venerdì 4 febbraio 2011

Federalismo, ok per decreto ignorato lo stop della bicamerale

Il dl sul fisco municipale ottiene 15 voti a favore e 15 contrari. Ma un cdm straordinario vara comunque il provvedimento. Bossi: "Per ora niente elezioni". Bersani: "Schiaffo al Parlamento". Fini: "Situazione senza precedenti". Scontro maggioranza opposizione sulla composizione della commissione


 Finisce 15 pari la votazione nella cosiddetta "bicameralina" sul federalismo municipale. Nonostante i tentativi del governo, che ha cercato di scongiurare fino all'ultimo momento questo risultato modificando il testo più volte, il risultato finale è che il parere formulato dal relatore è sostanzialmente respinto. Il governo, però, non se ne cura. Convoca in serata un consiglio dei ministri straordinario e approva il provvedimento. "Finalmente i comuni avranno le risorse senza andarle a chiedere col cappello in mano. I soldi resteranno sul territorio dove sono stati prodotti" esulta Umberto Bossi. Mentre fonti del governo fanno sapere che il decreto approvato è quello con tutte le modifiche frutto del confronto in bicamerale e dell'intesa con l'Anci. Ora il decreto dovrà passare al vaglio del Quirinale.

"Una svolta storica": così il premier avrebbe definito la riforma secondo chi era presente al Consiglio dei ministri. Berlusconi avrebbe anche posto subito i prossimi obiettivi: allargare la maggioranza e rafforzare la squadra di governo e, al più presto, la nomina di nuovi sottosegretari.

Furiosa la reazione dell'opposizione. "Un inaudito schiaffo al Parlamento, una lesione senza precedenti delle prerogative delle commissioni parlamentari fissate per legge. Un vero atto di arroganza. Il governo Berlusconi-Bossi, dopo tanta propaganda, finisce per approvare con un colpo di mano il federalismo delle tasse" attacca il segretario del Pd, Pierluigi Bersani.  "E'un vero e proprio esproprio eversivo  contro il parere del Parlamento" afferma in una nota il portavoce dell'Italia dei Valori, Leoluca Orlando. In precedenza si era fatto sentire anche Gianfranco Fini: "E' una situazione senza precedenti. Chi conosce le regole della Bicamerale sa che in caso di pareggio il provvedimento si intende respinto". 

Il voto nella bicameralina. 
Per evitare il pareggio la Lega aveva fatto un ulteriore tentativo di salvare il decreto chiedendo di procedere per parti separate, ma il tentativo è stato bocciato dalle opposizioni. Per evitare il blitz, infatti, Giuliano Barbolini (Pd) e Felice Belisario (Idv) hanno ritirato le loro relazioni e quindi la Lega ha ritirato la propria proposta. La vittoria a maggioranza, però, era legata all'atteggiamento di un senatore di Fli, Mario Baldassarri. Il quale, iniziata la riunione, ha gelato la maggioranza, sillabando: "La mia valutazione del provvedimento non può essere positiva".

Le reazioni. 
Le interpretazioni sul valore del pronunciamento della commissione sono divergenti. "E' solo un parere consultivo, il governo può tranquillamente andare avanti con il decreto sul federalismo", sostiene il vicepresidente della Camera Antonio Leone (Pdl). "Niente elezioni, andiamo avanti con il decreto" ha rincarato il presidente della Bicamerale Enrico La Loggia, sostenendo che il voto in Bicamerale sancisce che "è come se il parere della bicamerale non fosse stato espresso: come prevede la legge si può fare benissimo il decreto, anche nella versione modificata sulla quale c'è il parere favorevole della commissione Bilancio del Senato". Ed ancora: "Troppi del Terzo polo, la commissione va rivista". Richiesta alla quale si accoda la Lega che chiede a Fini e Schifani di intervenire. Il giudizio del Pd è critico a 360 gradi. "Non ci sono le condizioni nè giuridiche, nè politiche per andare avanti. Berlusconi e Bossi prendano atto della situazione" afferma Bersani. "Il voto di oggi certifica l'inesistenza di una maggioranza in Parlamento. Bisogna restituire la parola ai cittadini e tornare alle urne" dice Antonio Di Pietro. Per il Terzo polo la "vittoriosa macchina" del federalismo leghista si è inceppata.

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