venerdì 7 gennaio 2011

Giustizia italiana troppo lenta: maxi condanna della Corte Europea

L’Italia è una lumaca. Non solo per quanto riguarda i processi, ma anche quando si tratta di indennizzare le vittime di questa lentezza. Ecco arrivare quindi la bacchettata di Strasburgo, che condanna il nostro Paese per non aver eseguito le condanne. La Corte Europea dei diritti dell’uomoha infatti emesso una maxi condanna nei confronti dell’Italia per i ritardi con cui vengono pagati gli indennizzi legati alla lentezza dei processi. 
Un problema che i giudici di Strasburgo hanno definito in una nota ”diffuso in Italia“, dato che riguarda475 casi di ricorrenti, che hanno dovuto attendere dai nove mesi ai quattro anni, per poter incassare il risarcimento che gli era stato riconosciuto in altrettanti procedimenti, tra il 2003 e il 2007.
Procedimenti in cui, quasi a voler completare il quadro, si faceva riferimento alle legge Pinto sull’eccessiva lunghezza dei processi. La Corte invita quindi le autorità italiane a rivedere la legge Pinto, istituendo un apposito fondo che consenta di pagare gli indennizzi in tempi ragionevoli. Anche perché, sottolineano a Strasburgo, al momento, oltre ai casi già esaminati, ci sono più di 3900 ricorsi pendenti su questa questione.
 Ma i giudici di Strasburgo si spingono più in là, suggerendo anche il possibile quadro normativo pur non condividendo tutte le riforme attualmente all’esame della Camera. “La Corte – si legge inoltre nella sentenza –  considera che questo sia l’ambito ideale per prendere in considerazione le indicazioni e le raccomandazioni sinora fatte dal Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa“.

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