezzo. I vini, l’olio, i centri benessere, persino le offerte del nuovo centro commerciale aperto dietro casa. Ma adesso dire basta si può… Ecco come!

Quante volte avete pensato alla maniera in cui poter far smettere le continue scocciature? Dal 1 febbraio 2011 inserendo il proprio nome e numero di telefono nel registro pubblico delle opposizioni si dovrebbe restare tranquilli. L’inserimento del/dei numeri di telefono che diventeranno irraggiungibili da tutti i call center che propongono le più disparate offerte è gratuita. Non solo non si riceveranno più telefonate promozionali ma non si verrà più contattati nemmeno per sondaggi, ricerche di mercato o pubblicità elettorale.
Si potrà compilare via internet un form o contattare un apposito numero verde. La normativa prevede anche che i call center non potranno usare i classici mezzucci come il numero oscurato per aggirare la legge. Attenzione dunque che se dal 1 febbraio non vi inserite nel nuovo albo vigerà il principio del silenzio-assenso: non dite nulla, implicitamente acconsentite ad essere disturbati. Dovrebbe essere comunque garantito che nessuna telefonata promozionale arriverà dopo le 21:30 e mai nei giorni festivi. Il sito cui fare riferimento per mettere il proprio numero di telefono nel registro delle opposizioni è quello del Registro delle opposizioni, che ne curerà la gestione. Segnatevelo se volete dare un taglio alle telefonate moleste.
Sito del Registro delle opposizioni per iscrizione gratuita al registro.
Le regole per rivolgersi al Garante della privacy.

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