giovedì 3 febbraio 2011

MASI COPRE MINZOLINI E ORA RISCHIA L’ACCUSA DI EVASIONE FISCALE

Il dg ha liquidato come benefit i rimborsdel direttore del Tg

È Augusto Minzolini il vero intoccabile in Rai. Mauro Masi si è immolato per difendere il direttore del Tg1 che, in soli 14 mesi, aveva speso 86 mila euro con la carta di credito aziendale per viaggi, pranzi, cene e ora rischia di pagare il conto economico e forse giudiziario al posto dell’illustre dipendente. La pratica di Minzolini giaceva da mesi a viale Mazzini, protetta da un’inutile indagine di un collaboratore di Masi e lontana dai comitati interni d’inchiesta. Il direttore generale ha risposto al consigliere Nino Rizzo Nervo di aver chiuso, da sé medesimo, il caso Minzolini perché “la carta è un benefit concesso in cambio dell’esclusiva ceduta all’ex cronista de La Stampa”...

MA UN benefit è diverso da spese di rappresentanza e missioni speciali (seppur eccessive) giustificate dal direttorissimo, il benefit va previsto nel contratto di assunzione (e non c’è) e va tassato con l’aliquota ordinaria. E quindi Masi ha dichiarato, senza volerlo, l’evasione fiscale del servizio pubblico e ora dovrà superare l’ostacolo del Consiglio di amministrazione di domani che, da un paio di mesi, è seguito da un magistrato della Corte dei conti, Luciano Calamaro. Chiamato in causa dal direttore generale, nel carteggio con Rizzo Nervo diffuso ai componenti del Cda, il presidente Paolo Garimberti ha smentito di conoscere i benefici di lusso previsti per Minzolini. Il direttore generale ha (di fatto) insabbiato le anomalie dell’ex notista politico: 129 giorni in trasferta (più di un inviato del telegiornale), 45 viaggi non motivati (spesso in mete esotiche), frequenti interviste ai dirigenti di Royal Caribbean e strani sconti in centri termali in seguito a un servizio del Tg1 sulla struttura alberghiera...

MASI HA liquidato le spese con la carta di credito perché è un benefit con disponibilità di 5 mila e 200 euro al mese, un privilegio peraltro sconosciuto ai colleghi del Tg2 (Mario Orfeo) e del Tg3 (Bianca Berlinguer). E se la Berlinguer da anni è dipendente Rai, proprio e ancor di più di Minzolini, Orfeo ha lasciato la direzione de il Mattino per il telegiornale di Rai2. L’autogol di Masi è clamoroso: scopre l’evasione fiscale per coprire Minzolini e si assume le conseguenze, dicono gli esperti del Cda. La prima: un procedimento della Corte dei conti. La seconda: un’inchiesta giudiziaria. “Non hanno ancora abolito l’obbligatorietà dell’azione penale...?, dice con ironia un consigliere. Quindi: anche se nessuno fa un esposto in Procura, i magistrati possono indagare comunque sui fatti denunciati dallo stesso Masi”. Proprio dal direttore generale, così attento a bilanci e multe, che giovedì scorso chiamava in diretta Annozero per spirito aziendale: “Dissocio me e la Rai. Potresti violare il codice e provocare sanzioni”. A proposito. La guerriglia contro la trasmissione di Michele Santoro è ripresa: viale Mazzini pretende la scaletta in largo anticipo, mentre l’Autorità di garanzia nelle Comunicazioni (Agcom) domani deciderà se aprire o meno un’istruttoria a causa delle lettere di quattro Commissari e del ministro Paolo Romani... 

(Il Fatto di Merc. 02 Feb. 2011) 
  

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