lunedì 17 gennaio 2011

CARCERI, LE DISCARICHE SOCIALI (per i meno abbienti)

Intervista a Riccardo Iacona - 17 gennaio 2011

Suicidi e morti sospette, sovraffollamento e carenza di personale. La pena detentiva non rieduca ma peggiora le condizioni del detenuto. A Poggioreale passano 22 ore in cella


L'articolo 27 della Costituzione recita: "Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato". Ma nella realtà è proprio così? Come si vive nelle carceri italiane? Il numero dei suicidi cresce (65 nel 2010). E casi come quelli di Stefano Cucchi e Marcello Lonzi spingono alla riflessione.Riccardo Iacona, autore di "L'Italia in Presadiretta" (Chiarelettere) e giornalista Rai, ha realizzato un'inchiesta sul mondo carcerario italiano per Presadiretta, il suo programma in onda su Rai Tre. Ecco cosa ci racconta:


La situazione delle carceri italiane è esplosiva. Sovraffollamento, diritti calpestati, suicidi, costi alle stelle. Cosa non funziona nel sistema detentivo italiano?

Sono appena tornato da un viaggio nelle carceri italiane dal Sud al Nord, perché una delle puntate che manderemo in onda è tutta dedicata alla questione delle carceri. La prima cosa da dire è che sono dei luoghi di tortura, così come sono adesso. Il numero dei detenuti presenti nelle carceri è spesso il doppio di quelli che la struttura dovrebbe ospitarne, il che crea concretamente delle condizioni di vita impossibili. Faccio un esempio concreto che conoscono in pochissimi, perché tutti si immaginano le carceri vecchie, l'umidità. C'è anche questo, certo. Ma per esempio a Poggioreale, per il fatto che i detenuti sono più del doppio di quelli che dovrebbero essere, passano 22 ore al giorno chiusi a chiave in cella. espandi - comprimi


A cosa è dovuto un sovraffollamento così esagerato? Si ricorre al carcere con troppa facilità?

E' la prima domanda che ci siamo posti, poiché l'aumento della popolazione dei detenuti è stata negli ultimi anni esponenziale (siamo arrivati a 70 mila detenuti). Il punto è: gli italiani commettono più reati? No. Non è così. Sono andato a parlare con gli esperti, con le persone che queste cose le studiano da un sacco di tempo. Il sovraffollamento non è altro che il risultato di una serie di leggi criminogene. Una è la Bossi - Fini, l'altra è la Giovanardi - Fini, la legge sulla tossicodipendenza, e l'altra è la ex Cirielli del 2005. Sono tutte leggi che producono carcere.
Per esempio, guardiamo cosa succede per la tossicodipendenza. espandi - comprimi


I problemi italiani sono simili a quelli di altri Paesei, o il caso Italia fa storia a sé?

Noi siamo, dal punto di vista del trattamento carcerario, in una graduatoria molto bassa e del resto basta leggere le notizie di cronaca che purtroppo leggiamo tutti i giorni al punto che facciamo pure fatica a mantenere la contabilità, il numero dei suicidi. Certamente anche nel resto dell'Europa questa è una materia sensibile, perché si tratta di parlare all'opinione pubblica. Ogni volta che si fanno dei ragionamenti a medio e a lungo termine sul funzionamento della giustizia e sulla depenalizzazione, la sensazione è che la gente dica: "ma questi vogliono svuotare le carceri, poi ci ritroviamo i delinquenti nei quartieri, ma comunque un accanimento, questo panpenalismo che c'è in Italia, determinato da una cattiva politica che legifera male, che quando non sa cosa fare si inventa un nuovo reato. E questa roba non c'è negli altri paesi d'Europa.


Dal caso Cucchi a quello Lonzi. Morti sospette e troppi suicidi. Perché è così facile morire di carcere?

Intanto perché nel carcere non sei più una persona, sei una pratica con un numero. Molti dei ragazzi che si suicidano, per esempio, sono al primo ingresso. Sono andato a vedere come funziona questo meccanismo da vicino, devo dire che gli operatori del carcere, generalmente direttori, agenti penitenziari, psicologi, sono molto consapevoli di queste cose che ci stiamo dicendo, tant'è vero che ci hanno aperto le porte. Il viaggio che ho fatto dentro Poggioreale per me è stata un'esperienza straordinaria da questo punto di vista. Ci sono le testimonianze dei detenuti. Quando un detenuto entra nel carcere di Poggioreale, nella sezione dei primi ingressi che conta dalle 350 alle 370 persone a seconda dei periodi di sovraffollamento, a valutare psicologicamente il carcerato c'è una persona che ha un contratto di 20 ore al mese

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